Ucraina. Il rogo di Odessa aumenta il rischio spionaggio

ROMA – Dopo i forti scontri tra filorussi e filoucraini, il rogo ad Odessa del 2 maggio e la conseguente morte di oltre 40 persone le implicazioni sono state molteplici. Nella giornata di ieri la polizia ha arrestato 172 individui, molti dei quali, stando alle dichiarazioni del ministero degli interni ucraino, sono stati già rilasciati.

Mosca ha accusato Kiev e l’Occidente di complicità nella strage, mentre invece il governo ucraino accusa la Russia di essere sabotatore coordinato e di aver avuto un ruolo centrale nell’accaduto. Nonostante questi rimbalzi di colpa l’Unione Europea ha precisato di voler far chiarezza sugli avvenimenti di Odessa richiedendo, come dichiara l’Alto rappresentante Ue per la politica estera Catherine Ashton, “un’inchiesta indipendente per assicurare alla giustizia i responsabili di questi atti criminali”. Scopo dell’inchiesta non solo quello di rispettare le normali procedure ma anche quello di evitare che la tragedia venga utilizzata al fine di alimentare nuove violenze. Oggi il premier ucraino Arsen Iatseniuk si è recato nella città al centro di quest’ultimi avvenimenti per incontrare i leader del mondo politico, economico e culturale della città. In merito all’accaduto, il premier ucraino ha dichiarato ai microfoni della Bbc che la responsabilità delle forze di sicurezza ucraine è quella di non aver fatto nulla per impedire che le violenze in atto arrivassero all’incendio che ha provocato le 46 vittime; ha aggiunto infine che “un’inchiesta esaustiva ed indipendente” è necessaria e sarà avviata.

Ad aggravare ulteriormente la situazione il proseguimento dell’offensiva ucraina verso l’est del Paese, nella regione di Donetsk controllata dai ribelli filorussi. Le città interessate sono quelle di Mariuopol, lungo la costa del mar d’Azov, e di Konstiantinivka, dove sono stati confermati dal ministro dell’Interno Arsen Avakov diversi feriti fra l’esercito ucraino. 

Inoltre, per ciò che concerne l’ordine e le dinamiche internazionali, Hans-Gerg Maassen, il presidente del Bfv (i servizi segreti interni tedeschi) ha affermato che la crisi in Ucraina espone con maggiori probabilità i principali Paesi europei ai tentativi di spionaggio da parte della Russia. In un’intervista pubblicata oggi da Tagesspiegel, Maassen ha di fatti affermato che “i servizi di intelligence stranieri hanno sempre un interesse negli sviluppi politici correnti. Alla luce della crisi in Ucraina, i servizi russi avranno ancor maggiore interesse nelle politiche estere ed economiche dei Paesi europei ed in particolare della Germania”. 

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