Guerra a Gaza. 44 morti in un giorno. Sterminata una famiglia intera. VIDEO

ORE 22,15 –   Cinque membri di una stessa famiglia sono stati uccisi questa sera dai colpi esplosi da carri armati israeliani nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha riferito il portavoce dei servizi sanitari di Gaza, Ashraf al-Qudra, precisando che le vittime sono due uomini, due donne e un bambino, tutti rimasti uccisi nella loro casa di Beit Hanun.

ORE 22,00 –  Sono 44 i palestinesi uccisi oggi nella Striscia di Gaza, all’indomani dell’avvio dell’offensiva di terra da parte di Israele. Nell’undicesimo giorno di ostilità, iniziate l’8 luglio scorso, si contano così 285 morti palestinesi, stando a quanto riferito dal portavoce dei servizi sanitari di Gaza.

ORE 15,30 – “L’ordine all’esercito è di tenersi pronto a una possibile estensione dell’ operazione e l’esercito è preparato”. Lo ha detto il premier israeliano Netanyahu parlando alla Nazione. Il premier ha ribadito che si opera solo contro obiettivi terroristici e ha espresso rammarico per le vittime civili. 

L’offensiva terrestre israliana provocherà “ancora più spargimento di sangue” e complicherà gli sforzi per mettere fine al conflitto nella zona, aveva dichiarato poco prima il presidente palestinese Abu Mazen.  Nel frattempo il movimento islamico palestinese, che controlla la Striscia di Gaza, ha denunciato «una escalation pericolosa, le cui conseguenze sono incalcolabili». «Israele pagherà un prezzo elevato. Hamas è pronto allo scontro», ha dichiarato il portavoce di Hamas a Gaza, Fawzi Barhoum, subito dopo l’avvio dell’offensiva terrestre israeliana. 

Il leader di Hamas in esilio, Khaled Meshal, ha affermato che l’offensiva è destinata al fallimento: «Ciò che l’occupante israeliano non è riuscito a realizzare con i raid aerei e marittimi non riuscirà a realizzarlo con un’offensiva terrestre, che è destinata a fallire». Quella avviata ieri sera da Israele è la prima operazione terrestre dall’Operazione Piombo Fuso, nel 2008-2009, che si concluse con oltre 1.400 morti palestinesi.

 


 

Guerra a Gaza. Partita l’offensiva terrestre israeliana, obiettivo distruggere i tunnel

GAZA  – Con un comunicato il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha giustificato la decisione di dare il via all’offensiva terrestre con il «rifiuto da parte di Hamas di accettare il piano egiziano per un cessate il fuoco e con il proseguimento dei lanci di razzi contro Israele». L’obiettivo del governo israeliano è quello di «infliggere un colpo significativo alle infrastrutture di Hamas». 

Secondo il ministro della Comunicazione, Gilad Erdan, l’operazione punta a «distruggere i tunnel» di Hamas. La rioccupazione della Striscia di Gaza, liberata da Israele nel 2005, «non rientra fra gli obiettivi» ma «ci si potrebbe arrivare».  L’esercito israeliano ha dato il via a un intenso bombardamento della Striscia, dal cielo, dal mare e dai carri armati a terra, verso le 22 di ieri sera. In molte località e anche a Gaza City è saltata la corrente elettrica lasciando la popolazione al buio. Ci sono almeno 26 morti e decine di feriti, tra le vittime anche un neonato e tre adolescenti.

Nel frattempo le fazioni palestinesi stanno cercando di fermare l’offensiva di terra israeliana sulla striscia di Gaza. Secondo quanto riferisce l’inviato dell’emittente televisiva «al Jazeera», le brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato di Hamas, hanno ingaggiato all’alba di oggi un violento scontro a fuoco con i soldati israeliani nella zona a nord di Beit Lahiya, facendo esplodere tre ordigni. I miliziani palestinesi, in una nota, sostengono di aver ferito diversi militari israeliani e di aver colpito con un ordigno un carro armato che avanzava nella zona. Al momento sembra che quella sia l’unica area nella quale i soldati israeliani stiano tentando di avanzare via terra.

Hamas promette che «l’offensiva di terra israeliana su Gaza sarà un fallimento». Il dirigente del gruppo islamico Fawzi Barhoum ha affermato all’emittente televisiva «al Jazeera» che «l’offensiva di terra è pericolosa e fallirà perchè siamo pronti a respingerla» perchè «i nostri uomini sono pronti e hanno il morale molto alto e sono addestrati a compiere azioni senza precedenti contro gli occupanti». Per il leader del gruppo, Khaled Meshaal, «in questo modo Israele vuole accaparrarsi tutto ciò che non ha ottenuto con gli attacchi aerei e navali».

In Turchia attaccato il consolato israeliano

Centinaia di manifestanti turchi hanno attaccato nella notte il consolato generale di Israele a Istanbul, provocando l’intervento delle forze dell’ordine. Riuniti su iniziativa di organizzazioni pro-islamiste per denunciare le operazioni militari dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza, i dimostranti hanno lanciato pietre, rompendo i vetri della rappresentanza diplomatica situata nel quartiere di Levent, sulla riva europea della città. Alcuni manifestanti hanno tentato anche di penetrare all’interno del complesso con delle bandiere palestinesi. La polizia antisommossa dispiegata in grande numero è intervenuta a più riprese facendo uso di lacrimogeni e di cannoni ad acqua per disperdere la folla che ha  scandito «Israele assassino, lascia la Palestina!» ed «Ebrei assassini!» fino alle prime ore del mattino.

L’Unicef denuncia il prezzo pagato dai bambini di Gaza

“L’uccisione di quattro bambini palestinesi – tutti della stessa famiglia allargata – e il ferimento di altri due, mentre giocavano su una spiaggia di Gaza, è un duro monito che nessun luogo è più sicuro per i bambini della Striscia di Gaza”. Lo scrive in un comunicato Maria Nord per l’Unicef.

Sempre ieri una serie di razzi sono stati trovati nascosti in una scuola dell’UNRWA a Gaza, in spregio alla neutralità delle scuole. Il numero di bambini uccisi a Gaza è arrivato almeno a 48, da quando le ostilità sono iniziate solo dieci giorni fa. In media, ogni giorno quattro bambini di Gaza sono stati uccisi. 

»E` vergognoso – prosegue il comunicato Unicef – che i bambini di Gaza continuino a pagare un prezzo pesante in un conflitto di cui non hanno alcuna responsabilità. I bambini di entrambe le parti del conflitto devono essere protetti da questa violenza insensata. Coloro che hanno poteri decisionali hanno l’obbligo di tenere i bambini lontani dalla linea di tiro«. 

»L`Unicef ha accolto con favore la breve pausa umanitaria (durata poche ore ieri, ndr) e ribadisce la richiesta fatta dal Direttore generale dell’UNICEF ad entrambe le parti di esercitare la massima moderazione e di prevenire ulteriori vittime tra i bambini«.

 

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