Fuga dalla Libia. 97 morti 400 feriti negli scontri a Tripoli

TRIPOLI – Ormai in Libia è guerra civile. Il bilancio degli scontri a Tripoli tra fazioni rivali sale in sole due settimane a 97 morti e 400 feriti. Insomma la Libia sembra avviarsi a seguire le orme della Somalia come prossimo stato fallito.

Nelle ultime 24 ore c’è stata un’accelerazione dei Paesi occidentali nella corsa ad abbandonare il Paese. Molti hanno ordinato ai loro connazionali di abbandonare il Paese ed alcuni hanno anche chiuso le ambasciate. L’evacuazione progressiva degli occidentali è legata all’incapacità del governo, ostaggio delle diverse milizie, di garantire la sicurezza.  Ieri era stata l’ambasciata statunitense ad organizzare un convoglio via terra, scortati dall’alto da jet da guerra. Oggi l’Italia ha seguito la stessa pista per evacuare oltre 100 italiani, ma l’ambasciata è aperta e l’ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi resta al suo posto. Non solo. Resta in vigore l’allerta emesso il 21 luglio «tassativamente sconsigliato» recarsi «in Cirenaica e nel sud del Paese» e si «sconsigliano viaggi a Tripoli e nella fascia costiera della Tripolitania».  La Germania ha ordinato ai tedeschi nel Paese di lasciare immediatamente la Libia, così come hanno fatto la Gran Bretagna e Spagna. Lo stesso ha fatto l’Olanda che, però, si appresta anche a chiudere anche la legazione. Da ultimo anche la Francia, che finora si era limitata a consigliare ai suoi connazionale di non recarsi a Bengasi, ha chiesto ai suoi connazionali di lasciare la Libia. Repubblica Ceca, Malta, Austria, Svezia, Danimarca Finlandia e Norvegia hanno sconsigliato i viaggi in Libia. Stoccolma ha anche sconsigliato agli svedesi già in Libia di andare a Bengasi Nei giorni scorsi il Belgio aveva diramato l’ordine di evacuazione (16 luglio) e la Tirchia il 24.

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