Gaza, finita la tregua parlano ancora le armi

ROMA – E’ terminata la tregua umanitaria di 72 ore nella Striscia di Gaza concordata da Israele e Hamas. Al momento non è stato raggiunto alcun accordo per il prolungamento del cessate il fuoco, ma i negoziati indiretti e il lavoro di mediazione dell’Egitto proseguono.

Il movimento radicale Hamas e le altre fazioni palestinesi hanno annunciato la loro decisione di rifiutare una proroga della tregua con Israele. «Tutte le fazioni palestinesi, incluso Hamas, si oppongono a un prolungamento della tregua perché Israele si rifiuta di venire incontro alle nostre domande, ma i negoziati al Cairo proseguono», ha dichiarato il portavoce di Hamas a Gaza, Fawzi Barhoum. Subito dopo le 7, al termine della tregua, dei razzi palestinesi sono stati lanciati da Gaza contro lo Stato ebraico, mentre migliaia di palestinesi sono in fuga dalle loro case a Gaza, per timore di nuovi raid aerei israeliani sulla Striscia. 

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ordinato alle forze armate di rispondere agli attacchi missilistici palestinesi; l’esercito da parte sua ha reso noto di aver ripreso le operazioni militari contro Hamas nella Striscia di Gaza. Al momento l’esercito israeliano ha fatto ricorso a bombardamenti aerei e di artiglieria ma non ha dispiegato truppe all’interno della Striscia.  Dalle 7 ora italiana, sono stati lanciati 18 razzi verso Israele: due sono stati intercettati dal sistema difensivo «Iron Dome» su Ashkelon, 14 sono caduti in zone disabitate e altri due sulla stessa Striscia di Gaza.  Israele ha risposto con nuove incursioni aeree. Un raid ha provocato un’enorme esplosione a Gaza City, da dove si leva un’enorme colonna di fumo. Lo riferiscono testimoni sul posto.  L’esercito di Tel Aviv in un comunicato ha spiegato di aver colpito «centrali del terrorismo».

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