Iraq. Nuovi raid aerei contro jihadisti. Risoluzione Onu contro lo Stato islamico

BAGHDAD – Continuano i raid americani contro   le postazioni dello Stato islamico dell’Isis vicino alla diga di Mosul. Lo riferisce la Cnn che cita le agenzie curde. La diga, sul fiume Tigri, è una delle più grandi del Paese ed è finita nelle mani dei jihadisti dopo che i peshmerga curdi si erano ritirati.

Droni Usa hanno anche distrutto due mezzi corazzati dei jihadisti a Sinjar, dopo la segnalazione di un attacco a civili nel villaggio di Kawju.

Intanto, il consiglio dei ministri degli esteri dell’Ue ha accolto la richiesta dei curdi di consegnare loro le armi per contrastare l’avanzata degli islamisti. Anche ll’Italia sta valutando l’ipotesi di inviare armi ai curdi, anche se ciò comporta un passaggio parlamentare, come ha fatto sapere il ministro degli esteri Federica Mogherini. Onu e Unione europea hanno altresì approvato una risoluzione  all’unanimità che consiste in un pacchetto di sanzioni contro sei esponenti dello Stato Islamico provenienti da Kuwait, Arabia Saudita e altre nazioni, nella

lista delle sanzioni adottate contro i miliziani di al Qaida; le sanzioni prevedono embargo sulle armi, congelamento di beni e divieto di viaggio. Tra le sei persone prese di mira figurano leader di al Qaida, accusati di aver finanziato il Fronte al-Nusra in Siria, e Abu Mohammad al-Adnani, portavoce dei jihadisti dello Stato islamico.

Al termine della votazione, l’ambasciatrice americana all’Onu Samantha Power ha sottolineato la «posizione ferma e unita» del Consiglio e la «volontà di adottare misure concrete» contro quello che ha definito il «nuovo fronte della minaccia terroristica». Intanto i media occidentali hanno riferito di decine di uomini yazidi massacrati dai jihadisti nel villaggio di Kocho, a 45 chilometri dalla città di Sinjar.Tra queste il congelamento dei conti bancari, ma anche il divieto a viaggiare. Misure restrittive saranno adottate anche contro chi finanzierà i miliziani jihadisti

I jihadisti  dell’Isis ieri avevano ucciso almeno 80 uomini e rapito 100 donne durante un attacco alla minoranza yazida nel nord dell’Iraq. Vittime che si aggiungono a una lunga lista il cui numero esatto non è ancora noto. Almeno 150 mila persone sono fuggite  sulle montagne per sfuggire alla furia sanguinaria dei militanti dell’Isis, motivo per cui è di vitale importanza bloccare subito questo genocidio.

 

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