Siria. L’Isis avanza. Decapitate 3 donne curde

ROMA – Non si ferma l’ondata violenta degli jihadisti sunniti dello Stato islamico (Isis), i quali continuano la loro avanzata in Siria. Oggi sull’enclave di Kobane, nel nord della Siria hanno decapitato tre donne curde.  

La Turchia ha assicurato che le sue truppe continueranno a difendere la zona dove si trova la tomba di Suleiman Shah, nonno del fondatore dell’impero ottomano Osman I, considerata da Ankara come territorio turco. Media locali in precedenza avevano riferito che i 36 militari a guardia del sito erano stati circondati e sopraffatti da centinaia di jihadisti. «I miliziani sono ora molto vicini alla tomba ma i nostri soldati sono ancora a guardia con le loro armi», ha sottolineato il vicepremier Bulent Arninc. Ankara aveva già avvertito che avrebbe considerato un attacco alla tomba di Suleiman Shah come un’aggressione contro il proprio territorio, alla quale avrebbe risposto a modo. La tomba, situata a 25 chilometri a sud del confine turco con la Siria, viene considerata territorio turco in base all’accordo del 1921 firmato con la Francia che all’epoca controllava la Siria. Sulla zona di Kobane si stanno facendo più insistenti i raid aerei americani. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, gli jihadisti sunniti hanno decapitato 4 combattenti curdi, di cui tre erano donne, catturati durante gli scontri a Kobane. L’Isis, ha aggiunto l’Ong basata a Londra, continuano ad avanzare da est e ora c’è solo una valle tra loro e Kobane. Dall’avvio dell’offensiva il 16 settembre scorso, l’Isis ha preso il controllo di non meno di 70 villaggi, costringendo 200mila civili curdi alla fuga. 

Lo stesso Osservatorio ha reso noto che i miliziani hanno liberato più di 70 studenti curdi che erano stati rapiti nei dintorni di Aleppo il 29 maggio scorso. Non sono ancora chiari i motivi della liberazione. Gli studenti facevano parte di un gruppo più ampio di 153 studenti rapiti. Mentre la Gran Bretagna ha cominciato a partecipare ai raid aerei sul nord dell’Iraq, il ministro dell’Interno britannico, Theresa May, ha avvertito che «l’Isis potrebbe presto entrare in possesso di armi chimiche, biologiche o persino nucleari». In Iraq inoltre le milizie hanno preso il controllo di una base militare dell’esercito ad Albu Aytha, a nord di Ramadi, secondo quanto denunciato da Ahmed al Dulaimi, governatore della provincia della provincia orientale di Anbar.  Il presidente siriano, Bashar al-Assad, ha attaccato i membri della coalizione internazionale, sostenendo che gli estremisti non possono essere sconfitti da Paesi che hanno «diffuso il terrorismo». Incontrando a Damasco Ali Shamkhani, segretario del Consiglio della Sicurezza Nazionale iraniano, il leader siriano ha preso di mira quei «Paesi che hanno aiutato a creare i gruppi terroristici, dando sostegno logistico e finanziario e diffondendo il terrorismo nel mondo». Un affondo diretto contro gli Stati Uniti e altre nazioni arabe, accusate più volte da Damasco di «sostenere il terrorismo» a causa dell’appoggio ai ribelli contro il regime siriano. Dall’Algeria intanto arriva la notizia che sono stati identificati alcuni membri del gruppo terrorista sospettati di aver decapitato Herve Gourdel, l’ostaggio francese ucciso il 24 settembre. 

Condividi sui social

Articoli correlati