Libia, ora l’Isis a Sirte lancia “la jihad petrolifera”

TRIPOLI – Nuovo messaggio dello Stato Islamico (Isis) per attrarre nuove reclute alla sua causa promettendo ricchezza con la “Jihad petrolifera”.

E’ quanto scrive oggi il quotidiano panarabo “Al Sharq al Awsat” che riporta una serie di “Fatwa” (dall’arabo “Editti” religiosi) emessi dai “saggi” dell’organizzazione terroristica attraverso i quali promette alle sue milizie ricchezza prospettando la possibilità di esportare il greggio libico grazie a “mediatori” attraverso il mare Mediterraneo.”Il petrolio della Libia ai musulmani”. E’ solo uno dei titoli di editti lanciati dai “dotti” del gruppo a Sirte, città a est della capitale Tripoli controllata dai jhadisti. Vale la pena ricordare che nel sottosuolo della zona introno a Sirte, nota come “la Mezzaluna Petrolifera”, si trova il 60% delle scorte di greggio del Paese Nordafricano.Kamal Abdallah, esperto in affari Nordafricani del centro studi strategici egiziano “al Ahram”, tuttavia, la capacità dell’Isis di esportare il gerggio “è sempliciamente un’illusione”. Interpellato dal quotidiano panarabo ha spiegato: “E’ facile per i jihadisti dell’Isis esportare il petrolio nelle zone che controllano in Siria e in Iraq dove ricorrono a metodi complessi ma collaudati. Nel caso della Libia le coste sono controllate ed è facile scoprire” un eventuale traffico.Secondo Abdallah, “il messaggio dell’Isis è diretto, per lo più, ai combattenti stranieri per attrarli a venire in LIbia”.

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