Uzbekistan: favorire lo sviluppo della società civile per migliorare la crescita nazionale

ROMA – La repubblica centroasiatica dell’Uzbekistan è stata spesso criticata dai media occidentali per quanto riguarda le libertà civili e la possibilità della popolazione di prendere parte al processo decisionale e formativo politico, economico e sociale del paese.

A contrastare tale idea è intervenuto però lo studio effettuato dalla delegazione dell’Independent Institute of Monitoring the Formation of Civil Society (IIMFCS) che ha effettuato una visita dal 21 al 28 giugno 2015 in Uzbekistan la quale ha permesso di constatare ed evidenziare lo sviluppo della società civile uzbeka e le misure adottate in questa direzione dal Governo come anche il rafforzamento della base legale ed istituzionale delle organizzazioni civili sociali.

I risultati di tale studio sono stati presentati dall’Ambasciata dell’Uzbekistan in Germania durante la Tavola Rotonda svoltasi lo scorso 8 luglio 2015 dal titolo “Actual issues of formation of civil society: experience of Uzbekistan and Germany” organizzata in partnership con la Fondazione Friedrich Ebert per quanto ha riguardato la parte tedesca.

La tavola rotonda ha permesso di sottolineare la natura delle riforme che l’Uzbekistan ha costantemente implementato durante gli anni seguendo il principio “From strong state – to strong civil society” il cui punto focale è quello di incrementare il ruolo dei cittadini nella vita socio-politica, di sviluppare un sistema di istituzioni che supportino la società civile e la sua integrazione all’interno del processo di amministrazione governativa. L’incontro è stato inoltre l’occasione per porre l’accento sulle riforme democratiche avviate dal Governo guidato dal Presidente Islam Karimov che hanno permesso di migliorare la partecipazione della popolazione uzbeka nello sviluppo socio-economico e politico.

Peer Teschendorf, Coordinatore regionale in Asia Centrale della Fondazione Friedrich Ebert, ha evidenziato che l’Uzbekistan ha realizzato una struttura legale solida ed abile nel supportare e rafforzare la società civile; in particolare l’adozione della leggi ‘Sulla partnership sociale‘ e ‘Sulla trasparenza della autorità e gestione pubblica’ sono state etichettate da Teschendorf come un importante passo per il miglioramento delle attività socio-politiche, sociali ed economiche dei cittadini e come una forma di rafforzamento del controllo riguardante l’eccessivo utilizzo dell’autorità.

Attualmente il numero delle organizzazioni non governative in Uzbekistan supera le 8 mila unità e la loro attività copre quasi tutti i campi delle vita pubblica; per tale motivo la Fondazione Friedrich Ebert ha affermato di apprezzare l’implementazione consistente delle misure per lo sviluppo della società civile in Uzbekistan e si è dichiarata pronta a fornire ulteriore assistenza ai partner uzbeki per progredire in tale processo. 

Eckhard Priller, ricercatore presso il Maecenata Institute for Philanthropy and Civil Society di Berlino, è intervenuto all’incontro dichiarando che durante gli anni dello sviluppo indipendente dell’Uzbekistan, il paese ha raggiunto importanti risultati nella formazione e supporto della società civile. L’implementazione delle misure ha fornito una base solida per costuire uno Stato democratico basato sull’applicazione delle leggi; a tal proposito Priller ha sottolineato come più di trenta atti legislativi sono stati adottati in tale campo a dimostrazione del fatto che il Governo di Tashkent pone una grande attenzione in questa direzione.

Edgar Klose, Presidente del Brandeburg Institute for Development and Support of Technologies and Innovations, ha affermato di apprezzare gli sforzi profusi dall’Uzbekistan nello sviluppo delle istituzioni civili; nella sua ottica, infatti, tali sforzi contribuiranno all’effettiva implementazione e risoluzione di molti dei problemi riguardanti lo sviluppo sostenibile del paese e favoriranno il possibile uso del vasto ‘capitale sociale’ della società uzbeka.

Durante la sua esperienza di osservatore per le elezioni presidenziali che si sono svolte in Uzbekistan il 29 marzo 2015, Klose ha potuto constatare l’elevato livello di partecipazione politica attiva della popolazione (più del 91% dei cittadini aventi diritto al voto ha partecipato alle elezioni), fattore che potrebbe essere utilizzato come buono esempio per molti paesi la cui affluenza alle urne raggiunge con difficoltà il 50%, tra cui è possibile segnalare anche l’Italia.

L’interesse tedesco per lo Stato uzbeko è da tempo consolidato e agli occhi di tutti, basti pensare che per quanto riguarda le importazioni dell’Uzbekistan la Germania si classifica al quinto posto con una incidenza del 4.3% (2013); ecco spiegato anche uno dei motivi per cui il Governo tedesco e le istituzioni accademiche e scientifiche si stanno adoperando per promuovere e migliorare la società civile uzbeka e favorire un’immagine maggiormente democratica del paese centroasiatico. Questo interesse profuso e continuo da parte di Berlino dovrebbe indurre anche l’Italia a rafforzare maggiormente i propri rapporti con l’Uzbekistan, paese che dispone di risorse energetiche e naturali significative e che ha avviato una apertura verso gli investimenti stranieri e le partnership economiche attraverso il recente ‘Programma di Denazionalizzazione e Privatizzazione delle Società di Capitali nazionali‘ ed attraverso una serie di decreti e misure presidenziali per il periodo 2015 — 2018 pensati per favorire lo sviluppo economico nazionale attraverso la partecipazione estera.

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