Pentagono contro membri coalizione: non agite contro l’Isis

WASHINGTON – Diversi membri della coalizione contro lo Stato islamico (Isis) in Iraq e Siria non fanno “nulla” per contribuire alla distruzione dei jihadisti. L’accusa è arrivata dal segretario alla Difesa Usa Ashton Carter.

E’ la prima volta che il capo del Pentagono assume una posizione così dura rispetto agli alleati, di solito descritti tutti impegnati nella lotta all’Isis.”Molti di loro non fa abbastanza, o non fa proprio nulla”, ha detto Carter in un’intervista alla Cnbc a margine del World Economic Forum a Davos, in Svizzera. “Noi possiamo fare molto da noi…ma stiamo cercando altri che facciano la loro parte”.In un’altra intervista a Bloomberg TV, il capo del Pentagono ha definito il raggrupamento di paesi contro l’Isis una “cosiddetta” coalizione, sottolineando così la frustrazione del Pentagono.Carter ha più volte sottolineato la necessità che uno specifico partner, la Turchia, rafforzi il suo impegno contro l’Isis. Ankara permette l’uso della base aerea di Incirlik, vitale per l’impegno militare. Tuttavia, finora, il canale che ha permesso ai jihadisti di raggiungere le aree di conflitto, passa per i suoi confini. “La Turchia è un amico da lungo tempo”, ha detto Carter parlando a Davos. Ma “la realtà è” che il suo confine “è stato poroso ai foreign fighter”.Carter ha inoltre sottolineato che c’è una “lista non piccola” di paesi che “potrebbero dare un contributo distintivo, unico e necessario per sconfiggere l’Isis. Il riferimento è a alcuni paesi arabi e del Golfo che sono nominalmente nella coalizione, ma di fatto sono più che altro impegnati nella coalizione contro i ribelli sciiti in Yemen, i quali sono sostenuti dall’Iran.

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