Libia, sull’orlo di una guerra civile

TRIPOLI – Continua la tensione a Tripoli dopo l’insediamento del governo di unità nazionale.

Il premier libico Fayez al Sarraj e sette ministri sono arrivati nella capitale il 30 marzo via nave e si sono installati in una base militare nonostante le minacce delle autorità islamiste, non riconosciute a livello internazionale, che controllano la città dall’estate del 2014. Poche ore dopo le principali strade di Tripoli erano sorvegliate da milizie e sono stati uditi colpi di arma da fuoco. Due compagnie aeree libiche, Afriqiyah airways e Libyan airlines, hanno sospeso i voli su Tripoli per ragioni di sicurezza. Inoltre la sede della tv Al Nabaa, vicina al governo islamista, è stata attaccata da uomini armati.  Le arterie principali della capitale sono state bloccate da membri di gruppi armati a bordo di mezzi militari, muniti di kalashnikov. I residenti, intimoriti, si sono ritirati in casa e numerose attività commerciali hanno chiuso i battenti. Insomma siamo sull’orlo ancora di una guerra civile.

Il capo del governo di Tripoli non riconosciuto dalla comunità internazionale, Khalifa el Ghwell, ha denunciato come illegale il governo di Sarraj, che è sostenuto dalle Nazioni Unite. “Coloro che sono entrati illegalmente e clandestinamente devono ritirarsi o tornare indietro sui loro passi” se non vogliono “assumersi le conseguenze legali” delle loro azioni, ha minacciato in un discorso televisivo.Da parte sua, il vice presidente del Congresso generale nazionale, Awad Abdelsadeq, ha affermato che Sarraj e i suoi ministri “sono entrati illegalmente” in Libia “con l’aiuto dei soldati e di qualche traditore”. Sarraj, accolto ieri da alti gradi della marina locale, al suo arrivo a Tripoli si è impegnato a fare della “riconciliazione” e della “soluzione alla crisi economica e della sicurezza” una sua priorità. Il premier designato ha quindi lanciato un appello a “unire gli sforzi dei libici per contrastare Daesh”.

Nel frattempo il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha auspicato in un comunicato che il governo di unità nazionale libico possa “cominciare il suo lavoro cruciale” per la Libia. L’Unione europea ha lanciato un appello “alle istituzioni e alle parti libiche” affinché “lavorino” con il governo di unità. Da parte sua, la Francia ha salutato “la coraggiosa decisione” del governo designato di trasferirsi a Tripoli per iniziare il lavoro. Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni ha accolto ieri con soddisfazione l’arrivo a Tripoli del Consiglio di Presidenza libico. “E’ un altro passo avanti per la stabilizzazione della Libia. Sulla base della determinazione del premier Serraj e del Consiglio Presidenziale sono ora possibili nuovi progressi per il popolo libico. L’Italia è stata sempre in prima linea con numerose iniziative diplomatiche per l’obiettivo della stabilizzazione della Libia”, ha dichiarato il ministro. Il governo di unità nazionale libico è stato formato dopo un accordo politico firmato a fine 2015 in Marocco, sotto egida delle Nazioni unite, dai deputati dei due Parlamenti rivali. Ma per essere ufficialmente investito, il governo dovrebbe ottenere la fiducia del Parlamento di Tobruk, ad ora sempre negata. 

 

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