Referendum Svizzera, reddito di cittadinanza bocciato

GINEVRA – Netta bocciatura in Svizzera per il “reddito di base incondizionato”, una sorte di reddito di cittadinanza che doveva assicurare 2.250 euro al mese a ogni cittadino svizzero o a chi risiedesse regolarmente nel Paese da almeno cinque anni.

Nel referendum il no ha prevalso con il 76,9%. La proposta, avanzata da un gruppo indipendente che prevedeva un reddito di 2500 franchi svizzeri (circa 2250 euro) per gli adulti e di 625 franchi (560 euro) per i minorenni, e’ stata boccata in tutti i cantoni elvetici mentre per passare avrebbe avuto bisogno di una doppia maggioranza, dei votanti e dei cantoni. L’idea era stata lanciata dal proprietario del Caffe’ Basilea Daniel Haeni anche per aiutare che fa lavori non retribuiti o mal pagati. In Svizzera il reddito medio e’ di circa 6700 franchi (5860 euro). Coloro che lavorano e guadagnano una cifra minore avrebbero avuto un’integrazione, ai disoccupati invece sarebbe andato l’intero importo. Secondo la proposta il reddito sarebbe stato incondizionato e non tassato e avrebbe sostituito i vari strumenti di welfare attivi nel Paese. La proposta nasceva dalla constatazione che in Svizzera si perdono sempre piu’ posti di lavoro a causa dell’automazione dei diversi settori produttivi. Non solo: sempre secondo i promotori, una percentuale significativa di persone svolge un lavoro non riconosciuto e non pagato, come la cura dei bambini o di parenti malati o anziani. Ad appoggiarla tra i partiti c’era solo qualche voce isolata nella sinistra rosso-verde, contrarie le forze di destra e di centro. Il governo di Berna si era subito dichiarato contrario e aveva stimato un conto federale salatissimo, 25 miliardi di franchi. Molti osservatori avevano fatto notare che un reddito di cittadinanza cosi’ alto avrebbe disincentivato il lavoro delle donne e messo in pericolo la meritocrazia.

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