Strage Istanbul, 16 arresti ma il killer è ancora in fuga

ISTANBUL – Dopo due giorni di intense ricerche, diversi arresti e le foto sui social di sospettati poi scagionati, il killer che ha ucciso 39 persone al Reina di Istanbul la notte di Capodanno risulta ancora in fuga e senza identità.

Iahke Mashrapov, il cittadino del Kirghizistan che era stato indicato come il presunto terrorista, infatti, è stato interrogato al suo rientro dalla Turchia ed è stato scagionato dalle autorità di Bishkek. “Il comitato per la sicurezza nazionale ha indagato sul possibile coinvolgimento di un cittadino dei Kirghizistan nell’attacco di Istanbul” e “ha inviato una richiesta in questo senso ai colleghi turchi”, ha dichiarato Rakhat Soulaymov, portavoce del servizio. Mashrapov è stato poi rimesso in libertà senza alcuna accusa, hanno rivelato i media locali citando il Comitato. Il ministero degli Esteri del Paese ha dal canto suo giudicato “improbabile” il coinvolgimento del cittadino nell’attentato. Lo stesso Mashrapov aveva dichiarato la sua innocenza in un’intervista rilasciata ai media kirghizi. Secondo AKIpress, Mashrapov stamani è giunto all’aeroporto di Bishkek dalla Turchia. L’uomo ha spiegato che il 1 gennaio è volato a Istanbul da Bishkek per questioni commerciali, ma al ritorno le forze dell’ordine turche lo hanno prelevato dall’aeromobile e interrogato ma poi lo hanno lasciato rientrare a Bishkek.

Intanto le autorità turche hanno intensificato gli sforzi per identificare l’autore della strage, che sembra aver una preparazione militare e potrebbe aver combattuto anche in Siria per l’Isis, che ieri ha rivendicato l’attentato che ha causato la morte di 39 persone, per la maggior parte stranieri, 27 in tutto. La polizia turca ha diffuso le foto del sospettato all’uscita dal Reina dopo la sparatoria, durata sette minuti in cui l’uomo ha sparato tra i 120 e i 180 proiettili e soltanto 28 di questi non hanno raggiunto il bersaglio. L’uomo ha usato granate stordenti per distrarre e confondere le persone all’interno della discoteca e colpire meglio le vittime, ha spiegato Hurriyet parlando della dinamica dell’attentato. Le autorità stanno inoltre valutando la conoscenza del killer del locale e delle uscite di sicurezza, anche le tre che sono normalmente usate e conosciute soltanto dal personale. Haberturk sottolinea che l’uomo ha scelto bene dove nascondersi per cambiarsi, cioè nella cucina, dove non è entrato sparando ma soltanto in un secondo momento. Gli investigatori, secondo il quotidiano turco, infine, stanno valutando se l’attentatore avesse dei complici all’interno che gli abbiano facilitato la fuga. E’ stato diffuso anche un altro video del sospettato che si riprende vicino piazza Taksim ma non è chiaro da dove provenga e se sia servito a mandare un messaggio all’Isis per confermare la sua presenza a Istanbul. Il sospettato secondo le uniche informazioni che circolano sui media turchi sarebbe o kirghiso o uzbeko, sarebbe arrivato dalla Siria in Turchia e avrebbe affittato un appartamento a Konya a novembre insieme alla moglie e a due figli prima di spostarsi a Istanbul.

Attualmente sono 16 gli arrestati nell’ambito delle indagini, tra questi anche due stranieri che sono stati fermati all’aeroporto Ataturk di Istanbul. Secondo l’agenzia Dogan tra gli arrestati c’è anche una donna che dovrebbe essere la moglie del sospettato e che si trovava a Konya insieme a due bambini. La donna ha dichiarato alla polizia di aver appreso dell’attentato dalle notizie in tv. La polizia intanto avrebbe fatto progressi nelle indagini grazie alla testimonianza del tassista che ha portato l’attentatore dal club a Kurucesme e tracciando le chiamate che l’attentatore ha fatto durante il tragitto dal cellulare del tassista parlando in turco. Secondo Hurriyet il killer del Reina sarebbe stato addestrato a combattere nelle aree residenziali della Siria e ha usato questa tecnica nell’attacco al club, ha sottolineato l’editorialista Abdulkadir Selvi. “E’ un terrorista addestrato in maniera speciale e si aggira ancora pericolosamente tra di noi”, ha aggiunto Selvi.  

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