Strage Manchester, soldati in strada, rischio attacco “imminente”

MANCHESTER – La Gran Bretagna ha schierato i soldati per le strade nei pressi degli obiettivi sensibili in un Paese in massima allerta per il rischio di un attacco imminente dopo l’attentato kamikaze di lunedì al concerto di Ariana Grande a Manchester. I servizi di sicurezza pensano che l’attentatore, il 22enne britannico di origine libica Salman Abedi, probabilmente sia stato aiutato da altri per compiere il massacro che ha ucciso 22 persone, tra le quali una bambina di soli otto anni.

La ministra dell’Interno Amber Rudd ha detto che Abedi era nel radar dell’intelligence prima dell’attacco di lunedì sera al concerto della popstar amata dai ragazzini. I servizi di sicurezza cercano di ricostruire gli ultimi movimenti di Abedi, mentre i media scrivono che era tornato di recente dalla Libia e forse era stato anche in Siria. Rudd non ha voluto dare informazioni su Abedi ma ha detto alla BBC radio: “E’ stata un’occasione devastante, è stato più sofisticato di alcuni attacchi che abbiamo visto in precedenza, e sembra probabile, possible, che non abbia agito da solo”. 

La ministra ha detto di non esser “per nulla sorpresa” che l’attacco sia stato rivendicato dallo Stato islamico, m non ci sono informazioni che provino il coinvolgimento attivo dell’organizzazione terroristica. La premier Theresa May ha posto la Gran Bretagna al livello di allerta massima “critica” per la prima volta dal giugno 2007, dopo un attacco all’aeroporto di Glasgow. L’ultima volta che l’esercito è stato schierato in strada è stato in quell’occasione. I soldati presidieranno luoghi quali Buckingham Palace, Westminster e le ambasciate a Londra per rendere disponibile la polizia armata a compiti antiterrorismo. May ha detto che un nuovo attacco “potrebbe essere imminente”, ma ha sottolineato che i militari restano sotto il comando della polizia. “E’ un’organizzazione temporanea per rispondere a un evento eccezionale” ha sottolineato Rudd. Il cambio della guardia davanti a Buckingham è stato cancellato stamani e il Parlamento ha disdetto tutti gli eventi pubblici. Tra due settimane, l’8 giugno il Paese va alle urne per le elezioni legislative anticipate.  

L’attacco terroristico è stato il più grave dal 7 luglio 2005 quando quattro kamikaze ispirati da al Qaida attaccarono la rete di trasporti di Londra durante l’ora di punta, uccidendo 52 persone. Una coppia polacca residente in Gran Bretagna è confermata tra le vittime di Manchester, insieme alla quindicenne Olivia Campbell, la cui madre aveva lanciato un accorato appello quando la ragazzina risultava ancora tra i dispersi. Vicino a una foto di Olivia, Charlotte Campbell ha scritto su Facebook: “RIP mia cara preziosa meravigliosa ragazza Olivia Campbell presta troppo presto vai a cantare con gli angeli e continua a sorridere mamma ti ama tanto”. Un totale di 59 persone sono ricovertae, venti ancora in condizioni critiche. Dodici hanno meno di 16 anni. I media britannici dicono che Abedi era nato a Manchester e che i suoi genitori libici erano fuggiti nel 1980 dal regime del dittatore Muammar Gheddafi. Ieri la polizia ha effettuato un raid armato nell’indirizzo di Manchester dove si ritiene vivesse Abedi, facendo saltare la porta per accedere all’abitazione dopo aver arrestato un 23enne, che secondo i media è il fratello. Stamani è stato annunciato l’arresto di altri tre uomini che sarebbero coinvolti nell’attacco. Abedi studiava economia all’università di Salford, ma aveva lasciato gli studi. 

 Il piano per lo schieramento dell’esercito, mai utilizzato finora e soprannominato Operation Temperer, era stato presentato dopo gli attacchi terroristici di Parigi a novembre 2015 e si ritiene coinvolga cinquemila militari. La polizia britannica ha annunciato un inasprimento delle misure di sicurezza per i prossimi eventi sportivi tra cui la finale della FA Cup di calcio.

 Quello di Manchester è l’ultimo di una serie di attacchi rivendicati dall’Isis in tutta Europa in coincidenza con la ripresa dell’offensiva della coalizione guidata dagli Usa contro gli ultimi bastioni del gruppo in Siria e Iraq. In una città nota in tutto il mondo per le sue squadre di calcio e per i gruppi pop come Oasis, The Stone Roses, The Smiths e Take That, le star dello showbusiness e dello sporto si sono uniti ai leader mondiali per esprimere il loro dolore. “le parole non rendono giustizia a ciò che sentiamo. Siamo paralizzati” ha detto Ed Woodward, vicepresidente del Manchester United, che stasera gioca la finale dell’Europa contro il colosso di Amsterdam Ajax. I giocatori indosseranno fasce nere al braccio nella partita di Stoccolma e verrà osservato un minuto di silenzio. Ieri sera nel centro di Manchester migliaia di persone si sono riunite per una veglia di preghiera interreligiosa davanti al municipio. 

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