Strage Tolosa. Il killer è morto. Si è buttato dalla finestra

ROMA – Mohammed Merah è morto dopo 32 ore di assedio raggiunto da un proiettile alla testa. Il killer accusato di aver compiuto 7 omicidi ha sparato con le armi in suo possesso e poi si è gettato dalla finestra del bagno, mentre le teste di cuoio francesi facevano irruzione nel suo appartamento lanciando bombe accecanti e gas paralizzanti.

Prima del blitz il RAID aveva  introdotto una microcamera spia nell’appartamento in cui si era barricato il killer e solo quando la microcamera è arrivata alla porta del bagno, il giovane  è uscito allo scoperto e ha cominciato a sparare contro la polizia prima di gettarsi dalla finestra e correre in strada dove un proiettile lo raggiungesse alla tempia. Durante lo scontro a fuoco  due agenti sono rimasti feriti. Didier Martinez, portavoce del sindacato dei poliziotti ha parlato di una scena impressionante., riferendosi ai concitati momenti in cui il killer  si è lanciato dalla finestra del suo appartamento continuando a sparare. Il sindacalista precisa che anche diversi vicini hanno assistito alla scena affacciati alle finestre. “Fino all’ultimo – ha aggiunto Martinez – Merah ha tentato di fare più danni possibili, più vittime possibili. Fingendosi morto per ore, ha ingannato tutti”.

Così il 24enne algerino è morto con le armi in pugno esattamente come aveva promesso. Indossava anche un giubbotto antiproiettili. Insomma non ha voluto arrendersi fino alla fine  e, quindi, non si saprà nulla oltre a quello  già  emerso e che non è bastato però a fermare la follia criminale. Proprio su questo  punto oscuro  si dovrà fare chiarezza anche perchè la vicenda getta inevitabilmente discredito sull’operato dei servizi di sicurezza anti terrorismo, i quali  se non avessero sottovalutato Merah avrebbero probabilmente  potuto evitare questo eccidio.

Nel frattempo il Presidente francese, Nicolas Sarkozy si congratula con  le forze dell’ordine, anche se la richiesta di catturarlo vivo non è stata rispettata. “In questo istante -si legge in un comunicato stampa dell’Eliseo- pensiamo in modo particolare le persone uccise e ferite dal presunto attentatore. Ma non solo l’inquilino dell’Eliseo ha già preso un provvedimento, chiedendo al   ministro della Giustizia di condurre una riflessione sul propagarsi elle ideologie  fondamentaliste  in ambiente carcerario. “Le nostre prigioni non devono essere dei vivai di indottrinamento”, ha  detto Sarkozy.

 

La rivendicazione

E’ arrivata la rivendicazione da una cellula considerata vicina ad Al Qaida che si dice responsabile della strage compiuta nella scuola ebraica di Tolosa. Con un comunicato in lingua araba diffuso da alcuni forum jihadisti, tra cui quello degli Ansar, il gruppo denominato ‘Falange Tareq Bin Zayad – Brigata Jund al-Khilafà annuncia che «il 19 marzo uno dei nostri cavalieri dell’Islam, Yousef il francese, ha riempito i nostri cuori diffondendo il terrore in quelli dei miscredenti, con un’operazione che ha colpito le basi dell’alleanza cristiano-sionista. Annunciamo quindi la responsabilità di questa operazione benedetta».

Nel comunicato i terroristi aggiungono che «si tratta di una vendetta contro Israele per quello che ha fatto a Gaza, che non passerà senza una punizione. I musulmani, ovunque, sono pronti a vendicare quanto accade in Palestina e in Afghanistan». Nel comunicato, che porta la data di oggi, si chiede anche alla Francia di «rivedere la sua politica nei confronti dei musulmani». Inspiegabilmente, nel testo si parla di Yousef il francese, senza menzionare mai direttamente il giovane Mohammed Merah. La nota è stata inserita in alcune sezioni dei forum jihadisti accessibili a tutti gli utenti e non solo alle cellule di al-Qaeda riconosciute e questo alimenta i dubbi degli esperti sulla sua autenticità. La firma usata, quella di «Falange Tareq Bin Zayad – Brigata Jund al-Khilafa» è l’insieme di due sigle già note. La prima, Tareq Bin Zayad, è il sottogruppo di al-Qaeda nel Maghreb islamico che ha rivendicato il sequestro dell’italiana Maria Sandra Mariani in Algeria, mentre la seconda parte della sigla, Jund al-Khilafa, è quella usata da un gruppo jihadista uzbeko.

 

 


 

ORE 10,57 – Tre fortissime esplosioni sono state udite dai giornalisti che si trovano a breve distanza dal luogo dell’assedio attorno alla casa di Mohammed Merah a Tolosa. Lo ha reso noto il corrispondente di France 24.

ORE 10,28 – Il ministro dell’Interno francese, Claude Gueant, è giunto a una postazione di comando avanzato che si trova a circa 50 metri dalla casa in cui è asserragliato il killer, nella rue Sergent Vignè. Al momento, secondo quanto si apprende, è in corso una riunione con il direttore generale della polizia, Frederic Pechenard, con il direttore della polizia giudiziaria, Christian Lothion, con il capo del RAID (le teste di cuoio), Amaury de Hauteclocque, e con il procuratore di Parigi, Francois Molins.

ULTIMORA – Il killer, ammesso sia ancora vivo, avrebbe detto di voler morire con le armi in pugno. Questo è quanto ha riferito il ministro francese dell’Interno Claude Gueant. Ma al momento dall’abitazione del giovane algerino è calato il silenzio assoluto.
Intanto il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, ha detto stamane che bisognerà fare «chiarezza» su eventuali errori dei servizi di informazione francesi nella sorveglianza di Mohamed Merah. Infatti com’è stato ricordato ieri del 24enne algerino si conosce praticamente tutto: vita, morte e miracoli. Ma allora perchè non è stato fermato prima che potesse commettere i sette omicidi? Se il  killer di Tolosa era già conosciuto ai servizi di sicurezza francesi sia per la sua fedina penale sporca sia per le sue esperienze come volontario nella Jihad, in Afghanistan e Pakistan, dove era stato segnalato? Insomma, nonostante quanto emerso, nessun provvedimento di sorveglianza è stato adottato su di lui, specie al rientro in Francia dai campi di addestramento dei guerriglieri, nè si è agito contro di lui per 10 giorni durante i quali ha ucciso 7 persone a Tolosa.


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ROMA – Possibile che un solo ragazzo di quasi 24 anni, tra l’altro disagiato come riportano i giornali locali, riesca a tenere in scacco il RAID, uno dei corpi d’elite della Polizia francese? Strano a dirsi, ma sembra che le cose stiano proprio così.  Insomma Mohammed Merah, il terminator di Tolosa, come certi giornalisti lo hanno soprannominato,  considerato l’autore della strage di tre giorni fa nella scuola ebraica ‘Ozar Hatorah’, costata la vita a un rabbino e a tre minorenni, nonchè l’assassino di tre paracadutisti, non molla e da oltre 30 ore è asserragliato nel suo appartamento al civico 17 di rue Sergent Vignè. Durante questa notte  la negoziazione a intermittenza attraverso un walkie-walkie sembrava essersi conclusa senza un esito positivo  e l’ultimatum per la resa è stato spostato alla mezzanotte. E’ stata tagliata la corrente elettrica in tutto il quartiere, facendo calare un buio pesto. Poi stando alle notizie dei media locali si sono udite delle esplosioni  che la Polizia dice di aver provocato appositamente per intimorire il killer. Insomma, persuaderlo ad arrendersi era l’obiettivo anche del negoziatore. Ma questa ipotesi non si è verificata. Almeno per ora.

Poi, sempre durante la notte, si è parlato di diversi colpi d’armi da fuoco provenienti proprio nelle immediate vicinanze dell’abitazione di Merah, diventato il drammatico luogo operativo delle teste di cuoio francesi. Trecento persone armate fino ai denti con a disposizioni strumenti tecnologici avanzatissimi. Ma il presunto assassino, che si è dichiarato membro di Al Qaida non vuole cedere. O è già morto, visto che non arriva più nessuna risposta dall’appartamento del presunto terrorista che si sarebbe addestrato nei campi jihadisti  nel Waziristan tra l’Afghanistan e il Pakistan. Oppure gli ordini di Sarkozy devono essere osservati alla lettera, senza se e senza ma,  ovvero “prendere vivo il killer che nel giro di pochi giorni ha ammazzato 7 persone, tre delle quali erano dei bambini. E forse, come Mohammed stesso ha detto al negoziatore, ne avrebbe ammazzate molte di più. Questo, dice, è il suo unico rimpianto.

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