La crisi non molla la presa. Sulle famiglie stangata da 2467 euro. Spread in salita

ROMA – Monti  e i ministri vanno a giorni alterni. Un giorno ottimisti, quello dopo pessimisti. Non solo, si alternano anche nelle previsioni per il futuro del nostro Paese.

Intanto le Borse europee vivono una nuova giornata nera  con Piazza Affari che perde il 3,83% e conquista un amaro record, lo spread, il differenziale fra titoli di stato italiani e Bund tedeschi supera il limite di guardi e tocca i 410 punti base.  Sulle famiglie si abbatta una stangata da 2467 euro in un anno. Brutti segnali. La speculazione torna a farsi sentire dopo i risultati delle presidenziali francesi e le dimissioni del premier olandese. Monti  si raccomanda “ rigore, ci vuole rigore ,sempre rigore”, quando si rivolge ai cittadini, ai lavoratori, ai pensionati. La crisi è pesante, i sacrifici servono per evitare il peggio  Quando  si rivolge a interlocutori internazionali, alla tecnocrazia europea o ai possibili investitori, come ha fatto nel lungo viaggio nei paesi asiatici, mostra ottimismo. la crisi nella sua fase più acuta è superata.

Fornero ai metalmeccanici: ci vuole serenità
Vediamo i ministri. Fornero non ripone mai nel cassetto la bacchetta. Pensioni, certo il prezzo da pagare è pesante ma ci voleva la “riforma” per  renderci  credibili  in Europa e nei mercato internazionali, articolo 18 andava cambiato di più. “Basta lamentarsi,” “ci vuole serenità”. Ed è andata a dirlo ai metalmeccanici della Alenia, più di mille “esodati” senza conoscere il loro futuro.  Ma siccome le tute blu sono ben educate  non gliene hanno mandato a dire, riservandole anche un applauso di cortesia,. Dice Airaudo, della segretaria nazionale della Fiom che, dopo aver sentito Fornero, i lavoratori avranno un motivo più per scioperare. Poi ci sono due ministri Passera e Giardi i quali individuano nella riduzione della spesa pubblica la carta vincente per la ripresa. Ma c’è un vice ministro per l’economia,  Vittorio Grilli, il quale di fronte a una commissione parlamentare dice che “dal punto di vista congiunturale il taglio della spesa pubblica non facilita la crescita. Tagliando la spesa pubblica  d’impatto l’economia non va meglio. Ci vorrebbe un ribilanciamento con tagli della pressione fiscale e investimenti”. Insomma è come il gatto cane che si morde la coda.

Il vice ministro Grilli. Nel 2020 andremo bene
Lo stesso Grilli non può negare che l’ammalato non ha preso neppure un brodino. Il Pil viene visto al ribasso dello 0,8 e per l’anno in corso  ancora  in negativo -1,2% Ma il vice ministro pensa che nel 2013 si andrà meglio prevedendo un + 0,5%. Dimentica che questo “più” avviene dopo una serie negativa  e che non si può considerare neppure una boccata di ossigeno. Ma, sempre Grilli, nel 2014 e nel 2015 andrà meglio e nel 2020 si dovrebbe registrare un + 2,4%. Già, ma forse a quella data l’ammalato può essere morto.  La realtà, ottimismi o pessimismi governativi a parte, è che il potere d’acquisto delle famiglie è ai minimi storici, come denunciano Rosario Trafiletti ( Federconsumatori) e Elio Lannutti ( Adusbef). Nonostante ciò devono far fronte ai prezzi sempre più cari e ad una tassazione sempre più elevata. Dai beni di largo consumo alla micidiale stangata sui carburanti  (la verde record a 1918 euro), dall’IMU all’aumento delle addizionali regionali e comunali, per non parlare dell’ulteriore aumento dell’IVA da settembre- rilevano le due associazioni dei consumatori- la stangata complessiva sarà di oltre 2.467 euro annui a famiglia. Se il ministro Fornero prestasse attenzione a questi numeri forse  non direbbe “basta con le lamentele”, “ ci vuole serenità”.

Federconsumatori e Adusbef:il governo smetta di recitare
“E’ indispensabile intervenire avviando una nuova fase di sviluppo. Investimenti per la ricerca e l’innovazione, eliminazione degli sprechi, e una lotta determinata all’evasione fiscale devono essere i primi passi. Ma- affermano Trafiletti e Lannutti- da sole queste operazioni non bastano: è necessario agire anche per il recupero del potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso, avviando maggiori controlli sulle speculazioni ed annullando qualsiasi ipotesi di nuovo aumento della tassazione, a partire da quello dell’IVA previsto per settembre. Invitiamo il governo a prendere atto della situazione smettendo di recitare: “lavoriamo per la crescita”, e faccia fatti concreti che rimedino, anche  agli errori clamorosi come quello degli esodati e la tassazione delle famiglie“.  E cresce, si allarga il fronte della iniziativa , della  mobilitazione dei lavoratori, dei pensionati,, con scioperi, manifestazioni , che coivolgono fabbriche, aziende, di tutti i settori, privati e pubblici.La Cgil  prepara la manifestazione del 10 maggio contro la precarietà e lo sciopero generale.

La fiducia dei cittadini al minimo storico
Non c’è da meravigliarsi se  in una situazione che mette a rischio, quando non li ha   già devastati, i bilanci delle famiglie, cresca la sfiducia dei cittadini come certifica l’Istat nella fotografia, impietosa, dello stato del Paese.  Tutte le componenti del clima che determinano il grado di fiducia  volgono al negativo, situazione economica generale, situazione futura e situazione corrente  sono ai minimi termini.  Dai 96 punti di marzo siamo scesi a 89, l’indice  più basso dal 1997. Disoccupazione, risparmio della famiglia, acquisto di beni durevoli, aumento dei  prezzi, sono alcune delle voci che più incidono su questa caduta verticale della fiducia. Domanda a Fornero: come si fa ad essere sereni?

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