Pensioni da miseria. Un italiano su due è sotto i mille euro. L’Italia affonda

ROMA – Oggi l’Istat  ha presentato il rapporto sulle pensioni condotto assieme all’Inps con il quale ha stilato  una vera e propria mappatura su quanto percepiscono i cosiddetti “fortunati”, ovvero quelli che alla pensione ci sono arrivati.

Insomma dopo una vita di lavoro si scopre che nel 2010 la metà dei pensionati non arriva neppure a mille euro al mese. Parliamo di 7,6 milioni di persone su un totale di 23,8, tra le quali il 14,4%, 2,4 milioni, non superano neppure la soglia dei 500 euro.  E non finisce qui, perchè tra i pensionati le donne, che sono il 53% del totale, percepiscono assegni d’importo medio pari a 12.840 euro, inferiore del 30,35% rispetto ai 18.435 euro degli uomini. Un panorama davvero sconfortante che era già ben conosciuto dagli economisti.
Insomma l’Istat non ha divulgato dati che sanno di novità, tant’è che esattamente due anni fa, nel 2010, aveva presentato uno studio analogo che arrivava alle medesime conclusioni, ovvero che in Italia un pensionato su due era povero. Il fatto è che in questi due anni non è cambiato praticamente nulla, mentre la forbice della crisi si è allargata e il costo della vita diventato insostenibile.

Accade così che anche oggi – e forse solo per questa giornata – si registri questa allarmante notizia  che inevitabilmente lascia spazio ai commenti e alle sensibilizzazioni rivolte ad un governo che finora ha penalizzato le fasce sociali dei più deboli. Come dice il vicepresidente vicario della Confesercenti e presidente della Fipac, Massimo Vivoli “, è assurdo che in un paese come l’Italia la metà dei pensionati debba lottare per sopravvivere con meno di 1000 euro al mese e che un 10% percepisca una pensione addirittura inferiore ai 500 euro. E tutto questo a fronte di una pressione fiscale crescente, soprattutto a carico dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, di un potere d’acquisto in caduta libera e di continui aumenti dei prezzi in buona parte legati al costo dei carburanti”.
C’è solo da sperare riprendendo le parole di Vivoli, che questi dati “contribuiscano a sensibilizzare le forze politiche ed il Governo, mettendo in campo misure incisive, realmente capaci di sottrarre milioni di pensionati alla condizione di disagio in cui sono costretti a vivere”.

Insomma meglio evitare di ascoltare la solita storia, ovvero che in passato il tenore degli italiani è stato più alto di quello che potevano permettersi. Ormai a questa filastrocca non ci crede più nessuno, tant’è che la fotografia economica dell’Italia parla da sola.  Non solo abbiamo i salari più bassi d’Europa come ha riportato l’Ocse e confermato l’Istat, ma se a questi dati ci aggiungiamo pure questi sulle pensioni viene da chiedersi come si potrà  far ripartire una politica economica senza soldi che continua ad avvitarsi su se stessa. Intanto il premier Mario Monti, continua la guerra dei numeri imposti dalla UE, per salvare un’Italia che però ha smesso di crescere da un pezzo. Si parla di cure, di rilancio, di domanda e di investimenti strutturali per una crescita addirittura sostenibile. E oggi addirittura Bankitalia ha riportato nel Rapporto di stabilità finanziaria dicendo che l’Italia ha fatto “progressi rilevanti” per migliorare i conti pubblici. Poi però ammette che “risente del contagio e della recessione”.

Per usare una metafora abbastanza eloquente la manovra Monti si potrebbe tradurre così: immaginatevi una grande barca di legno, come quella usata da Noè per intenderci, che naviga in mezzo al mare. Al comando un barbuto Monti che dirige la rotta. Ma c’è un piccolo problema. La carena della grossa imbarcazione è bucata come un gruviera. Allora il comandante invita tutti quanti a togliersi i vestiti per bloccare le falle e così tutti i  presenti si denudano per evitare l’affondamento. Ma c’è un piccolo problema: la nave è diretta al polo nord. E il freddo inizia già a farsi sentire.

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