Intervista a Panini (Cgil). Primo Maggio, la Festa del lavoro che non c’è

ROMA – Surreale. Si potrebbe definire con questa parola il Primo Maggio, la Festa del lavoro. “ Già- dice Enrico Panini, segretario confederale della Cgil, responsabile dell’Organizzazione- è la festa di una cosa che non c’è, il lavoro appunto.”

Inizia così la nostra conversazione per cercare di dare una immagine , di come i lavoratori reagiscono alla crisi economica, sociale,  che colpisce duramente milioni di persone, donne, giovani, anziani. “Una situazione  molto difficile- dice il dirigente della Cgil- che si combina con la crisi politica. Una miscela pericolosa che può avere anche sbocchi autoritari”.  Ripartiamo dal “lavoro che non c’è”, da quello precario, dal lavoro nero, dal lavoro che cambia “ ma non in meglio.” Unificazione del mondo del lavoro, sviluppo e crescita: queste parole le ritroveremo negli striscioni, nei manifesti, verranno  gridate da una marea   di lavoratori, di pensionati ,  che parteciperanno ai cortei, alle manifestazioni. “  Proprio mentre la durezza della crisi  si fa sentire non c ‘è rassegnazione. Cresce la voglia di dare battaglia, di partecipare, di  essere protagonisti.  Rispetto agli anni passati alle manifestazioni storiche, tradizionali ormai- sottolinea Panini- se ne aggiungeranno molte altre, nei piccoli centri, là dove c’è anche una sola impresa, una sola azienda. Il sindacato lancia un messaggio positivo. Non ci si deve rassegnare all’idea di un declino del Paese. Messaggio che è stato raccolto”.  Le manifestazioni  parleranno di occupazione che non c’è, dei cinque milioni  di persone che non hanno lavoro, i disoccupati  più tre milioni, giovani in particolare, che n on provano più nemmeno a cercarlo il lavoro. Sono disperati. Ogni loro tentativo di trovare un posto è andato fallito.

 

Gli “scoraggiati” e gli “ esodati” senza futuro

Al più qualche mese da precari. Con i disoccupati ci sono questi giovani, gli “scoraggiati, milioni di giovani, un urlo nel silenzio, bisogna andare oltre la rassegnazione, chiedere al governo risposte, provvedimenti immediati. “ Non possiamo accettare misure- prosegue il dirigente della Cgil- che fingendo di dare ai giovani tolgono ai padri. Il 10 maggio la Cgil ha promosso una manifestazione nazionale contro la precarietà, per unificare davvero il mondo del lavoro. Poi ci sono gli “ esodati”, senza salario e senza pensione. C’è voluta una forte mobilitazione perché Fornero  ci convocasse per il  maggio,si rendesse conto che il problema l’ha creato una riforma delle pensioni sbagliata,dannosa.   “  Nel disegno di legge per la riforma del mercato del lavoro abbiamo segnato un punto a nostro favore che riguarda un capitolo molto importante. L’articolo 18 un segno, espressione di civiltà, un deterrente, grazie alle iniziative che abbiamo portato avanti, è stato salvato, anche se ora torna in discussione il testo che il governo aveva presentato dopo gli incontri e il via libera  da parte dei partiti che lo sostengono. L’annuncio del capogruppo del Pdl al Senato che se  proprio la parte che riguarda la flessibilità in entrata e in uscita   non viene cambiata, a sfavore dei lavoratori, il partito di Berlusconi e Alfano non lo voterà ci rafforza nella mobilitazione. Seguiremo passo passo il dibattito parlamentare.”  Già la flessibilità, quello che ci chiedono i tecnocrati dell’Unione europea . “ Vedi- sottolinea Panini- spesso non si misurano le parole.   Come risulta da tutte le statistiche noi siamo il Paese dove c’è più flessibilità sia a livello europeo che mondiale. Allora che ci vengono a  raccontare?  Malgrado questa grande flessibilità l’occupazione è andata sempre più calando”.

 

Ci sono anche gli “ammortizzati”privi di lavoro

Veniamo a un’altra ,nuova categoria “ gli ammortizzati”. Panini ce la spiega così:  “Non è vero – afferma-che per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali siamo in presenza di grandi innovazioni. Si potrebbe dire come prima o anche peggio di prima. Gli ammortizzatori non sono universali, da una certa data in poi si ridurrà  la copertura, poi cesserà.  E si creano gli “ ammortizzati” che noi avranno alcun futuro. Troveranno un lavoro, dice Fornero. Già ma il lavoro non c’è. E non ci sarà se non si investe, se non si riducono le tasse ai lavoratori,  se i salari  restano a livelli fra i più bassi d’ Europa, se  continuerà la perdita del potere d’acquisto delle famiglie, se i consumi non riprenderanno. Per non parlare dei pensionati. Si scopre che il 50% ha un assegno inferiore ai mille euro e un quarto non raggiunge i 500 euro.  Dove si trovano i soldi? Dal vocabolario del governo è scomparsa la parola patrimoniale. L’esecutivo deve operare  e dire che le tasse vanno pagate , mentre ce chi non le hai mai pagate”.  Nel racconto del Primo Maggio un posto rilevante spetta ai rapporti fra Cgil, Cisl, Uil. Le manifestazioni saranno unitarie. A Rieti parleranno insieme  Camusso, Bonanni, Angeletti.  Nel pomeriggioo a Roma il “ concertone”.“

Importante l’aver ripreso il filo dell’unità sindacale

L’aver ripreso il filo interrotto dell’unità è sempre un fatto importante- sottolinea Panini_ lo è ancor di più nella attuale situazione. Su molti problemi che riguardano la crisi e come uscirne siamo d’accordo. Restano diversità, anche su questioni rilevanti. Così come ce ne sono su come portare avanti la mobilitazione a partire dallo sciopero generale che la Cgil ha in programma. Abbiamo deciso tre manifestazioni unitarie dei pensionati, ma la mobilitazione ha bisogno din ounti di forza e la Cgil manterrà la sua autonomia. Insieme dobbiamo lavorare per  definire un programma, un idea del Paese che vogliamo”. Il racconto si chiude con Panini che la “volontà dei lavoratori per far uscire l’Italia dalla crisi è molto forte  e richiede  risposte dalla politica”. L’antipolitica? “ Tutto ciò che si riassume sotto questo nome  ha odore di vecchio, sa di demagogia, populismo, è una semplificazione della democrazia  che può dar vita a autoritarismi. L’antipolitica è antidemocrazia.


C’è bisogno di tanta politica, di buona politica

 Per questo  c’è bisogno di tanta politica, di buona politica.  I partiti devono darsi regole e rispettarle. La trasparenza  e la partecipazione in primo luogo regole da rispettare.  La Cgil si è mossa su questa strada e il consenso dei lavoratori dimostra che è una strada giusta. C’è una moralità della politica che, senza fare di ogni erba un fascio, è stata ferita. Nomi e cognomi li conosciamo tutti. Occorre ridare  senso, prestigio alla politica. Quando si parla di crescita sarebbe utile aggiungere la parola democratica.

Quest’anno il Primo Maggio è caratterizzato da un momento molto difficile per il paese, ma il sindacato lancia un messaggio positivo, soprattutto ai giovani: non ci si deve rassegnare all’idea di un declino inevitabile del Paese. La CGIL conferma la sua moblitazione. Presidiamo il dibattito parlamentare per non far peggiorale il Ddl sul lavoro. Primo incontro positivo con Bonanni e Angeletti

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