Messico. La guerra dei narcos e quei nove impiccati

NUEVO LAREDO (MESSICO) – Ancora orrore in Messico. Attorno all’una di notte, presunti sicari del cartello dei Los Zetas hanno impiccato cinque uomini e quattro donne, che avevano torturato in precedenza, ad un ponte di Nuevo Laredo, nel nordest del Paese, a ridosso dell’omonima città Usa. Lo hanno reso noto fonti della polizia locale, precisando che accanto ai corpi è stato trovato un ‘lenzuolo-messaggiò del gruppo, in cui si accenna alla disputa per il controllo della zona – da dove passa il 40% delle droghe smerciate negli Usa – con il Cartello di Sinaloa, capeggiato da Joaquin “El Chapo” Guzman, il narcoboss più ricco e potente del Paese.

A distanza di qualche ora dal terribile eccidio,  in una camionetta posteggiata davanti alla sede dell’Associazione degli agenti doganali della città, sono stati rinvenuti, rinchiusi in sacchi di plastica, 14 cadaveri fatti a pezzi e decapitati. Le loro teste, hanno reso noto le autorità locali, sono state invece trovate, collocate in varie file, a pochi passi dalla sede del municipio. Nel primo caso, addossato al ponte, è stato trovato un ‘lenzuolo-messaggio’ firmato dal narcocartello dei Los Zetas. 

Una vera e propria guerra civile senza esclusione di colpi, con decine di migliaia di morti fra criminali, agenti di polizia e giornalisti. Soprattutto gli operatori dell’informazione sono presi di mira dalle truppe dei narcos. Il governatore di Veracruz, Javier Duarte de Ochoa, ha espresso le sue condoglianze ai familiari dei tre fotoreporter assassinati a Veracruz, i cui corpi, insieme a quello della fidanzata di una delle vittime, sono stati rinvenuti ieri in un canale nella zona portuaria della città messicana. «In nome del governo di Veracruz – ha scritto il governatore in un comunicato stampa – lamento profondamente questi omicidi; ripudiamo queste atrocità – ha aggiunto il capo dell’esecutivo statale – che addolorano tutti i nostri cittadini». Parole di condanna sono state espresse, tra gli altri, anche dalla portavoce del Governo federale, Alejandra Sota, dalla Commissione nazionale dei diritti umani (CNDH) e dal Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ). Secondo il quotidiano messicano El Universal, con gli ultimi delitti sale a otto il numero di giornalisti uccisi nell’ultimo anno e mezzo sul territorio di Veracruz. Dal 2002, sono 15 le vittime totali finora accertate. L’ultimo crimine, precedente ai tre casi scoperti ieri, risale appena allo scorso 27 aprile, quando è stata trovata morta in casa la corrispondente del settimanale ‘Proceso’, Regina Martinez. 

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