G8. Obiettivi, lavoro e crescita. Ma solo a parole

ROMA – Due foto a confronto. Una  dei leader del G8 o di qualche altro G, i club delle massime potenze del mondo con qualche aggiunto, riuniti qualche tempo fa  a Bruxelles o in qualche altra città europea.

Tutti in fila, incravattati, azzimati,giacca di rigore, abito scuro altrettanto di rigore, magari Berlusconi che , da dietro, fa le corna.Un’altra che viene da Camp David, Usa: sempre tutti in fila ma senza cravatta, senza giacca, quasi tutti, senza abito scuro, Obama in manioche di camicia,rimboccate, Monti che abbandona il gessato, righettato,.o giù di li, camicia sbottonata, golf  celeste, golf non girocollo alla Marchionne. Certo c’è anche Anghela Merkel,  la Cancelliera tedesca con una incredibile giacca lillà che stona con ,l’ambiente. Ma  per quanto la riguarda non è  solo la giacca  a stonare con l’ambiente “ familiare”, da “ incontro al caminetto”, di Camp David.  

Proteste a Chicago contro il summit Nato
Non sarà invece un incontro “tranquillo” il summit della Nato ,una “ due giorni, 20 21, che prende il via  a Chicago. Già si sono svolte nei giorni scorsi  manifestazioni contro il summit promosse da Occupy, associazioni ambientaliste, sindacati, pacifisti, tanti movimenti giovanili. Ora è stata annunciata  una grande giornata di protesta, proprio durante lo svolgimento della  25° assemblea della  Nato.

Clima diverso, molto diverso a Camp David, anche se Obama ha sempre tenuto un occhio verso Chicago.Si dice che l’apparenza inganna, ma si dice anche che conta. L’individuo normale non  può che apprezzare capi di stato e di governo che agiscono come persone normali. Forse a dare il via a questa “normalità” è stato il neo presidente francese, lui però in giacca ma non di ordinanza, che si è candidato ed ha vinto presentandosi proprio come persona “normale”. E proprio Hollande è stato uno degli autori del documento finale steso insieme ad Obama  con il contributo che Monti ha dato negli incontri bilaterali avuti sia con il presidente francese che con quello Usa, approvato all’unanimità, quindi con la Merkel che ha dovuto ammorbidire le sue posizioni in merito a rigore e crescita, il rigore che, a suo dire, è la premessa per la crescita. Teoria che ha distrutto l’economia della Grecia, mette in crisi Portogallo, Spagna, Italia,  con la recessione che investe tutti gli altri Paesi dell’eurozona.  Il documento parte con una affermazione che non da adito a dubbi- “L’imperativo è creare crescita e posti di lavoro”. Così affermano  i leader di Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Canada, Russia, insieme al rappresentante europeo, le otto principali potenze più industrializzate del mondo. Il G8 auspica che l’Eurozona porti avanti con successo “misure specifiche per rafforzare la crescita” e invita i leader europei a risolvere la crisi del debito “in maniera credibile e tempestiva”. Chiudendo il vertice Obama afferma che “un’economia europea in crescita stabile nell’interesse di tutti. L’Europa ha tutti i mezzi per affrontare le sfide che la aspettano-prosegue il presidente Usa- uscire dalla crisi “è possibile. La crescita e l’occupazione devono essere la ‘top priority’. Ma resta ancora molto da fare”.

 Auspicio che  la Grecia resti nell’area dell’euro
 Per quanto riguarda la Grecia, il G8 “riconosce i sacrifici penosi che i cittadini greci stanno affrontando come conseguenza della crisi”. L’auspicio e l’impegno perché Atene resti nell’area dell’euro, rispettando gli impegni presi. Ma la Merkel precisa: “Siamo tutti d’accordo: tutti vogliamo che la Grecia resti nella zona dell’euro, ma la condizione è che gli obblighi del memorandum vengano rispettati”. Già, il memorandum proprio quello che ha portato li Paese sull’orlo del baratro e che  le principali  forze politiche  elenniche  che a giugno tornano al voto vogliono ridiscutere. I leader del G8 ,prosegue il documento accolgono positivamente le discussioni in Europa “su come generare crescita mantenendo un fermo impegno per attuare il rigore fiscale su basi strutturali”. Il G8 sottolinea l’importanza di un’Europa “forte e coesa per la stabilità e la ripresa”. Gli Otto ribadiscono l’importanza per i governi di “prendere azioni per ripristinare la fiducia e nutrire la ripresa” che includa “riforme per aumentare la produttività. Insomma tanti buoni propositi messi per scritto. Senza dubbio un fatto importante. Ma come  dar vita agli obiettivi previsti dal vertice di Camp David. Qui, come si dice, casca l’asino. Perché indicazioni concrete non ve ne sono. Non solo . Il leader inglese, Camerun, in accordo con la Cancelliera , ha detto  per esempio che  di  tasse sulle transizioni finanziarie non è proprio il caso di parlare.

Un nuovo ciclo di incontri fra i leader europei
Insomma il rischio è che dopo Camp David riprenda il solito ciclo di incontri. Anche Monti ne è consapevole. Starà proprio a lui tradurre lo spirito del vertice “familiare” con Obama, nelle riunioni già in calendario: il 23 di questo mese il Consiglio europeo in seduta straordinaria per discutere crisi economiche e situazione della Grecia, a giugno prima delle elezioni legislative francesi, vertice a tre Monti, Hollande, Merkel, poi di nuovo il Consiglio europeo. Tutto è in discussione. Niente è deciso proprio a partire dalla Tobin tax che secondo autorevoli studi, se applicata, in tutti il mondo potrebbe alleggerire il carico fiscale a carico dei cittadini, poi ci sono gli eurobond o i project bond, il possibile,necessario rinvio del fiscal compact, il pareggio di bilancio obbligatorio che il Parlamento italiano ha inserito addirittura in Costituzione , un errore imperdonabile, la riduzione dei tassi da parte della Bce, la ricapitalizzazione della Bei, la Banca degli investimenti, la golden rule, un chiodo fisso di Monti, “regola d’oro” che prevede di escludere dal calcolo del deficit, alleggerendo così i bilanci pubblici, le spese realizzate per gli investimenti produttivi. Insomma di carne al fuoco ce ne è molta. Per passare dalle parole ai fatti, c’è un mare da attraversare.

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