Sisma Emilia. Dopo una notte di paura ancora scosse tra piogge e temporali

ROMA – La speranza che si potesse tornare alla normalità è finita domenica sera alle 21.20. Magnitudo 5.1. Un nuovo terremoto.

E uno sciame sismico che dalla mezzanotte fino alle sette del mattino ha fatto contare oltre trenta scosse. Praticamente la terra ha tremato in media ogni tredici minuti. Uno stillicidio, un’ostinazione della terra a scuotersi. Un’ossessione ormai per le popolazioni di quei territori.  “E’ una paura che non capisci fino a quando non la provi – dice una signora – e il peggio è che non sappiamo quanto durerà”. Paola ieri sera si era fatta convincere dalla mamma e dal marito a rientrare a casa, sia pure per una cena, cercando di ricreare una tranquillità che sembra ormai lontanissima. La scossa delle nove è stata per lei una vera e propria mazzata. “Da giorni dormo in macchina ma davvero non ce la faccio più. Ero tornata nel mio appartamento, avevamo finito di cenare ed è ricominciato tutto. Non so davvero cosa fare. Sono terrorizzata. Stanotte ho dormito nella casetta di legno per gli attrezzi che abbiamo in giardino”.

Ieri, la prima domenica dopo il secondo terremoto, l’Emilia aveva provato a riprendersi. La caparbia laboriosità di questo popolo aveva cercato di rimettersi in moto perché, questo lo dicono tutti, bisogna ricominciare. Non solo le grandi industrie, che devono rispondere a commesse internazionali, ma i bar, i piccoli alimentari, le farmacie non possono stare fermi. E così qualcuno aveva predisposto tutto per riaprire oggi, dopo dieci giorni di chiusura. La risposta della pianura ha bloccato tutti. In pochi secondi le speranza di molti di tornare alla normalità sono crollate insieme alla parte del patrimonio storico di questi luoghi che, resistendo ai precedenti sismi, ancora era in piedi. Così per la settecentesca Torre dell’orologio di Novi di Modena che, pur danneggiata, continuava a battere le ore: ”Nonostante i danni batteva ancora le mezz’ore, da ‘malata’ funzionava nonostante fosse quasi giù, ci dava speranza. – dice la Sindaca Luisa Turci – Ora non c’è più”. Insomma l’allarme continua. Anche il relativo ritorno alla normalità rappresentato dal funzionamento delle scuole non è possibile; nei comuni di Modena, Sassuolo, Maranello e Fiorano gli istituti scolastici resteranno chiusi per consentire ai tecnici di effettuare nuovi controlli sulla stabilità degli edifici.
E anche il cielo piange nella giornata di lutto nazionale per le 17 vittime di questo terremoto infinito. L’allarme meteo lanciato nei giorni scorsi non è stato smentito ed ha cominciato a piovere. Un pioggia battente, che potrebbe trasformarsi in temporale, e che rende difficili le operazioni della Protezione civile e penosa la condizione degli sfollati. Per dare un sostegno a chi sta lavorando in quelle zone il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola ha “dato la disponibilità delle Forze Armate agli enti locali, al Ministero degli Interni, alla Protezione civile per reprimere il fenomeno dello sciacallaggio”.

E l’emergenza lavoro si affianca a quella umanitaria e della ricostruzione. Una stima dei danni è stata fatta dal commissario europeo alla politica regionale, Johannes Hahn, che, con il vicepresidente della Commissione Europea Antonio Tajani, ha visitato le zone colpite dal sisma. “Si tratta di danni intorno ai 5 miliardi di euro – ha detto – Noi potremmo dare un aiuto nell’ordine di 150-200 milioni”, mentre altri 100 milioni di euro potrebbero arrivare dai ministri per lo sviluppo rurale. Tajani ha anche aggiunto che verrà inviata una lettera ai ministri del Turismo dell’Unione europea e dei principali Paesi extraeuropei per rassicurare e incentivare l’arrivo di stranieri nelle aree turistiche della regione. Un invito a tornare in queste terre per restituire, soprattutto in termini di fiducia e sostegno, tutto quello che l’Emilia ha elargito in maniera prodiga per tanti anni. A partire dalle staffette e dai partigiani che hanno contribuito a costruire la democrazia nel nostro paese. E poi, come recita il sottotitolo del libro di Edmondo Berselli Quel gran pezzo dell’Emilia è ‘Terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucina grassa e italiani di classe’.
Saluto Paola al telefono e le dico di essere coraggiosa. “Finché posso lavorare, come in questo momento, mi concentro sul mio impegno e non ci penso – mi risponde. – Ma guardo fuori dalla finestra e sta piovendo a dirotto”.

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