Bersani e la direzione Pd, una bella gatta da pelare. Poi incontro con la Fiom

ROMA – I giornalisti potranno assistere ai lavori della Direzione del Pd attraverso la televisione a circuito chiuso che trasmetterà  immagini e parole in una sala  loro riservata.

Basta presentare il tesserino dell’Ordine e l’accesso è garantito. A meno di contrordini dell’ultima ora  i Democratici  metteranno in piazza, è proprio il caso di dirlo, sofferenze, divisioni, impicci,titubanze, primarie o no, alleanze con chi. Insomma sarà in mostra tutto quello che  rende difficile la vita del partito che, stando ai sondaggi, è largamente la piùgrande forza politica, perde un po’ di voti,  alle amministrative segnata da una forte astensione, ma con il centro sinistra  guadagna tanti sindaci.  Viene indicato fra il 26 e il 28% dei suffragi elettorali, un livello simile a quello dei partiti socialisti europei. Ci  sarebbero tutte le condizioni per lanciare quella grande campagna di consultazione con le forze sociali, i movimenti, le associazione, per una partecipazione di massa dei cittadini alla costruzione di un programma, un progetto di società, guardando all’oggi e al futuro. Ma ci sono nodi talmente intrecciati da sciogliere che rendono  l’importante passaggio politico della Direzione,molto difficile e contrastato. Per Bersani non sarà una passeggiata. Lo attende una prova difficile. Il giorno dopo,sabato, il segretario del Pd avrà un’altra bella gatta da pelare, il dibattito promosso dalla Fiom , cui parteciperanno con il leader dei Democratici, Vendola, Di Pietro,  la sbiadita foto di Vasto insomma, Diliberto , Ferrero, esponenti di importanti associazioni dalla Bonsanti a Flores D’Arcais a Mario Tronti, con apertura e chiusura di Maurizio Landini.

I messaggi su twitter come a una partita di calcio

 Già il clima che circonda la Direzione si sta facendo incandescente. Basta leggere i tanti messaggi che circolano su twitter, sui blog: sembra di assistere ad una partita di calcio, non pare che gli “amici” che si confrontano sul web siano pienamente consapevoli dello stato in cui si trova  il nostro Paese, delle responsabilità che sono sulle spalle del Pd. Il tifo su “primarie sì, primarie no” sembra essere  l’argomento centrale. Bersani, stando alle molte indiscrezioni che  sono comparse in questi giorni sui media,sembra intenzionato a dire l’ultima parola. Scrive l’Unità che fornisce informazioni di primo piano: “ L’idea su cui starebbe ragionando il segretario è quella di primarie, da fare in autunno, quando ormai sarà chiaro il destino della riforma elettorale”.

Il leader Pd si candida e apre a primarie di coalizione

Ancora: Bersani non solo ribadirà la proprio intenzione a candidarsi per la premiership ma aprirà a primarie di coalizione”. Di questo ha parlato con il “caminetto”,Franceschini, Veltroni, D’Alema, Marini , tutti d’accordo”. D’Alema però sembra aver fatto marcia indietro ed avrebbe espresso le sue perplessità. Comunque resta un interrogativo. Se la nuova legge elettorale non prevede la formazione di coalizione si svolgeranno primarie di partito come chiedono i “renziani”, quelli che stanno con il sindaco di Firenze? Sarebbe singolare tenere primarie di partito al di fuori di un congresso. Invece di discutere di programmi,progetti si chiederebbe agli iscritti di prounciarsi su persone. Un vizio della vecchia politica liederistica. Non solo sarebbero aperte a tutti  coloro che vogliono cimentarsi nella tenzone?  Sarebbe proprio l contrario di quello che, stando sempre all’Unità, è l’intenzione di Bersani: “Il messaggio che vogliamo dare al Paese è quello di un partito che si apre alla società civile sotto tutti i punti di vista”.

Le nomine delle “ Autorità” uno schiaffo alla società civile

 Non aveva ancora finito di dire queste parole che al Senato accadeva quello che non doveva.  Il patteggiamento con Pdl e Udc per le nomine di alcune importanti “ autorità”. Uno schiaffo alla società civile, alla trasparenza, alla partecipazione dei cittadini che provocava critiche molto dure anche all’interno del  partito da parte di esponenti di primo piano di diverse aree politiche, da Gentiloni, a Parisi, Marino,  Gentile, Vita, tanto per citarne alcuni  . Viene da chiedersi: ma chi ha preso una decisione così grave, “sbagliata e dannosa” come ha detto Sergio Gentili, membro della Direzione? Non solo le razioni della “società<civile “ cui Bersani intende richiamarsi sono , se  possibile, ancora più dire. Per tutti Saviano che ha parlato di mancanza di trasparenza”. Se vogliamo ,un vero e proprio favore a Grillo .

Idv e Sel: ora il centrosinistra è molto problematico

Ma il clamoroso “errore “ del Pd provoca reazioni da parte di Idv e Sel che mettono in dubbio le possibilità di una alleanza  con i Democratici.  Vendola parla di “ problematicità” di  “incompatibilità”  provocate da come si è mosso il Pd  e una possibile coalizione di centrosinistra . Sulla stessa linea Di Pietro.  Nell’agenda di Bersani c’è anche una cosa non di poco conto. Forse quella fondamentale ,posta da Fassina, della segreteria del Pd e responsabile della sezione economia e lavoro, che chiede di staccare la spinta ed andare alle elezioni ad ottobre. Bersani insiste: noi manteniamo gli impegni, il governo durerà fino  al 2013. Nella relazione alla Direzione ribadirà la richiesta a Monti di dare “segnali” che riguardano l’equità e le crescita e l’Europa con un asse Monti-Holland che potrebbe creare le condizioni per un cambio di rotta, vedi richieste Obama. Proprio oggi Monti ha però esaltata la riforma delle pensioni come un esempio da seguire e ribadisce che il rigore è la pietra miliare della Unione Europa. Insomma la “buona volontà “di Bersani è proprio messa dura prova.

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