Berlusconi torna in pista, ma non atterra, spicca il volo con l’aquilone

ROMA – Come sarà la nuova campagna elettorale del Cavaliere? Dopo l’annuncio del suo ritorno se lo stanno chiedendo in molti. Chissà cosa staranno  tramando in gran segreto il fior fiore di pubblicitari lautamente pagati per rilanciare la figura sbiadita di un personaggio che con il suo partito un po’ acciaccato crede ancora di avere qualche chance.

Di certo le cose non sono iniziate brillantemente. Ieri tre pullman partiti direttamente da alcuni centri anziani della capitale sono arrivati all’Hotel  Ergife per ascoltare probabilmente un ologramma,  quello di Silvio Berlusconi. visto che il candidato premier non si è neppure presentato.
Qualcuno ha addirittura azzardato un’ipotesi fantasiosa, pensando all’aquilone, nuovo logo del Pdl,  che avrebbe trascinato nel cielo il Cavaliere a causa di un forte vento di maestrale.
Ma c’è dell’altro. Neppure i presenti, giunti allo storico hotel di Via Aurelia, stipati nei pullman con il sudore sulla fronte, sapevamo per quale motivo erano stati condotti lì. Forse gli avevano promesso un giro al museo delle cere, oppure una spaghettata aglio, olio e peperoncino o un torneo a ruba mazzetto dove in palio  il primo classificato avrebbe vinto 2 salami e un fiasco di Frascati dei castelli Romani.
Invece non hanno vinto neppure una bottiglietta fresca di acqua, che tra l’altro costava ben 4 euro.
Chissà! Ma questa vicenda ha davvero dell’incredibile. Insomma un’organizzazione degna di un Paese che vorrebbe, ma non può. “Non je a fà”, direbbe Corrado Guzzanti.

Eppure ancora oggi il Cavaliere fa sapere per l’ennesima volta del suo ritorno. E, badiamo bene, lui dice di farlo solo per salvare il Pdl, poco importa se gli affari della Fininvest non vanno poi così bene, se la concorrenza spietata dei network televisivi è pronta ad inghiottirsi il biscione in un sol boccone, coda inclusa. Certo parliamo di poca roba confronto all’impero industriale che quest’uomo possiede e per il cui mantenimento la tutela politica diventa una priorità assoluta.
E per arrivare all’obiettivo Berlusconi muoverà la sua macchina della propaganda grazie alle sue ingenti ricchezze, grazie ai suoi appoggi, grazie alle televisioni che tenteranno disperatamente di far breccia sui pochissimi ignari ascoltatori rimasti passivi davanti alla caduta dell’impero Italia.

Anche i sondaggi apparsi pochi giorni fa che davano al 30%  un’ipotetica coalizione di centrodestra, lasciano il tempo che trovano. Abbiamo dimenticato, invece,  che gli ultimi sondaggi davano un giudizio su Berlusconi nettamente negativo. Insomma, quando B. ha lasciato il posto a Monti tutti hanno tirato un sospiro di sollievo, perfino i suoi elettori esasperati. Qualcuno si è anche asciugato le goccioline di sudore dalla fronte, altri si sono perfino recati in Chiesa e hanno acceso una candelina.

E poi c’ un altro punto importante ancora irrisolto, ovvero con chi si coalizzerà con il Pdl? Pier Ferdinando Casini, appresa la notizia della discesa in campo del Cavaliere,  sembrava strizzasse l’occhio. In un comunicato stampa aveva addirittura riportato fedelmente una citazione del Pascoli: “La vita e’ bella perche’ e’ varia. C’e’ qualcosa di nuovo nell’aria, anzi di antico”.
Oggi il leader dell’Udc ha già cambiato idea: “È chiaro che la ridiscesa in campo di Berlusconi non farà certo bene all’Italia”, ha detto. Un modo per far capire che tra di loro non sboccerà nessun amore a seconda vista.
La Lega, invece,  glissa sulla questione e fa finta di non capire bene le domande. Maroni ironizza, e l’ex ministro Franco Frattini interviene puntualizzando che  “il ritorno di Berlusconi dev’essere  il risultato di una scelta della politica, non di una investitura emergenziale”. Una frase che la dice tutta.
Ma questa volta Berlusconi riuscirà a incantare il palcoscenico? Di certo non è più l’uomo della provvidenza, quello che diceva di essere l’unico a salvare l’Italia dai comunisti e dai magistrati corrotti, il salvatore di Alitalia con la sua cordata di imprenditori, l’ottimista gentiluomo del bunga-bunga, lo scherzoso presidente del “cu-cu”, l’ironico politico che dava del “Kapo” ad un collega tedesco al Parlamento Europeo.

 
Il 29 settembre Silvio Berlusconi compirà 76 anni. Insomma l’età è quella della pensione e forse l’attore di una politica andata farebbe meglio a ritirarsi. Sarebbe stato più facile immaginarlo mentre passeggia la mattina con il suo barboncino bianco, con il sacchetto tra le mani, pronto a raccogliere gli scarti del suo quadrupede. O magari mentre seduto sulla panchina viene circondato da nipotini che si fanno raccontare l’ultima titanica avventura dove finisce sempre che il bene domina il male. Oppure al mercato mentre racconta le barzellette al banco dei pomodori, mentre dispensa consigli su come risparmiare alle non più giovani pensionate o mentre copre di gentilezze giovani precarie infondendo loro quella fiducia che non c’è più. O ancora nei quartieri popolari delle grandi città, invitato a pranzo e a cena da famiglie con le quali vuole condividere l’essenza e le problematiche della loro esistenza. O dentro una fabbrica, una scuola, un’università pubblica o un ospedale pubblico solamente per respirare quel clima di precarietà ed incertezza che regna ovunque. Insomma per entrare nel vivo di situazioni che probabilmente se non si toccano con mano si ha sempre difficoltà a comprenderle appieno. Ma questo è un altro presidente e l’Italia sarebbe un altro Paese.

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