La Windjet fallisce, alla Ryanair gli aiuti dallo Stato italiano

ROMA – E’ un paese strano il nostro. Mentre piccole compagnie low cost, tutte italiane, come la Windjet precipitano nel fallimento, la Ryanair continua a sopravvivere grazie ad una concorrenza definita sleale.

Almeno questa è l’ipotesi che ha azzardato la compagnia Meridiana che, numeri alla mano,  ha deciso di ricorrere alla Commissione europea per denunciare il vantaggio competitivo di cui gode il vettore irlandese, ovvero di aiuti dagli enti pubblici e quindi dalle tasche dei contribuenti attraverso “l’esenzione dalle addizionali comunali,  i prezzi stracciati per i servizi di assistenza a terra e i contributi commerciali per ciascun passeggero trasportato. Insomma una situazione che finisce per agevolare uno e far chiudere gli altri.
L’iniziativa è stata appoggiata anche da Assaereo, l´Associazione confindustriale delle compagnie aeree che trova scandaloso che una compagnia estera usufruisca alla fine degli aiuti di Stato.
Lo sanno bene allo scalo Valerio Catullo di Verona Villafranca, dove i voli della Ryanair  sono stati soppressi fino al prossimo 13 settembre perchè la compagnia irlandese avrebbe eluso le tasse per circa un milione di euro.

Si legge nel sito dell’Assaereo:
“Nel caso dell’aeroporto di Verona, oggetto del ricorso di Meridiana fly ma discorso analogo può essere fatto anche per altri scali, è accertato che ad ogni passeggero di Ryanair corrispondono perdite. Ma l’effetto moltiplicatore è dato dal fatto che l’ingresso di Ryanair su un aeroporto determina la fuga forzata da parte di tutte le altre compagnie che, non avendo accesso ad agevolazioni comparabili, sono costrette a chiudere le rotte tradizionali (anche intercontinentali per il venir meno del necessario fideraggio) che invece garantivano la sostenibilità economica degli stessi scali.

In tale contesto già di per se inquietante, il paradosso è che tali agevolazioni sono finanziate dagli enti pubblici azionisti delle società di gestione e quindi, in ultima istanza, dai cittadini contribuenti.

Ci domandiamo, tanto più in questo periodo di Spending Review, quale sia l’utilità di continuare a destinare decine di milioni di euro dei contribuenti per finanziare le attività di un singolo operatore irlandese che grazie a quei soldi costringe i vettori italiani (e i loro lavoratori) a cessare le operazioni.

L’evidente distorsione del mercato non è limitata ai finanziamenti concessi dagli aeroporti, tutt’altro. Continuando ad utilizzare strumentalmente la sua nazionalità irlandese, Ryanair persevera nel non applicare le leggi italiane in materia fiscale, contributiva (in Irlanda è del 12% mentre in Italia è del 37%), previdenziale ed addirittura le norme comunitarie a tutela dei diritti dei passeggeri (come dimostra la gestione del volo cancellato Kos – Bari dello scorso 27 luglio). Come riportato dagli organi di stampa, l’ispettorato del lavoro di Bergamo ha già contestato a Ryanair una evasione contributiva di 12 milioni di euro, sono in corso accertamenti della Guardia di Finanza per un’evasione fiscale dal 2005, stimata in circa 500 milioni di euro.

Il nostro sistema ed il Paese non si possono più permettere di tollerare simili distorsioni.

Le compagnie aeree italiane, grazie alle grandi professionalità ed alle capacità imprenditoriali che sanno esprimere, sono perfettamente in grado di competere e primeggiare sui mercati. La condizione è che le regole valgano per tutti e non solo per alcuni”.

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