Ilva. Risanare impianti, ma stop alla produzione

ROMA – Ennesimo ribaltamento della situazione all’Ilva di Trapani. L’azienda, infatti, a fronte di quanto disposto dal gip di Taranto Patrizia Todisco in un  nuovo provvedimento e notificato ieri, dovrà risanare gli impianti dell’area a caldo sequestrati, ma non è prevista nessuna facoltà d’uso.

In pratica la produzione di dovrà fermare a causa della “grave ed attualissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa il territorio di Taranto imputabile alle emissioni inquinanti dello stabilimento Ilva e segnatamente di quegli impianti ed aree sottoposte a vincolo cautelare”.

Nell’ordinanza sono specificati anche i ruoli dei custodi giudiziari Barbara Valenzano, Emanuela Laterza, Claudio Lofrumento e Bruno Ferrante, i quali dovranno adottare “tutte le misure tecniche necessarie a scongiurarsi il protrarsi delle situazioni di pericolo e ad eliminare le stesse, situazioni in ragione delle quali il sequestro preventivo è stato disposto e confermato”.

Un boccone amarissimo da digerire per il presidente dell’Ilva, Ferrante, il quale ha dato mandato  di impugnare dinanzi al Riesame il provvedimento del gip di Taranto e successivamente ha convocato il consiglio d’amministrazione della società per le determinazioni conseguenti, come si legge in una nota.

Indubbio che tale nuova situazione apra nuovi scenari e soprattutto possibili contestazioni, rispetto al provvedimento precedente nel quale gli impianti avrebbero potuto rimanere aperti nonostante il regime ridotto di produzione. Intanto sul fronte sindacale emerge una forte preoccupazione, considerando che lo “stop” potrebbe avere gravi ripercussioni occupazionali. Almeno questo è l’ipotesi che i sindacati pensano.

Condividi sui social

Articoli correlati