Fondo salva stati. Pittella, l’Europa non può tirare a campare

ROMA – Dalla Germania arriva il via libera al fondo salva-stati, ma con riserve e tutele per Berlino che, gia’ maggior contributore dell’Esm, non dovra’ superare il tetto di 190 miliardi di euro di interventi se non con il parere positivo del Parlamento.

La Germania e’ l’unico Paese della zona euro a dover ancora ratificare il trattato Esm, avendone sospeso la ratifica proprio in attesa del verdetto della Corte Costituzionale. Dopo la decisione odierna la ratifica e l’entrata in vigore dell’Esm dovrebbero avvenire in tempi breve.
Reazioni immediate sono arrivate alla notizia dell’attesa decisione dei giudici costituzionali tedeschi, con la CGIL che invita ad cambiare le politiche di rigore e il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella del PD, che sottolinea come l’Europa non possa solo tirare a campare.

La decisione tedesca e le condizioni
Gli otto giudici della corte Costituzionale tedesca, con sede a Karlsruhe, hanno sottoposto la partecipazione tedesca al salvataggio dei paesi in difficolta’ ad una limitazione quantitativa generale. 190 miliardi di euro. L’apposizione del limite quantitativo ha però consentito di non imporre un passaggio parlamentare per ogni singolo utilizzo dell’Esm, cosa che ne avrebbe consistentemente ridotto l’efficacia.
Il si, seppure condizionato, è stato accolto con un lungo applauso a Strasburgo dove il presidente della commissione europea Josè‚ Manuel Barroso stava tenendo il discorso sullo stato dell’unione.
I giudici tedeschi hanno inoltre respinto il ricorso di urgenza dell’esponente della Csu Peter Gauweiler presentato lo scorso weekend.

Standard and Poor’s. Nessuno effetto sui rating
Il via libera dato dalla Corte tedesca alla ratifica da parte della Germania dell’Esm, “non ha impatto sui rating sovrani della zona euro”. A dirlo è l’agenzia di rating Standard and Poor’s. in un comunicato “La decisione della Corte e’ conforme con le nostre attese”. Le condizioni fissate vengono descritte come  “blande” e non in grado di rappresentare  “seri vincoli supplementari sugli sforzi del Governo tedesco per contrastare la crisi della zona euro”.

CGIL. Cambiare le politiche di rigore
“Il via libera della Corte costituzionale tedesca al Meccanismo europeo di stabilita’ fa apparire un po’ meno incerte le sorti del faticoso processo volto a costruire strumenti efficaci di governo dell’economia dell’Europa”. A dichiararlo è Fausto Durante, responsabile del Segretariato Europa della Cgil.
Per la CGIL “E’ pero’ del tutto evidenteche la possibilita’ che questo processo evolva positivamente passa attraverso il cambio radicale delle politiche di rigore e di austerita’ sin qui praticate e dell’atteggiamento delle istituzioni politiche ed economiche europee verso quegli Stati che necessitano di aiuti”.
Il cambiamento di passo chiesto dalla CGIL si concentra innanzitutto verso quei paesi che più hanno pagato la crisi, come la Grecia.
Il rappresentante della Cgil dichiara quindi “le nuove misure che la “troika” e’ intenzionata a chiedere alla Grecia sono completamente sbagliate. Ridurre gli stipendi, aumentare l’orario di lavoro, innalzare ancora l’eta’ pensionabile, come sembra la ‘troika’ abbia chiesto per continuare ad assicurare il necessario sostegno economico al governo greco, provocherebbe solo un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini greci, gia’ a livelli drammatici”.
”Per queste ragionicontinueremo a batterci a livello europeo, tanto nelle discussioni interne alla Ces quanto nel rapporto diretto con i sindacati dei diversi Paesi, per quel cambio radicale di politiche necessario per un diverso futuro dell’Europa e continueremo a sostenere le iniziative di lotta e di mobilitazione dei sindacati greci, ai quali riconfermiamo la nostra solidarieta’ e la nostra vicinanza”.

Pittella. L’Europa non può solo tirare a campare
Il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella, accoglie la sentenza dei giudici tedeschi come “un incoraggiamento per l’Unione europea ad andare avanti, ma non basta: l’Europa non può semplicemente tirare a campare e sperare di sfangarla di fronte ad ogni ostacolo, né anteporre al progetto della costruzione politica l’unione economica e monetaria come ha oggi affermato il presidente della Commissione”.
La diversità di vedute tra Barroso e Pittella è basata su una visione comunque comune.
 “Barroso oggi ha giustamente detto al Parlamento Europeo che serve una visione per l’Europa però sbaglia completamente approccio ha infatti un ordine sbagliato di priorità”, per l’europarlamentare del Pd
“Bisogna invece fare il contrario non si può partire dal tetto della moneta per poi occuparsi delle fondamenta politiche, il peccato originale dell’Euro è stato proprio questo: cominciare dalla moneta senza avere strutture politiche in grado di sostenerla”.
In questo modo, conclude Pittella “Barroso rischia di ripetere lo stesso errore ma sbagliare è umano, perseverare diabolico, solo l’apertura del cantiere dell’Europa politica attraverso la convocazione della Costituente per l’Europa unita sarà in grado di stabilizzare la zona Euro”.

 

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