Regione Lazio, scandalo Fiorito. Polverini senza alternativa tutti a casa

La presidente chiede scusa ai cittadini. La Regione Lazio si costituisce parte civile

ROMA –  Teso il volto di Renata Polverini  durante il suo intervento alla riunione straordinaria al Consiglio regionale della Pisana  per decidere le sorti della maggioranza travolta dallo scandalo Franco Fiorito, accusato di peculato.  

La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini nel suo intervento ha chiesto scusa ai cittadini, perchè – ammette – siamo andati oltre il segno. “In queste ultime due settimane la Regione è finita sulle prime pagine di tutti i giornali per l’uso abnorme e a dir poco disinvolto dei fondi al Consiglio regionale destinati ai gruppi – ha detto – ho sempre rispettato l’autonomia del Consiglio e dei gruppi, ma oggi sono qui per dire che a prescindere dal momento storico nel quale stiamo vivendo questo atteggiamento è considerato insopportabile e indecente dai cittadini”.

La governatrice ha aggiunto che “questo consiglio  è arrivato qui in maniera  rocambolesca e oggi può uscire a testa alta, ma solo se ne abbiamo la forza, la consapevolezza, la volontà, se oltre alla testa facciamo ragionare il cuore.   Insomma per la Polverini “O c’è un’alternativa o andiamo a casa, perchè – aggiunge  – non voglio esser usata per procrastinare questa legislatura in una situazione simile”.
E poi: “Dobbiamo capire che l’antipolitica siamo noi, se oggi non cambiamo strada. Inutile prendersela con Grillo, se non mettiamo in campo un’inversione totale. Non dobbiamo continuare a farci battaglia  tra giunta e consiglio. L’istituzione è una sola”.

“Oggi – ha precisato Polverini – mi sono presentata qui per fare una proposta sulla quale chiedo a tutti coloro che si sentono di partecipare con serietà ai lavori di oggi si esprimano… ma io non ho nessuna intenzione di fare un passo indietro. Stasera, stanotte, domani, alla fine di questo consiglio o usciamo convinti che abbiamo  voltato pagina o usciamo come ex rappresentanti dell’istituzione regionale”.
“Io sono arrivata in questa regione – ancora Polverini –  non immaginando le difficoltà che ho incontrato…la crisi, 25 miliardi di debito, i tagli imposti dal governo nazionale…mai avrei potuto immaginare”.
In sintesi la Polverini ha chiesto di dimezzare le commissioni, anche se il, Lazio ne ha già il doppio rispetto ad altre regioni, azzerare quelle speciali e soprattutto dimezzare il numero dei consiglieri e gli assessori per la prossima legislatura. E infine sospendere temporaneamente i soldi ai gruppi politici. Provvedimenti che molti esperti considerano acqua fresca.
Se questo non avverrà la presidente è pronta a rimettere il suo mandato.

Nel frattempo il partito democratico continua ad invocare le dimissioni del governatore Renata Polverini e di conseguenza il rinnovo del Consiglio Regionale, i consiglieri regionali – come prima conseguenza – si sono dimessi dalle Commissioni definendo questa vicenda come l’ennesimo episodio di degrado politico messo in atto da un esponente di centro destra.

E che esponente. Fiorito, che dalle sue parti in Ciociaria, viene chiamato col soprannome di “er Batman”, è originario di Anagni e di vizi se n’è tolti parecchi anche se i soldi non erano i suoi, ma venivano dai fondi del Pdl, ovvero nostri, visto che parliamo di finanziamenti pubblici. La settimana scorsa gli agenti della Guardia di Finanza avevano perquisito il suo ufficio presso la Regione Lazio, l’abitazione e il suo studio personale, sequestrando alcuni documenti.
Lui si difende dicendo che “tutti magnavano“, ma quello che ha ingurgitato questo  personaggio è degno della sua stazza da buttafuori.Franco Fiorito
Con dodici conti correnti, 109 bonifici effettuati dal conto del Pdl verso conti di verso sette banche italiane e cinque spagnole,  si sarebbe messo in tasca almeno 7milioni e mezzo di euro, capricci esclusi, come la Bmw X5, le vacanze in Costa Smeralda, la Smart, le cene con ostriche e champagne e chissà cos’altro. E non è l’unico. Perchè l’indagato ha già puntato il dito anche contro il suo successore, come il tesoriere e capogruppo del Pdl Battistoni.

Oggi Franco Fiorito, che si è autosospeso dal suo partito, ha chiesto ai magistrati di potere essere ascoltato, ma al momento nessuno sembra essere intenzionato ad ascoltarlo.

La Regione Lazio ha deciso di costituirsi parte civile nel caso dei fondi Pdl. Lo ha annunciato la presidente della Regione Lazio Renata Polverini: “Non devo essere io a dire al consigliere Fiorito o al Pdl, se la magistratura accerta le colpe – ha spiegato – che quei soldi vanno restituiti. Lo prevede la legge. Ci costituiremo parte civile. Se quei soldi sono andati in una direzione è giusto che ritornino nelle casse della Regione”.

“Se sarà necessario -ha aggiunto Polverini- andremo avanti anche in una azione per l’immagine che di questa istituzione è stata messa a repentaglio. Non tutti abbiamo sbagliato, non tutti allo stesso modo: tutti dobbiamo pagare. Chi ha sbagliato di più, ed è sottoposto a indagini, pagherà di più – ha concluso – . Ma la gente deve  continuare a fidarsi di noi”.

 

Frattiini: “Fuori dal Pdl chi opera cpon ingordigia”

«Chi entra in politica non si senta un privilegiato. A certi appetiti bisogna rispondere con diete drastiche: subito fuori dal partito chi opera con ingordigia e pensa a tornaconti personali». Lo scrive l’ex ministro ed esponente del Pdl Franco Frattini sul blog Diario Italiano. «Le cronache di queste ore sullo scandalo fondi alla Regione Lazio – continua Frattini – sono l’ennesima conferma della necessità, sempre più impellente, che si giunga ad una seria e profonda riforma per scrostare la politica da qualsiasi eccesso di vizio e di debolezza. L’etica, la lealtà e la trasparenza verso il cittadino devono essere colonne portanti di un frontone chiamato articolo 49: quell’appello più volte lanciato dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, e dal Presidente del Senato Renato Schifani, affinchè i partiti arrivino ad una regolamentazione in senso pienamente democratico dei movimenti politici. Applicare l’articolo 49 della Costituzione è un’utile proposta – finora rimasta lettera morta – per evitare il rischio di contaminazioni dannose, per favorire la trasparenza nei partiti (sia nelle sedi nazionali che locali), e per iniettare nei cittadini nuova fiducia verso la politica».

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