Marchionne convoca i dipendenti.“Gente nostra”, nessuno può parlare con loro

ROMA –  I ministri Passera e Fornero  i ncontrano i sindacati. E  Marchionne inventa  una video conferenza dal Lingotto.

Insieme al presidente Elkann  convoca  manager,quadri, dirigenti,  impiegati, professional . Li fa prelevare, caricare su  molte decine di pullman, occupano diverse sale del Centro congressi del Lingotto. Non manca il  collegamento  in streaming con le sedi sparse in tutto il mondo , con la sede americana di Chrysler di Auburn  Hills   Maxi schermi  installati negli stabilimenti del gruppo in Italia, oggi in produzione, salvo cassa integrazione, per poter assistere all’incontro

 Il succo di questa adunata,  ne ricorda altre di triste memoria, è racchiuso in poche parole. “Era importante per me e per John Elkann – ha affermato-parlare con i nostri dipendenti, bombardati da informazioni totalmente  sballate.Ai nostri dipendenti – ha sottolineato – abbiamo detto noi la verità. Questa è gente nostra e né i sindacati né i politici o gente che fa le borse possono parlare al nostro posto”.  

 Un’offesa alla dignità di chi lavora, come non fossero persone libere

Quelle parole “ gente nostra” sono un’offesa  a decine di migliaia di lavoratori, a partire dagli stessi  dirigenti. Segnano il disprezzo che questo manager ha nei confronti di chi lavora, si mette sotto  i piedi la dignità delle persone. Non solo,ignora che in Italia esiste una Costituzione , che Fiat non è una zona extraterritoriale, che  rappresentanti delle istituzioni, forze politiche,  e “quello che fa le borse”, l’odiato Della Valle, quasi che  fabbricare borse sia un mestiere non dignitoso , hanno il pieno diritto, anzi il dovere, di ascoltare i lavoratori. Ma non si accontenta. Neppure i sindacati hanno diritto a parlare con i lavoratori.  In questo dice una verità dal momento che ha espulso dalla fabbrica la Fiom.

 L’ad  del Lingotto  si trasforma in buon padre di famiglia

 Poi fa il buon padre di famiglia, parla con il cuore in mano, il tono diventa accorato.
“Non ho mai smesso di occuparmi della Fiat e non ho intenzione di farlo. L’impegno che ho preso il primo giugno 2004 – con gli azionisti, ma prima di tutto con voi – è immutato e vivo e forte, oggi più che mai.. «Vi garantisco – ha continuato – che essere l’amministratore delegato della Fiat non è solo un privilegio per me. È una responsabilità che sento con profonda coscienza e sono consapevole del carico di serietà che richiede. Non ho alcuna intenzione di abbandonarvi. Era necessario che andassi di frequente negli Stati Uniti, perché dovevamo rimettere in moto la Chrysler e farlo in tempi record. Era necessario per tutti quanti, proprio perché il nostro futuro è garantito da questa alleanza”.<Poi, quasi un tenore nel  pieno del melodramma “Non ho alcuna intenzione di abbandonarvi”. E arriva al sodo: “Noi ci impegniamo a fare la nostra parte, ma da soli non possiamo fare tutto. È necessario iniziare da subito a pianificare azioni, a livello italiano ed europeo, per recuperare competitività nazionale.” Ancora:“Dobbiamo ripensare il modello di business al quale siamo abituati “ Fiat extraterritoriale, ma la campana suona per il governo chiamato direttamente in causa, senza mai nominarlo, perché faccia la sua parte che significa intervento pubblico. Che non è cosa disdicevole. Ma si tratta di capire per cosa, in che  modo, per quale futuro.  E  batte cassa anche con la Ue e la Banca centrale europea, accesso al credito, incentivi per l’export appunto. Non basta. “In sede europea- dice- si devono valutare con grande attenzione la firma di nuovi accordi di libero scambio,stringendolo solo con paesi di reale interesse per l’industria, in modo da tutelare e proteggere questo settore, senza svenderlo ai concorrenti giapponesi e sudcoreani”  Ma il £libero mercato” di cui Marchionne è un acceso sostenitore?

 Sono in gioco un milione di posti di lavoro
Da Torino a Roma. Passera e Fornero,   non  avranno molto da dire, visto il carattere del comunicato congiunto reso noto al termine del confronto, si fa per dire,fra il governo, Monti, Passera, Fornero,Barca, Catricalà, l’ad del Lingotto, Sergio Marchionne e il presidente Fiat, John Elkann. Da qual confronto non è uscito niente che già non si sapesse e cioè che il piano “ Fabbrica Italia” se mai  esistito, ora non esiste più, niente investimenti, niente nuovi modelli. Forse se ne riparlerà nel 2014.  A Marchionne per andare avanti servono incentivi  per l’export,  una specie di va e vieni di pezzi prodotti  in altri paesi, semilavorati si può dire, si mettono a punto e si rispediscono e , in particolare, serve la cassa integrazione , quella pagata con i soldi di tutti noi. Anche se Monti  nega che di ciò sia stato discusso. Ma proprio per questo i sindacati, al massimo livello, devono incalzare il governo, stanarlo ,viene voglia di dire. Sono in gioco, come dice il segretario del Pd, Bersani, un milione di posti di lavoro.

Bonanni e Angeletti disertano l’incontro con i ministri

I segretari  generali della Uil, Angeletti e quello della Cisl , Bonanni, salvo ripensamenti, hanno deciso di disertare l’’incontro. “ Patetico” lo ha definito Angeletti. Ci saranno i segretari dei metalameccanici . Puntano ad incontrare, separatamente, Marchionne. Susanna Camusso invece ci sarà insieme al segretario generale della Fiom, Landini.. Ai due dirigenti la fine ingloriosa del piano “Fabbrica Italia”, da loro siglato rompendo in questa occasione il rapporto con la Cgil, non ha insegnato niente?.   Le responsabilità del governo non riguardano solo la vicenda Fiat. C’è una  crisi che colpisce tutto il settore industriale  che richiede un cambio di passo da parte dell’esecutivo  La presenza delle Confederazioni, al massimo livello, sarebbe un segnale  per Monti e i suoi ministri. In effetti cos’ facendo.   Cisl e Uil lo tolgono dall’imbarazzo. Il premier non ha mai nascosto  la sua propensione ad evitare incontri di questo tipo, in nome della libertà  ( di licenziare o di utilizzare lòa cig pagata dallo stato ndr)dell’imprenditore. Bonanni e Angeletti non sono rimasti abbastanza scottati dal loro rapporto con Marchionne? Se errare è cosa umana, come si dice, perseverare è diabolico.

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