Regione Lombardia. La Lega salva Formigoni

Prove di alleanza nazionale col Pdl in disfacimento

 

MILANO – E’ successo qualcosa a Milano?  Dal Pirellone qualcuno è finito nelle patrie galere? Il fatto che ben 14 fra assessori, consiglieri, abbiano problemi con la giustizia conta qualcosa?  La  n’drangheta, e cos’è? Agli interrogativi  Formigoni, Alfano e Maroni, in una simbiosi che ha ragioni di puro potere hanno risposto no. Va tutto bene, basta cambiare la Giunta, ridurre il numero degli assessori e via ricominciano le danze nell’attesa che qualche altro “incidente” si vada ad  aggiungere ad una  opaca catena , faccia sprofondare sempre più un governo che ha provocato disastri, vedi la sanità  in particolare. Siamo in presenza di un paradosso, una ciliegina sulla torta del pastrocchio, che consente a Formigoni di restare in sella. Lo sottolinea il presidente della Camera,Gianfranco Fini: “ Azzerare la giunta è un paradosso.Non capisco come si possa azzerare la giunta e lui rimanere governatore. Quella di Formigoni “è solo un po’ di cipria sulla ferita”.  Non è un caso che al Presidente della regione  non ne vada  più bene  una. E’ stato perfino condannato per diffamazione nei confronti dei radicali. Una sentenza che conferma che le firme false erano, ci si scusi  il bisticcio di parole, firme  vere non manomesse dai radicali. La decisione  dei “ tre” di  stabilire una tregua, nella speranza che la situazione si decanti, che i cittadini dimentichino, va però ben al di là della vicenda lombarda. Vediamo.  

Maroni, marcia indietro dopo aver fatto la voce grossa

La Lega nella persona di Matteo Salvini, laeder lombardo, dopo momenti di “ riflessione “, in accordo con Maroni,  attacca. Via tutti, pulizia, al voto e si dimettono gli assessori leghisti. Arriva la risposta di Formigoni: “  Se cado io cadono anche le giunte del Piemonte e del Veneto” Se i leghisti vogliono il dialogo – aveva detto Formigoni – devono ritirare le dimissioni, decidano se vogliono far parte dell’alleanza in Lombardia, Veneto e Piemonte. In caso contrario andremo a elezioni con una giunta guidata da Formigoni ( lui che parla in terza persona ndr) e assessori completamente nuovi e ovviamente tutto ciò avrà conseguenze anche in Veneto e Piemonte, perché le tre giunte sono figlie dello stesso accordo politico”Una mazzata per i leghisti che senza “poltrone” non anno dove andare. Il presidente della Lombardia non ha dubbi. Si può fare una nuova Giunta, io resto, se non mantenete l’accordo politico ( tre regioni spartite in omaggio alla “ purezza leghista” e all’ampolla con l’acqua del Po ndr) tutti a casa. Certo anche Formigoni e Alfano hanno paura di fare la fine del topo.  Da questo punto di partenza prende le mosse una sceneggiata che si svolge a Roma  in casa del Pdl.  Lunghe discussioni, interruzioni ,quasi che le “ parti” sentano il bisogno di consultarsi. Sullo sfondo,oltre alla Regione Lombarda, c’è la legge elettorale che in Commissione passa con l voto, guarda caso di Pdl, lega, Udc, Fli e aggregati senza patria.  Una proposte che trova il voto contrario del Pd e dell’Idv. Sarebbe assurdo che si andasse avanti con la contrarietà del  partito più forte. Ma questi figuri che hanno gettato l’Italia nel disastro attuale, nel presentare l’emendamento salva Ruby al disegno di legge anticcoruzione non sia aliena dal possibile voto della lega. Insomma la regione Lombardia diventa la prova di una nuova allenza fra Pdl , in disfacimento e la Lega che non sta meglio. Una alleanza fra compari.

 Il Celeste azzera la giunta e ne forma una in fotocopia
Ecco che alla fine della sceneggiata le “ parti “ in causa si fanno gli elogi. Formigoni  annuncia che procederà a dar vita ad una nuova giusta per portare avanti “ le politiche di eccellenza portate avanti, ripete, in questi anni dalla regione Lombardia”. La faccia tosta a volte non ha limiti. Alfano fa lo gnorri: “Abbiammo deciso che non si può mandare a casa una amministrazione che ha fatto e lavorato bene “E a Formigoni “ribadiamo la nostra fiducia personale e politica”. Poi superando ll Celeste in “ facciatostismo” afferma che mai e poi mai  è stato minacciato di far saltare Piemonte e Veneto. Dice: “Da parte nostra non c’è mai stata nessuna minaccia di far cadere Veneto e Piemonte. Non è nostra abitudine muovere minacce nei rapporti con i nostri alleati”. Dopo tanto  fair play che poteva dire Maroni? Niente e niente ha detto. Tutto zucchero e miele, sempre nel nome del “ facciatostismo””Ieri avevo detto o azzeramento o dimissioni di Formigoni. Abbiano ottenuto l’azzeramento e- afferma-  abbiamo il dovere di andare avanti. Manteniamo gli impegni presi”,.

Le leccate del “ Bobo” al presidente  della Regione
 E giù leccata a Formigoni. “L’azione del governo della Lombardia negli ultimi dieci anni è stato un modello d’eccellenza in tutti i settori”.   L’accordo con Formigoni è per arrivare alla scadenza naturale della giunta oppure la Lega mantiene la richiesta  dell’election day nel 2013?  La risposta che è una non risposta: “Vediamo la nuova giunta, noi faremo delle proposte e valuteremo le iniziative concrete”.  A Milano i gruppi di opposizione non hanno idea di mollare. Insomma  la nuoa Giunta se nascerà non avrà vita facile. I suoi destini dipendono da quanto avviene sul piano nazionale, riforma elettorale e legge anticorruzione in primo luogo.

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