Crisi. La Grecia spera ancora, la Cina rallenta crescita e inflazione

ROMA – Proseguono i colloqui di Atene con la troika UE, Bce, FMI che insiste per la applicazione di un maxi piano di licenziamenti ed altre misure durissime per risanare il bilancio greco, il tutto mentre il 56 per cento dei lavoratori autonomi ellenici non pagheranno un centesimo di tasse grazie ed a causa di redditi dichiarati inferiori al massimale di esenzione.

In Cina l’inflazione rallenta concedendo un maggiore margine ad eventuali manovre di sostegno della crescita, che è decisamente rallentata ed è prevista far segnare un più 7 per cento su base annua.

Al vertice UE non ci sarà nessuna decisione

Al vertice della Unione Europea che si terrà giovedì e venerdì non  verrà assunta  alcunadecisione sulla Grecia. Si attende infatti il rapporto della Troika, il quale “sarà prima di tutto materia di analisi per i ministri delle finanze’ dei paesi dell’eurozona.
E’ probabile che  venga spesa qualche parola nelle conclusioni del Consiglio europeo per elogiare gli “sforzi molto encomiabili e encomiati fatti dalle autorità greche in questi ultimi tempi”.

Atene. Ancora lacrime, sangue e soldi forse sono finiti

Proseguono tra numerose difficoltà le trattative fra i rappresentanti della troika, due tedeschi in rappresentanza di UE e Bce ed un danese per il Fondo, e i ministri greci delle Finanze, del Lavoro e della Riforma Amministrativa.
Sembrerebbero due i punti considerati dai rappresentanti della troika indispensabili per la concessione da parte dei creditori della nuova tranche di aiuti da 31,5 miliardi di euro: le ulteriori modifiche ai contratti di lavoro del settore privato e i licenziamenti di massa in quello pubblico.
La troika sarebbe infatti tornata a chiedere il licenziamento di 15.000 dipendenti del settore pubblico entro il 2012 in quanto sussisterebbero dubbi circa la reale efficacia della misura, meno sanguinosa,  proposta da Atene,  della messa in mobilità per un anno.
Per quanto riguarda invece il settore privato la troika preme per un taglio del 30% degli indennizzi per licenziamento retroattivo a partire dal gennaio del 2012 e la riduzione del periodo di preavviso per licenziamento da sei a tre mesi.

Berlino. Nell’Euro se  Samaras rispettrà gli impegni
 

Continua la discussione tra Atene e Berlino con il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, che a Berlino in conferenza stampa ha dichiarato “La posizione non e’ cambiata, vogliamo aiutare la Grecia per stabilizzarla nell’euro” per poi continuare “Le aspettative sulla permanenza nell’euro sono però legate al fatto che la Grecia rispetti i suoi impegni”.
La cancelliera Angela Merkel nega invece la possibilità di un cambiamento di atteggiamento della Germania. Dopo le parole del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble che aveva escluso la possibilità di una ‘bancarotta di stato’, la cancelliera oggi  ha spiegato che ” ci sono grandi timori in Asia su processi incontrollati della zona euro”.In attesa del rapporto della troika la Merkel ha poi concluso affermando :  “Vogliamo che la Grecia rimanga nella zona euro, ma il lavoro non e’ stato finito, e c’e’ un bel po’ da fare nelle prossime settimane”.

 Il carico fiscale ormai pesa sulle spalle dei lavoratori greci

A causa in primis della crisi, ma non si può dimenticare il fenomeno dell’evasione fiscale che in Grecia viaggia su livelli ‘italiani’, oltre la metà dei lavoratori autonomi (il 56%) hanno dichiarato quest’anno un reddito esente da imposta in quanto inferiore ai 5.000 euro.
A riferirlo è il quotidiano Kathimerini che cita fonti e dati del ministero delle Finanze, un ministero che si è attivato, forse in maniera colpevolmente tardiva, per combattere l’evasione fiscale in questa fascia della popolazione.
347.304 sono i lavoratori autonomi attivi nel Paese e di questi soltanto 2.443 hanno dichiarato redditi pari o superiori ai i 100mila euro per il 2011 derivanti dalla loro attività.
A fronte di questi numeri l’imposta totale che ha colpito i lavoratori autonomi ha toccato il livello quest’anno di 1,2 miliardi di euro, mentre per i dipendenti e i pensionati il totale delle imposte assommerà a otto miliardi di euro che verranno versate nelle esangui casse ateniesi.

Cina. Rallentano crescita ed inflazione

Anche se di appena un decimale l’inflazione in Cina è scesa leggermente a settembre, con i prezzi al consumo aumentati dell’1,9 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, dopo il due per cento fatto segnare ad agosto. I prezzi alla produzione continuano a viaggiare in territorio negativo, ed è il settimo mese consecutivo, con l’indice che è sceso del 3,6 per cento a settembre, dopo il 3,5 di agosto.
Attesi per giovedì i dati economici del terzo trimestre che dovrebbero mostrare un ulteriore rallentamento del gigante cinese, con la crescita in calo per il settimo trimestre consecutivo e che dovrebbe aggirarsi sul 7 per cento annualizzato dopo il 7,6 per cento dei tre mesi precedenti.
Ancora in spolvero l’export del made in china che fa segnare un più dieci per cento su base annua a settembre mentre gli esportatori sembrano temere il protrarsi della crisi soprattutto in Europa.
Dalla banca centrale di Pechino non si attendono misure drastiche per un rallentamento che viene visto fisiologico.

 

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