Fiat. La Fiom non ci sta: “Referendum illegittimo, lavoratori sotto ricatto”

ROMA – «Questo referendum è illegittimo» perché è stato portato avanti «condizionando i lavoratori» con un «ricatto sulle persone». Lo ha ribadito il leader della Fiom, Maurizio Landini, parlando a «Che tempo che fa» su Rai3 condotto da Fabio Fazio. «Non è possibile in Italia lavorare solo così» ha aggiunto. «Noi abbiamo invitato a votare ma -ha sottolineato Landini- la condizione è stata difficilissima e nonostante questo le persone in stragrande maggioranza hanno detto no».

«Ora – ha proseguito Landini – la Fiat dovrebbe riflettere che il consenso così non ce l’ha e dovrebbe riaprire il confronto». Per il leader della Fiom «se si progettano le macchine bisognerebbe progettare anche le modalità di produzione, usando metodi che non rompano la salute delle persone» come avviene nella catena di montaggio. «Per alzare la produzione -ha aggiunto ancora- serve investire di più invece di cambiare contratti».

Airaudo (Fiom): “Marchionne non ha vinto con gli operai”

«Marchionne ha vinto con i suoi uomini, noi con gli operai, quelli che lui vuole fare lavorare di più e con meno diritti». Così il responsabile nazionale auto della Fiom, Giorgio Airaudo, commenta l’esito del referendum alle carrozzerie di Mirafiori dove ha vinto il sì con il 54% dei consensi e con il contributo determinante degli impiegati. «Siamo sorpresi di quel 46% che ha votato no -ha aggiunto Airaudo- avevamo capito che emotivamente gli operai erano favorevoli ma non pensavamo che questo si traducesse in un voto. Quel 46% -ha aggiunto- è un voto molto impegnativo, lo è per noi ma credo dovrebbe esserlo anche per l’impresa perchè c’è una maggioranza determinata all’interno dagli impiegati che all’interno delle carrozzerie non sono colletti bianchi ma strutture gerarchiche, 300 capi e 40 uomini del personale. Si potrebbe, quindi dire che Marchionne ha salvato il suo accordo con i suoi uomini». Sottolineando che il voto di giovedì e venerdì alle carrozzerie è un voto «che chiama tutti alle proprie responsabilità, non è un voto nè minotirario nè residuale o collocabile politicamente ma è un voto sindacale», ha aggiunto Airaudo «il prossimo 28 gennaio ci sarà lo scopero generale perchè il modello della Fiat non è estendibile ad altre aziende e gli imprenditori ci devono dire o tutti insieme o fabbrica per fabbrica se vogliono costruire il rapporto che Fiat ha imposto o ritornare al negoziato». Quanto ai rapporti con le altre organizzazioni sindacali firmatarie dell’impresa Airaudo ha concluso: «Spero che ognuno rifletta e faccia un bilancio. Le distanze esistono, ma se c’è la volontà si possono colmare. Mi piacebbe vedere se è fattibile un accordo sulla rappresentanza e poi vedere se c’è un governo in grado di recepirlo in legge».

Camusso (Cgil): “I ‘no’ più numerosi degli iscritti alla Fiom”

I no all’accordo sullo stabilimento Fiat di Mirafiori espressi al referendum sono di molto superiori rispetto alla rappresentanza del Fiom. Lo ha sottolineato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, analizzando nel corso del direttivo il voto dei lavoratori dello stabilimento torinese. «Tra gli operati direttamente interessati alla produzione è prevalso il no», ha detto Camusso, sottolineando che il totale dei voti contrari all’accordo firmato da tutti i sindacati, ad eccezione della Fiom, si è attestato su 2307 no. «Siccome la Fiom a Mirafiori ha circa 600 iscritti – ha detto ancora – e ha ottenuto oltre 900 voti all’ultima elezione delle Rsu, l’area dei voti contrari è molto più vasta, una rappresentanza che va molto oltre».

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