La Grecia si ricompra il debito. In Italia crolla spread e occupazione

ROMA – La Grecia ha lanciato un ingente piano di riacquisto di titoli del proprio debito.

Approfittando del basso prezzo dei propri bond Atene ridurrà il proprio debito pubblico di un importo pari a circa tre volte l’esborso. Ciò rende sempre più credibile la possibilità che Atene possa un giorno uscire fuori dalla crisi e diffondere serenità al mercato obbligazionario, facendo abbassare nettamente gli spread. L’Italia si conferma, però, nota stonata e l’Istat diffonde dati molto preoccupanti sulla disoccupazione con la Cgil che suona l’allarme per un 2013 che sarà nerissimo per il lavoro.

Atene. Fino a 10 miliardi di euro per il buy back

Dopo il default di inizio anno il governo greco aveva assegnato ai propri creditori un pacchetto di titoli scadenzato tra il 2023 ed il 2042. Sono questi i titoli principali cui sarà offerta la possibilità di essere rivenduti allo stato ellenico, per riaverli Atene offre un prezzo massimo di 40,1 cent per i titoli con scadenza 2023 e per i titoli con scadenza 2042 un prezzo massimo di 32,2 cent. Per ogni 1000 euro di debito pubblico greco in mano ai risparmiatori il governo di Atene offre quindi una somma che va dai 300 ai 400 euro, il che comporterebbe per Atene la possibilità di ridurre di 20-30 miliardi di euro il proprio debito pubblico investendone fino a 10 e per i risparmiatori di uscire da un mercato che è diventato un otto volante.
L’Agenzia greca di gestione del debito, la Pdma, ha lanciato l’operazione di riacquisto di parte del debito sovrano del paese detenuto dagli investitori privati, così come è stato stabilito con Ue e Fmi, con lo scopo di portare il rapporto tra debito e Pil al 124 % entro il 2020.

Spread sui minimi da marzo. Rendimenti più bassi dal 2010

Era da marzo di quest’anno che non si vedeva un livello dello spread inferiore ai 300 punti base. Il differenziale di rendimento dei titoli di Stato italiani a 10 anni e dei titoli con pari scadenza emessi da Berlino è arrivato fino a 295 punti base nel corso della seduta, riflettendo il ridursi dell’aspettativa di fallimento che i mercati nutrono nei confronti del nostro Paese ed il corrispondente premio di rendimento che Roma deve offrire ai propri creditori. Per ritrovare un livello più basso dell’attuale bisogna risalire al 21 marzo scorso.
Ancora più risalente è invece il livello così basso dei rendimenti, I tassi dei Btp decennali oggi sono infatti scesi al 4,39 per cento, sui minimi dal dicembre del 2010.

Camusso:per l’occupazione il peggio deve ancora venire

Sia Monti sia Fornero mostrano di sottovalutare nettamente i dati sull’occupazione resi noti dall’Istat. Ilpresidente del Consiglio nega che vi siano responsabilità del governo e il ministro  del Lavoro addirittura, con argomentazioni che non hanno alcuna base reale , arriva a contestare la veridicità dei dati. Ambedue, in questo modo, tentano di mettere in sicurezza la cosiddetta riforma del mercato del lavoro che doveva aprire la strada a nuova occupazione in specie per i giovani. L’Istat  ha richiamato l’attenzione del governo, delle forze politiche e sociali una situazione destramente preoccupante che disegna un paese in estrema difficoltà, con un tasso di disoccupazione , val la pena di ribadirlo,che si attesta, nel mese di ottobre, all’11,1%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a settembre e di 2,3 punti nei dodici mesi e note particolarmente dolenti dalla disoccupazione giovanile, con le persone tra i 15-24enni  che registrano un  tasso di disoccupazione pari al 36,5%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 5,8 punti nel confronto con l’anno precedente. A questi numeri va aggiunto quello  di “individui inattivi,” di coloro cioè che non sono classificati come occupati o in cerca di occupazione, che si attesta al 36,0%.

Le nuove generazioni rischiano di morire di austerità

Chi, insomma, ha perso persino la speranza di trovare un lavoro e quindi non lo cerca neppure. Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso a margine di un convegno sulla ‘Maternita’ negata, ha avvertito che: “il 2013, sul piano occupazionale, sarà ancora più pesante del 2012, che già è stato l’anno più pesante della crisi” sottolineando come i dati ISTAT “confermano che l’effetto recessivo delle politiche economiche è molto profondo” e sul 2013 avrà “un effetto moltiplicatore”.  Siamo in presenza di una vera e propria spirale recessiva che va interrotta con provvedimenti urgenti, rivendica la Cgil, approntando un piano straordinario per l’occupazione giovanile. Dice la segretaria confederale della Cgil, Serena Sorrentino: “ Bisogna cambiare la legge di stabilità, occorre una diversa politica fiscale altrimenti le nuove generazioni moriranno di austerità

Condividi sui social

Articoli correlati