Berlusconi. Per gli africani francofoni non é più simpatico e poco picchiatello

NOUACHOTT – “Berlusconi est sympa et un peu fou” (berlusconi é simpatico e un poco picchiatello).

Questo é il commento più diffuso tra gli africani delle ex colonie francesi dell’Africa Occidentale. Del resto l’uomo Berlusconi possiede molti caratteri cari all’africano medio: giocosità mista alla cialtroneria, egocentrismo irrefrenabile, ostentazione delle proprie virtù anche fisiche, generosità, amore sfrenato per i bei vestiti e le donne procaci, machismo benevolo, prolissità senza contenuti, rifiuto delle regole precostituite. In pratica uno spirito africano maschio che ancora oggi é proprio della maggioranza degli uomini africani francofoni tra i 30 e 55 anni.

 

Tutto bene per un eventuale futuro africano del nostro Presidente del Consiglio. Non proprio. In primis, Berlusconi é sostanzialmente mal digerito dalle donne della stessa fascia d’età che vedono in lui lo stereotipo del machista senza alcun attaccamento serio ai valori della famiglia e privo di senso di responsabilità; in secundis le avventure porno con meretrici di ogni genere di un uomo settantenne stanno minando seriamente la sua immagine giocosa, trasformandolo in un vecchio bianco bavoso ed ossessionato dal sesso. Gli africani francofoni sono abituati purtroppo a capi di governo corrotti, dispotici e incuranti del bene comune, ma non possono accettare che essi si permettano una vita privata dissoluta e senza scrupoli. E per questo che i media mauritani, senegalesi, maliani, ivoriani e guineiani sottolineano come sia assolutamente incredibile che, di fronte ad accuse così circostanziate e documentate, Berlusconi abbia rifiutato l’udienza al tribunale e continui a denunciare complotti contro di lui.

 

Ogni africano maggiorenne sa bene che i complotti, se ci sono, vengono realizzati nella maggioranza dei casi da chi detiene il potere e dai suoi accoliti; un giudice può essere corrotto ma non ha alcuno scopo in uno stato di diritto, ove vige la divisione dei poteri, di complottare contro l’apparato esecutivo dello Stato. Cosa può guadagnarci un giudice di corte penale ad ordire un complotto contro il capo del governo? Assolutamente nulla, semmai ci rimette di persona e per la sua carriera e protezione politica. Inoltre per la stampa africana francofona appare del tutto inverosimile ritenere che i festini organizzati da “amici” del Presidente del Consiglio nei palazzi di governo e residenze pubbliche dello stesso potessero essere assimilate a feste di beneficenza per ragazze della strada. Ma l’elemento che ha rotto l’idilio tra Berlusconi e l’opinione pubblica africana francofona è stata la goffa confessione di essere un uomo felicemente fidanzato. Come può un uomo fidanzato organizzare festini a base di ragazzine procaci e professioniste del sesso a pagamento? Quale donna occidentale civilizzata potrebbe mai tollerare questo, quando persino le ragazze di strada di Conakry denunciano loro clienti che cercano di imporre pratiche sodomite? “Berlusconi est un menteur!” Berlusconi mente questo é il commento umanime e la menzogna é un peccato capitale per tutte le confessioni religiose in Africa. Al contrario di Veltroni il Presidente del Consiglio troverebbe le porte serrate qualora decidesse di proseguire la sua avventura terrena in Africa Occidentale.

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