Forse ora si vota. Probabile data, il 24 febbraio

ROMA – Si andrà a votare il 24 febbraio. Giorgio Napolitano ha dato il suo benestare alla data indicata oggi dal ministro Cancellieri, che inizialmente aveva dato come probabile l’apertura delle urne il 17 febbraio. La ragione dello slittamento di una settimana è legata ai problemi organizzativi, in particolare per il voto all’estero. Questo è quanto ha spiegato la stessa Cancellieri oggi a Montecitorio.

Tuttavia regnano ancora alcune incertezze. Le dimissioni di Monti sembrano più tanto certe: è notizia di oggi l’annullamento della conferenza stampa di fine anno del premier, che doveva tenersi il 21 dicembre, e che è stata rimandata, per ora non si a quale data.  Altra grande incognita che resta irrisolta è la data dell’approvazione della legge di Stabilità, passaggio ultimo prima delle dimissioni di Monti, almeno fino a qualche giorno fa.  Che il Pdl stia prendendo tempo è chiaro. Cicchitto si è appellato all’importanza della legge di Stabilità per trovare un pretesto alla strategia di delazione che è stata messa in campo dal suo partito.

Che sia questo l’intento lo ha chiarito molto bene lo stesso Berlusconi, ospite ieri a “Porta a porta”,approfittando ancora  degli spazi televisivi per la sua offensiva mediatica: finchè non si è in regime di par condicio, tutto è permesso. Napolitano, nel frattempo, non è rimasto a guardare “i padroni che sono tornati a casa”, come si sente dire da qualcuno. E ha affidato a una nota il suo sdegno e la sua indisponibilità a uno slittamento del voto: “È egualmente interesse del Paese che ci si attenga a tale prassi e non si prolunghi eccessivamente la campagna elettorale affinché possa ristabilirsi al più presto la piena funzionalità delle assemblee parlamentari e del governo in una fase sempre critica e densa di incognite per l’Italia“- ha affermato Napolitano, uno dei pochi a sembrare davvero preoccupato per i rischi che corre il Paese, che mai come ora necessita di stabilità.
“Sono indecorosi, incommentabili i traccheggia menti sui tempi elettorali e sulla approvazione della legge di stabilità”: così il leader del Pd e candidato premier per il centro sinistra Pierluigi Bersani, da Bruxelles, dove si trova per un incontro  con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.

Non è solo il nodo della legge di stabilità a preoccupare “certi” italiani: quel che rammarica davvero, oltre alle strategie dilatorie, è la mancata approvazione della modifica della legge elettorale. Andremo a votare ancora una volta con il Porcellum, senza poter esprimere le preferenze, e senza la garanzia  che non ci siano condannati in Parlamento. Una bella delusione.
Pare fugata, invece, qualche incertezza sul futuro politico di Mario Monti: fino a qualche settimana fa c’era chi avrebbe dubitato che ce ne sarebbe stato uno.
“Monti, secondo me, non è indeciso in cuor suo, io non so quale, ma una decisione l’ha già presa, solo che rispetta le regole e aspetta lo scioglimento delle Camere. Rispetta con serenità  il mandato che ha ricevuto”: sono le parole del leader dell’Udc Pierferdinando Casini, che in giornata ha incontrato Monti insieme a Montezemolo , al Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, e al segretario Lorenzo Cesa.  Resta da vedere quale sarà il risultato politico di Monti qualora decidesse di entrare in scena guidando una forza politica così composta. Qualcuno è già sicuro che sarà un boomerang.

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