Politica in fibrillazione. Bersani a Monti, vorrei sapere chi combatti

ROMA – La politica è in fibrillazione. Tuttavia tra il frenetico lavoro delle liste e le campagne elettorali, in cui non vengono risparmiati attacchi agli avversari,  i veri problemi della crisi sono stati accantonati volutamente, se non addirittura dimenticati.

Un fatto alquanto discutibile che non passa inosservato: “Basta parlare di liste, di nomi e di alleanze post voto. La politica prenda degli impegni precisi con chi sta vivendo da anni una situazione di straordinaria difficoltà, si occupi dei redditi delle famiglie e di contrastare la povertà ormai dilagante”, tuona il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone, riferendosi ai dati forniti dall’Istat sulla disoccupazione
“Non vorremmo – ha continuato Cantone – ritrovarci di fronte all’ennesima campagna elettorale estenuante fatta solo di promesse e di annunci. Il paese ha bisogno di soluzioni, rivolte soprattutto alle fasce più deboli del paese. Ci dicano piuttosto cosa intendono fare ad esempio sulle pensioni, come pensano di arrestare il continuo impoverimento degli anziani e come intendono intervenire per creare posti di lavoro per i giovani”.

Intanto Pierluigi Bersani,  oggi in un’intervista rilasciata a Skytg24 sta tentando di disegnare la sua ipotetica squadra in caso di vittoria alle elezioni. “Ho in testa un mix : siamo un grande paese e occorrono esperienze e nuove generazioni, giovani però che abbiano già loro esperienze perchè in questo campo non si improvvisa”.
“A me va tutto bene – aggiunge Bersani riferendosi alla neo candidatura di Gabriele Albertini capolista al Senato ,  – purchè queste non aiutino a togliere le castagne dal fuoco a Berlusconi”.
E infine rivolgendosi a Mario Monti .  “Voglio capire da Monti e dal centro contro chi combattono”.
Intanto Albertini, tirato in ballo dalla lista, manda un messaggio: “Finchè non sono eletto non mi dimetto da europarlamentare. Non sono mica pirla. Dovrò optare per due cariche incompatibili, non mi dimetto da niente se non sono eletto dall’altra parte – ha insistito – Dimettermi sarebbe una mossa inutile e incongrua. Il ruolo di candidato non prevede le dimissioni, non c’è un obbligo di legge ma non c’è neanche un obbligo morale”.

Il professore, dal canto suo,  replica, replicando le diversità su eventuali aperture e  richieste di ipotetico sostegno in caso di vittoria, formulate dal vicesegretario del Pd Enrico Letta, perchè – dice –  “prima bisognerà attendere il risultato elettorale”.  E poi: “Nel Pd c’è un pò di tutto. Devono essere loro a chiarire cosa vogliono fare. E’ prematuro parlare di alleanze”.
Angelino Alfano, definito da Berlusconi  il candidato del centro destra, è intervenuto sugli accordi ventilati tra Pd e Monti: “Ufficiale: Da oggi Monti è la stampella di Bersani. Grazie al Pd per la chiarezza”, scrive l’ex Guardasigilli in un tweet.

Il Pdl intanto cerca di consolidare e ampliare la colazione con le liste minori, dopo l’accordo riuscito con la Lega, il Grande Sud  e Fratelli d’Italia.  La scelta dei candidati è ancora incerta. Ma è indubbio che la battaglia vera di giochi al Senato, dove i premi di maggioranza saranno regionali, tant’è che i partiti punteranno i cavalli vincenti nelle regioni più importanti, come la Lombardia, il Lazio, La Sicilia e la Campania. E il risultato non è affatto scontato. Insomma potremmo ritrovarci come nel 2006, quando il governo Prodi aveva la maggioranza alla Camera, ma non al Senato dove ogni votazione creava un clima di completa incertezza. E  questo il timore che il maggior partito di centro sinistra non può permettersi di sottovalutare, nonostante anche oggi i sondaggi parlino chiaro: è sempre il Pd al primo posto.

Condividi sui social

Articoli correlati