La Bce avverte l’Italia. Capitali in fuga

ROMA – L’avvertimento arriva dal bollettino che la Banca Centrale ha pubblicato oggi. A causa delle incertezze che pesano sul nostro futuro politico si sta già verificando una fuga di capitali dal nostro Paese in cerca di lidi che offrano maggiori garanzie sul futuro.

Fuga verso la sicurezza. I soldi in cerca di certezze
“L’accresciuta incertezza politica in Italia” è stata causa “di alcuni flussi di capitali, con l’obiettivo di ricercare investimenti più sicuri, verso i titoli emessi dai Paesi con rating AAA”.
Questo l’avvertimento lanciato dalla Bce, per il tramite del bollettino di gennaio, mentre l’Italia si avvicina all’appuntamento politico elettorale che tutta Europa vede come particolarmente delicato.
Ad aggravare la situazione il fatto che l’Italia sia il paese che, insieme alla Spagna, ha visto l’indice sul clima di fiducia segnare il “calo più marcato, specie a partire dalla metà del 2011″ rispetto agli altri partner dell’Eurozona.
Infatti, sulla base degli indici calcolati dalla Commissione dal 2007, anno di inizio della crisi, la fiducia dei consumatori ha “mostrato andamenti analoghi, segnando netti cali dal 2007 al 2009, una ripresa fino a metà del 2011, e una nuova flessione da allora”.
Per gli altri Pesi dell’area euro, in Germania gli indici hanno segnato “una ripresa piuttosto vigorosa nel 2010, e in seguito sono rimasti sostanzialmente stabili”, in Francia sono rimasti “assai prossimi all’aggregato dell’area dell’euro”, in Grecia e Portogallo invece hanno toccato “i minimi storici a metà 2011”

Lavoro al centro delle preoccupazioni
Uno dei punti più dolenti dell’economia dell’economia dell’Eurozona resta l’occupazione, con i mercati del lavoro che continuano “a risentire della crisi economica e finanziaria. L’occupazione è diminuita ulteriormente nel terzo trimestre del 2012, mentre la disoccupazione ha continuato ad aumentare”.
Al momento non desta invece preoccupazione l’andamento dei prezzi con le dinamiche inflazionistiche che appaiono “destinate a rimanere moderate”.

Stabilità dei mercati
Da un lato, sempre secondo la Bce, sul mercato obbligazionario nell’Eurozona hanno pesato negativamente anche “le revisioni al ribasso delle previsioni di crescita”, ma gli esperti di Francoforte sottolineano comunque che “altri fattori hanno influito positivamente sul clima di mercato”, tra cui, il raggiungimento dell’accordo “su una vigilanza bancaria unica europea sotto gli auspici della Bce”, nonché l’esito positivo “dell’operazione di riacquisto del debito effettuata dal governo greco, cui ha fatto seguito l’aumento di sei gradini del rating dei titoli sovrani greci da parte di Standard & Poor’s”.
Il clima di fiducia dei mercati è quindi “migliorato sensibilmente”, con “vari indicatori congiunturali che hanno mostrato più di recente una sostanziale stabilizzazione, seppure su livelli contenuti”.

Ma la Bce sprona i Governi a non sedere sugli allori
“Il forte calo dei rendimenti dei titoli di Stato dei paesi dell’Eurozona registrato di recente dovrebbe essere sostenuto da ulteriori passi avanti nel risanamento delle finanze pubbliche in linea con gli impegni assunti nel quadro del Patto di stabilità e crescita”.
Secondo la Bce non è ancora giunto il tempo di rilassarsi, in quanto l’attuale stato di debolezza dell’economia nella Eurozona “dovrebbe protrarsi anche nel 2013”, sebbene “nel prosieguo dell’anno si dovrebbe registrare una graduale ripresa”.

Confindustria appoggia l’idea della Bce
Anche dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, arriva un invito a continuare sulla medesima strada. Oggi, intervenendo a un convegno sul Mezzogiorno, ha infatti avvertito che “i mesi che seguiranno saranno quelli più duri, segneranno il punto più basso dell’economia”.
“Ci aspetta un anno difficile ma rimango ottimista” ha dichiarato ancora Sguinzi, perché “l’Italia ha le potenzialità, le capacità e le risorse per venirne fuori. Il Mezzogiorno è una di queste risorse”.
Da oggi al centro c’è da mettere la crescita, per Viale dell’Astronomia “ci aspetta un anno difficile in cui più che mai diventa cruciale la sfida della crescita”, per la quale “nei mesi scorsi troppo poco si è fatto, alle prese con la messa in sicurezza dei conti pubblici”.
In conclusione Sguinzi ha lanciato un appello ai politici perché in campagna elettorale “non seguano pericolose scorciatoie o facili promesse”, ne’ si avventurino in “passi indietro rispetto alla strada delle riforme già intrapresa”.

Ben differente l’interpretazione che arriva da Paolo Ferrero
In una nota Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista ha dichiarato che
“Draghi e la Banca centrale europea continuano ad usare la speculazione internazionale per ricattare l`Italia e obbligarla a demolire il welfare e i diritti dei lavoratori”
“Questi finanzieri di alto bordo – ha inoltre aggiunto l’esponente di sinistra – sono dei compagni di merende che usano le loro posizioni di potere per togliere i soldi ai popoli e ingrassare speculatori e banchieri.
L`Italia può e deve sottrarre il proprio debito alla speculazione finanziaria internazionale seguendo la strada maestra: il governo italiano deve obbligare la Banca d`Italia a partecipare all`acquisto dei titoli di stato sul mercato primario tagliando così le unghie alla speculazione. Se non lo fanno – ha concluso Ferrero – è perché sono in combutta con gli speculatori”.

Amerigo Rivieccio

Condividi sui social

Articoli correlati