Ustica. Cassazione civile, fu un missile ad abbattere il DC-30

ROMA – Abbiamo dovuto aspettare l’ultimo grado di giudizio per sapere che ben 32 anni fa, esattamente il 27 giugno del 1980, il DC9-30 dell’Itavia è stato abbattuto nei cieli di Ustica con un missile.

Tesi, che la terza sezione della Corte di Cassazione ritiene “abbondantemente e congruamente motivata” e che di fatto respinge il ricorso presentato dal ministero della Difesa e delle Infrastrutture e Trasporti e ribadito che i parenti delle vittime del disastro vanno risarcite.
Insomma, oggi,  è stata scritta una pagina importante su questa vicenda, anzi quel muro di gomma, da cui prese anche nome il film di Marco Risi, questa volta non ha retto allo tsunami della giustizia. Tuttavia c’è ancora molto da sapere e nonostante i punti oscuri di questa vicenda restano tali, possiamo affermare chequalcosa si è finalmente mosso dopo un lungo periodo di depistaggi, reticenze, silenzi assordanti.
Ed ora lo Stato dovrà giustamente risarcire le vittime. Era stata la Corte d’Appello di Palermo, nel giugno del 2010, ad accogliere la domanda di risarcimento avanzata da alcuni dei parenti delle vittime. «Non c’è dubbio – scrivono i giudici – che le amministrazioni avessero l’obbligo di garantire la sicurezza dei voli e che l’evento stesso dimostra la violazione della norma cautelare».
In tema di responsabilità civile, infatti, dal momento che «l’omissione di una condotta rileva quale condizione determinativa del processo causale dell’evento dannoso soltanto quando si tratti di omissione di un comportamento di cautela imposto da una norma giuridica specifica, ovvero da una posizione del soggetto che implichi l’esistenza di particolari obblighi di prevenzione dell’evento, una volta dimostrata in giudizio la sussistenza dell’obbligo di osservare la regola cautelare omessa ed una volta appurato che l’evento appartiene al novero di quelli che la norma mirava d evitare attraverso il comportamento richiesto, non rileva ai fini dell’esonero dalla responsabilità che il soggetto tenuto a detta osservanza abbia provato la non conoscenza in concreto dell’esistenza del pericolo».

Ma c’è dell’altro che fa riflettere. Su Ustica, infatti, adesso ci sono due sentenze della Cassazione, una in sede civile, che ha stabilito come la strage fu causata da un missile e l’altra penale che palra di un’esplosione avvenuta all’interno del velivolo. Come spiega il giudice Rosario Priore, istruttore dell’inchiesta sulla strage di Ustica: “Ci troviamo di fronte a una situazione di contrasto tra due giudicati, uno di sezione penale e l’altro proveniente da sezione civile. Mi auguro che questo contrasto sia risolto, altrimenti ne va della credibilità della nostra giustizia. La tesi poi fu modificata dalle Corti a seguire, Corte d’Assise d’Appello e Cassazione, che in una decisione di una sezione penale accettò l’ipotesi dell’esplosione di un ordigno all’interno del velivolo. Leggo
con stupore su organi di stampa che in sede penale si sia arrivati a un ‘nulla di fattò, a fronte di anni di approfondite indagini e ricerche di cui si può leggere nella mia sentenza-ordinanza”,  ha sottolineato ancora Priore.

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