Crisi, 6 italiani su 10 non arrivano a fine mese

 ROMA – In Italia il 60% della gente è costretta a mettere mano ai risparmi per arrivare alla fine del mese.

Monti intanto torna da Berlino soddisfatto per aver incassato altri elogi dalla Merkel che, a sua volta, non se la passa granché bene visti i recenti risultati elettorali in Bassa Sassonia. Ma l’importante per entrambi sembra essere solo andare avanti sulla  strada del rigore. La cancelliera non ha perso occasione per affermare con orgoglio che “negli ultimi mesi Italia e Germania hanno fatto molto” in tal senso. La Merkel sprizza ottimismo da tutti i pori tanto da sentirsi sicura che l’Italia riuscirà a risolvere i suoi problemi interni.  Peccato per entrambi (per il professore in particolare) che gli ultimi dati forniti dal Rapporto 2013 di Eurispes tratteggino uno scenario a tinte sempre più fosche per l’economia del Bel Paese. Un Paese malato di “presentismo”, ripiegato sul presente e che non lavora per costruire il suo futuro. Secondo Eurispes, gli italiani tagliano sempre più i consumi e 3 su 5 intaccano i risparmi per arrivare alla fine del mese. In soldoni, lungo lo Stivale si fa molta fatica a “sbarcare il lunario”. Non a caso, per l’80% della popolazione italiana la situazione economica si è aggravata negli ultimi 365 giorni. In fondo al tunnel non si intravede un minimo di barlume di luce. La risalita è ancora lontana, tanto che il 52,8% degli intervistati è convinta che la situazione economica del Paese peggiorerà ancora nel prossimo anno. Fino a quando ci saranno risparmi da cui attingere va pure bene. Il problema è che i cittadini non riescono più neanche a risparmiare. Due su tre, infatti, sostengono che il prossimo anno sarà praticamente impossibile mettere soldi da parte. A fronte di questa situazione di difficoltà, negli ultimi tre anni il 35,7% ha chiesto un prestito bancario. Quasi 9,5 punti in percentuale in più rispetto all’anno precedente, mentre raddoppia il numero di italiani che hanno chiesto soldi a privati. E gli usurai staranno stappando certamente qualche bottiglia di spumante. Ammesso che lo preferiscano allo champagne giusto per onorare i prodotti italiani. Dati allarmanti arrivano anche dall’Istat. A novembre scorso l’occupazione nelle grandi imprese al lordo dei dipendenti in cig cala dello 0,3% rispetto a ottobre. Al netto dei dipendenti in cig l’occupazione diminuisce dello 0,6%. Rispetto a novembre 2011, al netto dei dipendenti in cig il calo è del 2%.  Nel frattempo, dopo la giornata nera di ieri (chiusa con un pesante ribasso del 3,36%), seduta positiva per la Borsa di Milano. L’indice Ftse Mib ha chiuso in crescita dello 0,86% a 17.439 punti. Ieri, giornata caratterizzata da raffiche di sospensioni su Banco Popolare, Bpm, Finmeccanica e Monte dei Paschi (-9,46%). In buona sostanza, il cielo sopra lo Stivale è sempre più grigio. E il professore ha dato già prova di non avere la ricetta giusta per colorarlo di azzurro. Figurarsi per riempirlo di stelle unite in cerchio.

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