Pomigliano. Fiat, operai Fiom retribuiti e mandati a casa

 POMIGLIANO – Retribuiti e poi mandati a casa i 19 operai della Fiom assunti in Fabbrica Italia Pomigliano lo scorso mese di novembre su disposizione della Corte d’Appello di Roma.

Arrivati in fabbrica, stamattina, per conoscere le proprie mansioni, i 18 lavoratori (uno è in aspettativa per motivi elettorali) sono stati invitati a far rientro a casa perché al momento non è possibile una loro ricollocazione. “Ci hanno consegnato la busta paga – hanno spiegato le stesse tute blu – e informati che ci faranno sapere. Noi pretendiamo una comunicazione scritta, ed abbiamo contestato all’azienda le modalità di mancata comunicazione preventiva”. I 18 operai Fiom hanno successivamente accettato di lasciare lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco dopo essere stati diffidati dall’azienda ad abbandonare la fabbrica. E’ stato solo il timore “di essere licenziati”, tuttavia, a spingere i lavoratori a lasciare l’azienda. Sebastiano D’Onofrio, uno dei 19 operai iscritti alla Fiom , poco prima aveva reso nota l’intenzione delle tute blu di voler restare “in fabbrica finché la Fiat non ci comunicherà per iscritto che dobbiamo tornare a casa. E’ l’ennesima discriminazione per gli operai Fiom. Quando abbiamo chiesto di ricevere comunicazioni ufficiali, ci è stato risposto che l’azienda decide come procedere. Questa è democrazia? I responsabili ci hanno offerto il caffè e poi ci hanno chiesto di lasciare lo stabilimento o di restare nell’aula della formazione. Da qui non ci muoviamo senza spiegazioni. La riorganizzazione – concludeva  – prevede forse una nuova cassa integrazione per i 19 della Fiom”? Alle dichiarazioni di D’Onofrio, fanno da eco quelle del collega Ciro D’Alessio: “Ci tengono lontani da tutto e tutti – dice l’operaio Fiom – ma resisteremo”. Il giornalista economico Paolo Griseri, commentando la notizia, ha invece parlato di umiliazione dei lavoratori Fiom a seguito della decisione presa dal Lingotto. Dura la reazione del segretario della Fiom Maurizio Landini che insorge: “Metteremo in campo tutte le azioni giuridiche e sindacali necessarie per impedire il perdurare di una situazione non più accettabile”. Nel corso di una conferenza stampa, tenutasi intorno alle ore 13 di oggi, il sindacalista ha inoltre dichiarato che, a suo giudizio, il comportamento dell’azienda è “non solo autoritario, ma un vero e proprio sberleffo alla Costituzione e alle leggi del paese”. “E’ un’ingiustizia che dei lavoratori vengano retribuiti per stare a casa. La Fiat ha una concezione medievale dei rapporti di lavoro, un’idea legata al delirio di onnipotenza dell’amministratore delegato”. Così Giorgio Araudo, ex segretario nazionale Fiom e oggi candidato alla Camera con Sel. “Si vuole umiliare i lavoratori, non è questa la civiltà europea del lavoro. Anche a Melfi era accaduto, ma in questo caso sono stati formati dei lavoratori per lasciarli a casa retribuiti. Un gesto – conclude Araudo – discriminatorio e inutile”.

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