La UE e l’austerità. Una ricetta ammazza PIL

ROMA – L’Unione Europea comincia a somigliare sempre più ad una nave senza timoniere perduta nella tempesta della crisi.

In pochi giorni è tornata a salire alla ribalta per la sua ossessione rigorista e per la tendenza allo svuotamento di compiti e funzioni, oltre che di bilanci, una ricetta sintetizzata nel mantra rigorista che si è già ampiamente dimostrata come perdente o come suicida ed i cui risultati  sono ancora una volta balzati all’attenzione di tutti con dati sul PIL talmente negativi da togliere il fiato, con il PIL che ritorna a quello del 2001 ed un dato acquisito per il 2013 che lascia pochissime speranze al nostro Paese
Oltre a ciò si aggiunga il sempre più frequente ricorso da parte dei commissari UE alla formula del “sono stato frainteso” degnissima del Berlusconi dei tempi migliori ed utilizzata, da ultimo, nientedimeno che da Olli Rehn.

Pil UE in frenata, Italia in picchiata
La recessione non si ferma e anzi continua ad inanellare nuovi record.
Il prodotto interno lordo italiano chiude infatti il 2012 con un calo del 2,2%. L’ultimo trimestre del 2012 fa segnare segno meno per la sesta volta consecutiva facendo quindi segnare la recessione più lunga da vent’anni.
Un’analoga successione di 18 mesi consecutivi con l’economia in calo si era infatti verificata infatti solo tra il 1992 e il 1993.
Un crollo però che tocca tutta l’Eurozona dove, con il calo dello 0,6% nell’ultimo trimestre dello scorso anno, rilevato da Eurostat, si è fatto segnare il peggior dato dall’inizio del 2009, quando nel Vecchio Continente era arrivato il contraccolpo del fallimento di Lehman Brothers.

Diminuisce il Pil ma la risposta non può essere sempre il rigore
Con i dati sul Pil così preoccupanti ha lasciato stupiti molti commentatori la decisione della UE di proporre al Parlamento Europeo di contrarre il proprio bilancio.
La proposta è destinata ad infiammare l’aula dell’Europarlamento lunedì prossimo quando il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy la presenterà nel corso di un dibattito al quale parteciperà anche, su invito del presidente dell’Aula, Martin Schulz, il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso. L’accordo sulle prospettive finanziarie 2014-2020 è frutto di un primo accordo raggiunto una settimana fa dopo una maratona negoziale durata 25 ore.
Già venerdì scorso, subito dopo l’annuncio a Bruxelles dei leader dei 27, i presidenti dei quattro principali gruppi parlamentari (Ppe, Pse, Alde e Verdi) avevano minacciato battaglia: “Il Parlamento europeo non può accettare l’accordo di oggi così com’è.
Ci rammarichiamo che Van Rompuy non abbia parlato e negoziato con noi noi negli ultimi mesi. I veri negoziati inizieranno adesso con il Parlamento europeo”.

Bilancio UE. Per il Movimento Europeo è inaccettabile
Sul bilancio UE ha lanciato un Appello-Dichiarazione il Movimento Europeo che invita il Parlamento a bocciarlo ‘fino a che non sarà trovato un accordo all’altezza delle necessità dell’Unione’. Secondo la dichiarazione, che ha come primo firmatario Giuliano Amato, l’accordo ‘rappresenta l’ennesimo atto della volontà politica del Consiglio europeo di limitare la capacità dell’Unione di offrire ai suoi cittadini dei beni comuni a dimensione europea’.
Viene quindi ricordato come per “la prima volta nella storia dell’Unione, sia stata decisa una diminuzione del bilancio’ rispetto ai precedenti.
Secondo i firmatari il Consiglio Ue ‘ha contraddetto le sue proposte, quando afferma che il bilancio deve condurre l’Unione al di fuori della crisi e catalizzare la crescita e l’occupazione attraverso l’Europa’. E ha ‘manifestato con arroganza il suo disprezzo verso il Parlamento europeo’: ‘siamo convinti che i diritti del Parlamento europeo coincidano oggi con i diritti dell’Unione’, si aggiunge nel documento.

Rehn “Sono stato frainteso”. A Bruxelles irrompe il Berlusconi style
Nella lettera ai ministri delle Finanze dell’eurozona diffusa ieri, il commissario europeo agli Affari economici e monetari Olli Rehn “non ha fatto alcun annuncio, nè le sue frasi devono essere viste in relazione ad alcun Paese particolare”. A chiarirlo è stato il portavoce del commissario, Simon O’Connor, che ha parlato di “equivoci” sul modo in cui la lettera di ieri era stata interpretata da diversi commentatori, incluso Stefano Fassina del PD, sul fatto che i Paesi che si sono impegnati nel consolidamento dei conti pubblici potrebbero beneficiare di una estensione dei tempi per il rientro del deficit nel caso in cui le prospettive di crescita dovessero peggiorare.
“Tutti sanno come interpretiamo il Patto di stabilità” ha chiarito O’Connor “Siamo stati molto chiari su come interpretiamo il Patto, il focus sul deficit strutturale e sulla necessità di adattare le raccomandazioni alla situazione economica in evoluzione”.

Rehn e BCE. Ma la crescita arriverà presto
La crescita economica dell’eurozona continuerà ad essere ‘debole nella prima parte del 2013’ ma poi ‘dovrebbe recuperare gradualmente, sostenuta da una politica monetaria accomodante’ della Bce, ‘dal miglioramento del clima di fiducia nei mercati e dalla loro minore frammentazione’.
Ad affermarlo oggi la Bce nel bollettino di febbraio.
E anche il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, sembra concordare sul punto: ‘I dati sul pil sono sotto le aspettative dei mercati e siamo consapevoli che l’attività economica resta debole e tornerà positiva gradualmente solo nella seconda meta’ del 2013′.

Crescita acquisita. Se tutto va bene siamo rovinati e intanto torniamo al 2001
Il crollo dell’economia avvenuto in Italia nel corso del 2012 con l’ultimo trimestre dello scorso anno che ha visto tutti i settori andare male, agricoltura, industria e servizi, lascia anche una pesante eredità al 2013.
La variazione acquisita del Pil, ovvero quella che verrebbe registrata se nei prossimi trimestri le variazioni dovessero essere pari a zero, cioè se il crollo delle’economia avesse toccato il pavimento, è già pari a -1%, non male per essere appena a febbraio.
E per meglio inquadrare la questione il Centro Studi Promotor evidenzia come il Pil italiano abbia fatto un balzo indietro di 12 anni tornando ai livelli del 2001.

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