Parlamento e informazione. Grillo contro tutti, vuole tutto

Siddi, “Contro i giornalisti insulti e toni da regime

 

ROMA – Beppe Grillo non ha più freni inibitori, se mai ne ha avuti. Ormai, forte del suo risultato elettorale continua imperterrito il suo percors, ovvero la strategia accusatoria, con l”obiettivo di annientare tutto ciò che, secondo lui, sbarra la strada al Movimento 5 Stelle di cui è anche il fondatore. E se è vero che lo scenario economico italiano è drammatico e l’esplosione sociale è dietro l’angolo, Grillo continua a fomentare la rabbia, ad alimentare l’esasperazione,  senza però prendere decisioni concrete alla vigilia delle consultazioni del Capo dello Stato.
Invoca la dissoluzione dei partiti, attacca i media, solo quelli italiani visto che rilascia interviste a quelli stranieri, elogia il mondo della rete, della “sua rete”, con un fare che somiglia più a un “incazzato” che a un leader di un movimento, qual’è. Perchè la strada di Grillo sembra spesso senza uscita, almeno se lo intendiamo sul piano del confronto politico: “C’è una regola nel nostro movimento”, dice, “non si fanno accordi con i partiti. Chiunque si sia iscritto al movimento l’ha accettata, firmando. Non c’è niente da decidere. Se giochi a calcio, dici di voler segnare con le mani? No, si può solo con i pedi. Significa accettare le regole”, ribadisce Grillo.
E non è tutto. Grillo, sempre al Time, assicura che se le violenze non sono scoppiate nel Paese è grazie al suo movimento. Detto questo aggiunge: “Se falliremo, scoppieranno le violenze, perchè tutto è nato in Italia: il fascismo, le banche, il debito, la mafia. La violenza no, grazie a noi”. Ma non è tutto: ““Vogliamo il 100% del Parlamento, – dice Grillo –  non il 20% o 25% o 30%: quando il movimento arriva al 100%, quando i cittadini diventeranno lo Stato, il movimento non avrà più bisogno di esistere. L’obiettivo è quello di estinguere noi stessi”. Una soluzione drastica detta copsì,  che fa venire la pelle d’oca.

Ma non è tutto. Oggi il comico genovese ha pubblicato nel suo blog un articolo titolato “attenti al lupo” in cui non lesina attacchi e critiche anche ai conduttori televisivi che definisce così: “Il loro obiettivo è, con voce suadente, sbranare pubblicamente ogni simpatizzante o eletto del M5S e dimostrare al pubblico a casa che l’intervistato è, nell’ordine, ignorante, impreparato, fuori dalla realtà, sbracato, ingenuo, incapace di intendere e di volere, inaffidabile, incompetente. Oppure va dimostrato il teorema che l’intervistato è vicino al pdmenoelle, governativo, ribelle alla linea sconclusionata di Grillo, assennato, bersaniano. In entrambi i casi, il conduttore si succhia come un ghiacciolo il movimentista a cinque stelle, vero o presunto (più spesso presunto), lo mastica come una gomma americana e poi lo sputa, soddisfatto del suo lavoro di sputtanamento. E’ pagato per quello dai partiti”.

E poi si accanisce contro le televisioni, le stesse televisioni che nel bene e nel male hanno segnato anche il successo del comico genovese.
“Sono qualcosa di sconvolgente, di morboso, di malato, di mostruoso, che sta sfuggendo forse al controllo dei mandanti, come si è visto nel folle assalto all’albergo Universo a Roma dove si sono incontrati lunedì scorso i neo parlamentari del M5S”, scrive Grillo.
Insomma “Le Sette Sorellastre televisive – come le definisce il leader del M5S –  non fanno informazione, ma propaganda. E’ indispensabile creare una sola televisione pubblica, senza alcun legame con i partiti e con la politica e senza pubblicità. Le due rimanenti possono essere vendute al mercato.”

Insomma dobbiamo essere “Attenti ai lupi!”, scrive Grillo. Ma a noi viene da chiederci chi sono i veri lupi? Da che parte sta il branco affamato? Perchè la confusione è tanta e mentre loro parlano la sofferenza sociale aumenta inesorabilmente. Insomma, anche Grillo sembra più essere interessato a sputtanare chi lo sputtana, piuttosto che mettersi nuovamente a tavolino con i suoi, e non più da outsider visto che ora il M5S è dentro nelle istituzioni, per trovare una soluzione che possa  arginare la drammatica situazione in cui gli italiani versano. E lo deve fare con senso di responsabilità che ormai non c’è più.

 

Le reazioni

“La nuova sortita di Grillo contro l’informazione, i giornalisti e le televisioni è quanto di più inappropriato possa fare un leader politico di un Paese democratico. Sono espressioni e atteggiamenti da oligarchi di regime, che non possono essere scambiati come semplici espressioni di chi vuole reali cambiamenti in termini di moralità pubblica e autorevolezza delle istituzioni”. Ad affermarlo è Franco Siddi, segretario nazionale Fnsi.
“Nemmeno Berlusconi, nella sua lunga azione per leggi bavaglio era mai arrivato a tanto. Noi non gli opporremo parole diverse da quelle espresse da chi, da parti diverse, ha tentato di mettere la mordacchia ai giornalisti. Legittimamente i giornalisti fanno domande nell’interesse pubblico, tanto più a chi si propone, o emerge, come leader di un movimento politico nuovo. Non c’è un attacco dei giornalisti al suo movimento ma la giusta necessità di capire e conoscere meglio natura, ragioni e persone del “suo” partito. Detto ciò, la categoria non solo ha il diritto di fare domande ma deve avere anche più forza e coraggio di fronte a chi si nega e ordina anche ai “suoi” di non parlare con i giornali. Rincorrere un uomo mascherato, garantendogli il giorno dopo paginate non è stato giusto: la foto notizia avrebbe parlato da sola nel rappresentare chi si comporta così, benché chiamato ad una responsabilità pubblica per il Governo del Paese. Se Grillo pretende giustamente trasparenza, questa condizione vale anche per lui. Gli piaccia o no. Le domande non si interromperanno. Si risponda con idee e non con insulti e minacce. Quanto agli attacchi specifici di Grillo ai colleghi della televisione, tutto ciò appare solo funzionale al suo format di comunicazione orientato ad una contro-informazione che diventa solo propaganda, da cui dobbiamo ricordarlo, trae abbondanti vantaggi. Su tutto questo è legittimo discutere così come è doveroso dare atto del successo elettorale avuto dal suo movimento. Il rispetto per i cittadini elettori è fuori discussione ma lo stesso rispetto merita chi lavora per l’informazione, bene prezioso per la democrazia”.
“Condivido le affermazione di Franco Siddi”, commenta Giuseppe Giulietti. “Queste espressioni non ci piacevano quando le usava Berlusconi e non ci piacciono qualdo le dice Grillo. Dovremmo indignarci sempre allo stesso modo senza ecceziona alcuna”.

 

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