Angelus, Papa Francesco: la misericordia può cambiare il mondo

 CITTA’ DEL VATICANO – “Un po’ di misericordia cambia il mondo” e lo rende “meno freddo e più giusto.

Dio mai si stanca di perdonarci. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono”. Queste le parole di Papa Francesco  intorno alle quali si è poi articolato il suo primo Angelus. Il boato delle centinaia di migliaia di persone presenti ha accolto Papa Bergoglio appena si è affacciato su Piazza San Pietro dalla finestra dell’appartamento pontificio. “In questi giorni ho letto un libro del cardinale Kasper, un buon teologo. E’ un libro sulla misericordia che mi ha fatto tanto bene. Ma non credete che faccio pubblicità ai libri dei miei cardinali. Non è così” – ha continuato concedendosi una battuta -.  Il Papa ha dato il via al suo Angelus, ricordando l’importanza della domenica nella concezione cristiana. “È bello per i cristiani – ha detto ai fedeli presenti – parlarci e salutarci di domenica e oggi lo facciamo in una piazza che grazie ai media ha le dimensioni del mondo”.  Bergoglio è tornato anche sulla scelta del nome Francesco. “Ho scelto il nome del patrono d’Italia, Francesco d’Assisi, e ciò rafforza il mio legame spirituale con questa terra dove sapete ci sono le origini della mia famiglia”. Questa mattina, in barba ad ogni protocollo, eludendo la sicurezza, è uscito su via di Porta Angelica e ha salutato i tanti fedeli che lo attendevano e lo acclamavano, fermandosi a stringere le mani a tanti di loro. Al termine della messa nella chiesa Sant’Anna, in Vaticano, ha voluto attendere all’esterno della struttura  l’uscita dei fedeli, stringendo le mani a tutti, abbracciando e baciando molti di loro, scambiando con tutti parole di saluto e di ringraziamento. Tra loro, anche il fratello di Emanuela Orlandi. Papa Francesco ha già conquistato tutti. A partire dai giovani. La sua semplicità, la sua umiltà, la sua vicinanza ai poveri hanno riportato d’incanto la Chiesa in mezzo alla gente. Fuori dalle mura vaticane. Il “buongiorno” e il “buon pranzo” con cui Francesco ha aperto e chiuso l’Angelus sono una ulteriore testimonianza di quella rivoluzione copernicana che in queste ore ha spostato il fulcro della missione di evangelizzazione da parte della Chiesa. Partendo anche e soprattutto da un dialogo semplice e cordiale con il prossimo.  

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