Prime conferme per Bersani. Grillo attacca, il Pdl s’arrampica

ROMA – Giorgio Napolitano richiama le forze politiche alla responsabilità. Lo fa in questa giornata dolorosa e particolare in cui si commemora l’eccidio delle Fosse Ardeatine e quello di Sant’Anna di Stazzema. Due luoghi di profonda sofferenza che hanno lasciato una ferita aperta all’Italia durante l’epoca nazi fascista.

Il Capo dello Stato ha voluto presenziare le commemorazioni come ultimo atto pubblico della sua Presidenza, visto che il suo mandato è giunto alla conclusione. E non ha dimenticato la situazione in cui versa il Paese. Ai giornalisti che gli hanno chiesto un commento ha risposto che “si sente il bisogno di  unità e di piena adesione all’interesse generale del Paese e di continuità delle istituzioni repubblicane”. E poi sul futuro governo ha detto che “non si può che avere fiducia”. E poi si è appellato ai partiti. “Pensate al Paese”, ha sottolineato.

Nel frattempo scatta per Pier Luigi Bersani il secondo giorno di consultazioni. Tra le parti sociali il segretario del Pd inizia ad incassare i primi consensi. Una prima conferma sull’appoggio ai democratici arriva dalle realtà cooperative, ma non solo. Il presidente della LegaCoop Giuliano Poletti, dice di aver “confermato a Bersani l’esigenza che il nostro paese ha in termini assoluti di avere un governo: i problemi di questo paese sono acuti e non abbiamo più tempo davanti per non scegliere, per non compiere atti che diano fiducia a imprese e lavoratori”. E poi ha aggiunto Poletti: “Siamo  in una situazione di terribile difficoltà e sosteniamo lo sforzo di costruire un nuovo governo”.
Alle parole del numero uno di LegaCoop fanno eco quelle del presidente della Confindustria Giorgio Squinzi che chiede al più presto un governo stabile che “faccia appello a tutti gli uomini di buona volontà”. “Non c’è rimasto tempo – avverte – , siamo vicinissimi alla fine”.
Motivo per cui il senso di responsabilità è una prerogativa assoluta.

“La strada è stretta ma è la più sensata, ancorchè stretta”, ha voluto ribadire Pier Luigi Bersani nel suo tentativo di formare un governo. “Tutte le altre strade mi sembrano più complicate, più difficili, meno forti”. E onfine  Bersani ha rinnovato la sua preoccupazione per la crisi. “Lo sguardo di oggi ci consegna un panorama difficilissimo dal lato dell’economia reale. Se non avessimo paura delle parole si potrebbe dire drammatico” Persino Dario Fo ha riconosciuto che l’incarico dato dal Presidente a Bersani è stata una cosa giusta. Tuttavia c’è chi rema contro, anzi chi continua a farlo sparando bordate a tutto campo. Grillo, infatti, anche oggi non ha lesinato attacchi diretti e verbalmente violenti. Prima ha preso di mira i presidente di Camera e Senato, rispettivamente Laura Boldrini e Pietro Grasso definendoli come la rappresentazione “di una moderna manifestazione della partitocrazia”.
Di Grasso dice che “è stato  l’unico procuratore antimafia estimatore di Berlusconi”. “Sono affermazioni del tutto fuori luogo”, ha risposto  Laura Boldrini durante l’intervista rilasciata alla trasmissione “Che tempo che fa”. “Mi stupisce – prosegue – che possa dire questo. Io ho una storia che parla per me”.
E poi, sempre da suo Blog, Grillo ha lanciato accuse a ipotetici troll, ovvero persone celate sotto false spoglie che commentano i suoi post per sputtanare il suo operato. Insomma, una sorta di spamming collettivo  che lui ha definito “schegge di merda digitali”. La vicenda ha creato un bel po’ di malumore, anche tra i sostenitori del Movimento 5 Stelle, molti dei quali  commentano anche criticando per avere delle risposte. Ma come sappiamo i divieti non sono cosa nuova e  anche fare di tutta un’erba un fascio è cosa risaputa.

Il Pdl, invece, tenta ancora la carta del governissimo. L’ex ministro Maria Stella Gelmini, addirittura, rivolgendosi a Bersani dice:  “Non si rende conto di essere ormai solo, per non dire isolato all’interno dello stesso Pd. Procrastinare questa situazione di incertezza nuoce al Paese. Bersani abbia il sussulto di dignità che hanno avuto alcuni suoi predecessori di fronte alla realtà: passi la mano a chi può fare un governo Pdl-Pd su punti ben precisi e non si ostini a ricercare consensi fra i Grillini che, lo hanno detto in ogni modo, di sostenere un governo che non sia a cinque stelle non ne hanno alcuna voglia”. Parole che metteno ulteriormente in risalto la difficoltà del centro destro di uscire da quel cono d’ombra in cui è precipitato.

E se dentro il Pd qualcuno pensa che questa strada sia possibile arrivano tempestive le parole pronunciate da Stefano Fassina che difende a spada tratta l’operato di Bersani: “È grave che, in ore decisive per la costruzione di un Governo adeguato alle sfide di fronte all’Italia, una parte del Pd intervenga per indebolire il tentativo del Presidente incaricato Bersani prospettando una possibile maggioranza con il PdL per un Governo del Presidente. I cittadini italani alle elezioni hanno chiesto inequivocabilmente cambiamento, sia sul terreno dell’etica pubblica sia sul terreno della politica economica”. E infine: “Un partito guidato da chi per venti anni ha praticato un uso proprietario e personalistico delle istituzioni e delle risorse pubbliche e ha portato l’Italia sull’orlo del baratro non può essere interlocutore di un governo di cambiamento”.

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