Governo. Domani Bersani al Colle. ‘Chi dice no, lo dice all’Italia’

ROMA – Tra 24 ore giungerà la risposta dalle forze politiche sulla proposta di cambiamento che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha portato avanti in questi delicati giorni di consultazioni.

“Ho cercato fin qui in assoluta trasparenza, di mettere l’insieme delle forze politiche di fronte a un’occasione vera di cambiamento. Un’occasione – sottolinea Bersani – precisa, strutturata, che riguarda un governo che risponda immediatamente ad alcune esigenze impellenti che ci vengono da queste elezioni e dalla società, e dall’altro dalla possibilità di allestire un meccanismo che renda finalmente possibile ed esigibile quella grande riforma di cui parliamo da 20 anni. Le forze parlamentari – aggiunge il segretario – si stanno prendendo le loro ore di riflessione e attendo una risposta conclusiva. E’ mia intenzione nella giornata di domani portare al presidente dela Repubblica gli esiti delle consultazioni. Non ho diktat da fare, valuteremo insieme”.

E all’ennesimo “no” alla fiducia che il M5S ha voluto comunicare, Bersani replica: Chi dice no  o dice non a Bersani che non si rompe la testa, lo dice all’Italia”.

“Ora – come ha fatto sapere il Laboratorio della Sinistra in una nota –  toccherà alle istituzioni democratiche determinare le sorti di questo tentativo. “Di fronte a questo quadro, – riporta un comunicato de il Laboratorio –  è chiaro che i nodi di questa crisi vanno sciolti chiamando il Parlamento alla responsabilità di decidere apertamente e liberamente. Il presidente incaricato ha fatto appello alla responsabilità politica di chi condivide gli otto punti perché facciano vivere il nuovo governo; ed alla responsabilità costituzionale di chi avverte la necessità di realizzare alcune riforme istituzionali perché non ostacolino lo sbocco positivo della crisi. Questa strada è ancora possibile “.
Insomma, il Presidente incaricato dovrebbe avere il diritto-dovere di portare in Parlamento l’esito del lavoro svolto, auspicando che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferisca a Bersani il mandato di presentarsi davanti alle Camere con un programma e con una squadra di governo.

 

Grillo attacca: “Padri Puttanieri”. Bersani risponde: “Auguri ai salvatori della patria”

Il Movimento 5 Stelle ribadisce la sua non fiducia ad un possibile governo del PD

Ultimo giorno di consultazioni per Pier Luigi Bersani che ha incontrato il movimento 5 Stelle. Ormai l’esito dell’incontro è noto a tutti. Dopo il faccia e faccia i grillini ribadiscono il loro no alla fiducia. “Se appoggio esterno significa votare la fiducia senza entrare nel governo la risposta è sempre no”, incalza  la capogruppo alla Camera del M5s Roberta Lombardi. E poi rimarca: “Per essere chiari noi votiamo sempre no alla fiducia, nessun appoggio esterno”.

Ma non è tutto. Lombardi rincara la dose: “Sono vent’anni che sentiamo queste parole. Sembrava una puntata di Ballarò. Noi non incontriamo le parti sociali perchè siamo le parti sociali. Sono vent’anni che voto e sono vent’anni che sento parlare delle stesse cose. Noi siamo disposti a prenderci le nostre responsabilità, riprenderci il nostro Paese. Abbiamo anche la credibilità per fare questo perchè non sono vent’anni che ne parliamo senza realizzare nulla di quello che viene promesso in campagna elettorale”.
Insomma, il M5S non solo non vuole starci ma vuole, anzi vorrebbe governare.
Dice la Lombardi di far parte di quelle ‘parti sociali’ tanto decantate, ma sembra dimenticare la loro reale situazione e soprattutto la fragilità economica in cui versa il nostro Paese e la maggior parte degli italiani.
Stessa posizione quella di Vito Crimi capogruppo al Senato del Movimento cinque stelle: “Votiamo no alla fiducia”. “Non ce la sentiamo di poter fidarci . La fiducia in bianco è un atto molto forte – ha detto Crimi – e adesso noi abbiamo il mandato degli elettori di non dare una fiducia in bianco». «Ci deve dare atto – ha proseguito Crimi – che noi siamo quella generazione che in vent’anni ha visto programmi mai realizzati. E infine sottolinea: “Non ci sono le condizioni perchè noi possiamo dare la fiducia a un governo formato da questi partiti, che sia politico o tecnico”.

Eppure Bersani ha presentato due alternative valide ai grillini. “Io ho proposto due registri da affiancare: quello di un governo che apra la legislatura su un programma essenziale di cambiamento e una Convenzione per cambiare la Costituzione. Il problema dei numeri al Senato – ha osservato il segretario del Pd – riguarda noi ma riguarda tutti. Ci sono condizioni
politiche difficili, bisogna vedere come affrontarle: governo sì, governabilità ok ma senza cambiamento non può esserci perché verremmo meno a un’indicazione profonda elettorato. Voi siete grandi protagonisti ma non siete esclusivi. Noi stessi sentiamo profondamente questa esigenza. Quello che abbiamo fatto fin qui e quel che faremo o faremmo non è per mettere in imbarazzo questo o quello ma perché io direttamente sento l’esigenza di cambiamento e non farò governi che abbiano davanti l’impossibilità del cambiamento”.  

E poi: “Non ci sono molte altre strade, se non quella del doppio registro, secondo Bersani. E  il secondo registro può partire se parte il primo. Con tutti i giri che ho fatto, ritengo la cosa che sto dicendo la cosa più realistica. Fuori da questo vedo un meccanismo che ci porta a passare dal faremo, diremo all’avremmo potuto fare, avremmo potuto provarci”.

“Siamo tutti parlamentari e abbiamo tutti davanti la necessita’ di rispondere all’esigenza del nostro paese. C’e’ da dare un governo al Paese. Questa “e’ un’esigenza conclamata”.   E aggiunge: “Governissimi non esistono, e non per preclusione verso la destra. Ma perche’ metteremmo un coperchio politicista su una pentola a pressione che chiede il cambiamento”.     “Siamo troppo distanti- spiega il leader del Pd- finiremmo per paralizzarci a vicenda. L’ho detto ieri” nell’incontro con il Pdl, “non e’ possibile, e non si fara’”.

Insomma Bersani ci ha provato, dando ampie possibilità, ma la risposta rispetto ai gironi scorsi non è affatto cambiata.
“Solo un insano di mente può avere la fregola di governare il Paese in questo momento. Io sono qui per prendermi una enorme responsabilità ma vorrei anche che tutti ne prendessero un pezzettino”, è stato l’affondo di Pier Luigi Bersani nel tentativo di incassare la fiducia e mettere in piedi un governo di cui l’Italia ha necessità assoluta.
Niente da fare. Inutile fare previsioni. Tuttavia la scelta dei grillini peserà nel futuro del  Movimento 5 Stelle.

 

Grillo: Tra “Figli di NN” e “partiti puttanieri”

Intanto Beppe Grillo torna all’attacco dal suo Blog: “Le nuove generazioni sono senza padri, sono figlie di NN, dal latino “Nomen nescio : nome non conosco”. Sulle loro carte di identità, sui loro documenti di lavoro, nei libretti universitari alla voce “figlio di” risulta la sigla NN, figlio di nessuno, figlio della colpa, figlio di padre ignoto, figlio di vecchi puttanieri che si sono giocati ogni possibile lascito testamentario indebitando gli eredi”.

E poi  attacca i “Padri Puttanieri”, ovvero “quelli che hanno sulle spalle la più grande rapina ai danni delle giovani generazioni. Questi padri che chiagnono e fottono sono i Bersani, i D’Alema, i Berlusconi, i Cicchitto, i Monti che ci prendono allegramente per il culo ogni giorno con i loro appelli quotidiani per la governabilità. Hanno governato a turno per vent’anni, hanno curato i loro interessi, smembrato il tessuto industriale, tagliato lo Stato sociale, distrutto l’innovazione e la ricerca. Pdl e pdmenoelle sono vent’anni che ci prendono per il culo e non hanno ancora il pudore di togliersi in modo spontaneo dai coglioni dopo Penati, Tedesco, Dell’Utri, Cuffaro, Monte Paschi di Siena, dopo il Lodo Alfano, lo Scudo Fiscale e cento leggi abominio. Vent’anni senza riuscire a produrre una legge contro la corruzione e contro il conflitto di interessi, vent’anni per trasformare la legge elettorale in una caricatura anticostituzionale, senza mai trovare il tempo (ah, il tempo…) per cambiarla. I figli di NN vi manderanno a casa, in un modo o nell’altro, il tempo è dalla loro parte. Hanno ricevuto da voi solo promesse e sberleffi, non hanno nulla da perdere, non hanno un lavoro, né una casa, non avranno mai una pensione e non possono neppure immaginare di farsi una famiglia. Vi restituiranno tutto con gli interessi”.

Bersani replica

«Auguri ai salvatori della patria». Così Pier Luigi Bersani, replica a Beppe Grillo che parla dei leader di partito come «padri puttanieri».

 

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