Di fronte a Grillo anche Goya si rivolta nella tomba

ROMA – Francisco Goya si starà rivoltando nella tomba dopo aver appreso che il suo dipinto “Saturno che divora i suoi figli” è stato utilizzato come immagine di un post di Beppe Grillo.

L’artista spagnolo che con la sua arte ha reagito all’oscurantismo della politica del suo paese si è ritrovato a far da sfondo al blog meno libero dei nostri giorni, dove il suo padrone urla offese e dichiara che chi non la pensa come lui è un trolls pagato per criticarlo.
Se Grillo fosse vissuto nel XVIII secolo possiamo essere sicuri che Goya gli avrebbe dedicato un bel ritratto, come era solito fare, per prendersi gioco dei padroni autoritari e per mettere in evidenza tutte le brutture di un essere volgare, irresponsabile e intollerante quale Grillo è.
Goya utilizzava la sua arte per ribellarsi al clima reazionario della Spagna del suo tempo, Grillo quel clima lo sta evocando.
Il post sul blog in questione è quello scritto dal comico genovese dopo le consultazioni alla Camera fra Bersani e i rappresentanti del M5S, Crimi e Lombardi.
Grillo e i suoi fedeli dichiarano di essere gli unici e i soli a dover governare, superando ogni principio di democrazia sociale e di buon senso.
L’immagine rubata a Goya ritrae Saturno che mangia i propri figli perché, come Grillo dice, le nuove generazioni sono NN, senza padri, figli «di vecchi puttanieri che si sono giocati ogni possibile lascito testamentario indebitando gli eredi. (…) Pdl e pdmenoelle sono vent’anni che ci prendono per il culo».
Queste dichiarazioni, dopo le affermazioni di chiusura del Movimento alla possibilità di formare un governo per cambiare davvero, risultano essere uno schiaffo a chi ha bisogno di una risposta seria alla crisi, sono un “vaffa” ai giovani e all’Italia.
Quei figli che lui definisce NN, in assenza di un governo, non solo non avranno una legge contro la corruzione e contro il conflitto di interessi, ma neanche un lavoro e diritti sociali.
Non li avranno perché Grillo sta impedendo la formazione dell’unico governo possibile, quello del centrosinistra-Bersani. Un governo che ha fra i punti cardini del suo programma l’equità, il lavoro, le leggi sul conflitto di interesse, la green economy e la riforma dei costi della politica. Temi  (ancora?) cari agli elettori del Movimento 5 Stelle.

Grillo-Saturno sta divorando ogni possibilità di immediato cambiamento, attento solo ai propri interessi, sprezzante delle sorti del popolo. Sta divorando i suoi figli 5Stelle e chi li ha votati. Continua con le sue menzogne, come se tutto potesse essere ridotto ad offesa, fregandosene di tutto, quando invece il Paese ha bisogno di andare avanti, di avere delle politiche pragmatiche che sappiano affrontare la crisi.
Dare ora all’Italia un governo di centro sinistra vuol dire fare la differenza, vuol dire fare tutte quelle leggi che le destre berlusconiane (figlie di un altro padrone) hanno sempre impedito, avendo avuto i numeri in Parlamento per ostacolare il cambiamento.
Alla richiesta di Bersani di non impedire la formazione del governo, la Lombardi ha risposto che loro non sono la causa dei problemi dell’Italia e che non si sentono responsabili. Peccato che gli italiani li abbiano votati per trovare ora soluzioni effettive a quei problemi!
La chiusura del M5S e il suo essere autoreferenziale lo rende, di fatto, la forza politica più inutile del momento, truffatore delle speranze di milioni di elettori.

Se Crimi però è un po’ incerto e confuso e sostiene che il Movimento non agevolerà la nascita del Governo Bersani ma appoggerà le riforme del Pd, la Lombardi non vuole trattare, offuscata da tanto clamore mediatico, la poverina pensa di essere a Ballarò e sentenzia che il Movimento non darà la fiducia, mai, a nessuno. Grillo che attento da casa la sta controllando, si  compiacerà di come tutto proceda secondo i suoi ordini: cambiare tutto per non cambiare niente.
Decidere se formare il governo è la scelta più importante per l’Italia, perché è proprio da qui che il cambiamento può realizzarsi o arrestarsi, perché è dal governo che dipendono le scelte sul lavoro, sulla sanità, sui diritti civili, sull’economia, sulla riforma della politica.
Preferire non partecipare al cambiamento, pur essendo stati chiamati a farlo e pur avendo elementi in comune con chi è stato chiamato legittimamente a formare il governo, è la peggiore delle scelte possibili.

Ps.
Non sono un trolls pagato da nessuno, sono solo una donna indignata, disoccupata, che vuole, esprimere liberamente la propria opinione, il proprio dissenso e che vuole che il cambiamento accada veramente.

Condividi sui social

Articoli correlati