Franceschini, dopo Renzi, apre al Pdl. Gentili: valida la linea Bersani

Elogi dagli esponenti della destra per le aperture del dirigente del Pd

Sì, ora non ci sono più dubbi. Il Pd è un partito di sinistra, o meglio di centrosinistra che ha preso il peggiore dei vizi delle sinistre, quello al suicidio. Un masochismo senza fine che ha portato a poiù di una sconfitta quando la vittoria sembrava a portata di mano. E’ quello che sta avvenendo proprio mentre il Psese si trova sull’orlo di un baratro non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale, morale, la società democratica messa a dura prova. I segnali di questa deriva sono ben evidenti ogni giorno, fino all’estremo rappresentato dai tre suicidi, tre persone che non avevano più neppure la speranza di far fronte alle spese quotidiane, ai bisogni minimi.  Su un altro versante Grillo continua in una offensiva usando tutti i mezzi possibili contro il Pd, fino a ipotizzare che il responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena sia stato “suicidato”. Chi il mandante? Non è difficile identificarlo alla luce della analisi di Grillo

 

Nel Pd tornano correnti, fazioni, aree

 

 Un Paese che ha bisogno di certezze, di  programmi, progetti, che solo le forze politiche, la società civile organizzata,  possono dare. Il Pd, il primo partito, è obbligato a questo. Invece ecco che proprio mentre si va verso l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e si dovrà riaprire il problema del governo da dare al Paese. Nel Pd tornano, prepotenti, le correnti,le aree, finte o vere, gli interessi dei singoli , di gruppi organizzati.  Matteo Renzi accende la miccia con una intervista in cui di fatto manda in cantina quanto deciso unanimemente dalla Direzione del Partito. Basta con la linea Bersani. O governo con il Pdl o nuove elezioni. Poi arriva Franceschini che non vuole rimanere secondo a nessuno, rappresenta un gruppo si dice che fa capo agli ex popolari. Se la prende con il Pd di cui lui è stato segretario e poi capogruppo alla Camera. Dice che bisogna  uscire dalla incomunicabilità”. Non solo. Occorre “Abbandonare  un complesso di superiorità, molto diffuso nel nostro schieramento per cui pretendiamo di sceglierci l’avversario.”. “ La  destra- prosegue- ha preso praticamente i nostri stessi voti”. Da qui la strada da seguire: dialoghiamo con la destra, facciamo insieme il governo di transizione. Non l’avesse  mai detto: Renzi non vuole essere scavalcato. “ In tanti dice vogliono evitare le elezioni.: “Non so se la soluzione di un governo Pd-Pdl- dice- sia quella che davvero i dirigenti romani sceglieranno.

Il sindaco di Firenze:dalle alternative di governo escluso Bersani

 

 Le alternative sono tre: governo Pd-Pdl, Pd-M5S o elezioni. Il governo Pd-M5S, Grillo non vuole; le elezioni mi sa che non le vogliono in tanti. Su un governo Pd-Pdl staremo a vedere”, Un governo Bersani insomma non viene preso neppure in considerazione come ipotesi.  L’Unità per  averlo scritto  è stata duramente censurata fino a chiedere le dimissioni del suo direttore. Renzi ha avuto il merito di  indicare chiaramente, fuori dagli abbracci di circostanza, che ci sono due linee nel Pd  che devono confrontarsi. Già ma dove, in quale sede, nelle interviste o negli organi dirigenti di partito e nella consultazione degli iscritti, magari in un confronto ancora più largo con i cittadini. Infine, se non bastasse arriva una intervista fantasma di Rosy Bindi che avrebbe affidato al Secolo XIX  critiche all’operato di Bersani.  Bindi nega di aver mai rilasciato interviste al giornale genovese. Il quale invece conferma.

 

 La proposta più valida, quella della direzione del Pd

 

 Richiama alla realtà dei problemi, alle cose da fare Sergio Gentili, della Direzione del Pd quando afferma che “ di fronte alla pesante crisi e alla sua drammaticità che porta a ripetuti suicidi, ultimo quello drammatico di Civitanova, si rende necessario un intervento risolutivo della politica. Grillo e i suoi automi in Parlamento di tutto ciò se ne “fregano”, mentre il PDL si barrica a difesa di un Berlusconi che ha perso la credibilità agli occhi non solo dell’Europa ma degli stessi italiani, delle forza sociali e culturali italiane. Un passo indietro di Berlusconi sarebbe auspicabile per poter aprire una fase di responsabilità parallele in grado di portare alle riforme della politica, alla legge elettorale e ai primi provvedimenti anti recessivi di difesa dei redditi, del lavoro e delle imprese. E la proposta più valida rimane quella avanzata dalla Direzione del PD. Ora per responsabilità delle destre che non hanno il coraggio e la voglia di rinnovarsi, come fecero in altri momenti della storia d’Italia, il nostro paese è immobilizzato. Ogni soluzione della crisi politica che non sia credibile agli occhi delle grandi forze popolari e non dia garanzia di unità programmatica sarebbe uno scivolamento verso situazione ancora più pericolose per la democrazia e le condizioni di vita degli italiani. “

 

Musica celestiale per gli esponenti del Pdl

 

Dal fronte del Pdl le parole di Franceschini sono musica celestiale per le orecchie di molti esponenti di primo  piano. Brunetta  prende slancio: “ Le parole di Franceschini  non lasciano dubbi:ormai nel Pd solo Bersani e un gruppo di suoi fedelissimi sono rimasti ancorati a una strategia senza senzo e irrealizzabile”. Poi arriva  Gasparri. “ Bersani asolti il realismo di Francxeschini£. Non pioteva mancare Mariastella Gelmini che definisce l’analisi di Franceschini “onesta e scevra da ideologismi”.

 

A difesa di Renzi si schiera oggi il senatore del pd Nicola Latorre, dalemiano e sostenitore di Bersani, invita il Pd a non demonizzare Renzi e ad aprire una nuova fase. “Renzi – afferma – in questi giorni ha avuto il merito di dare voce a un sentimento che c’è nel nostro popolo ed è corretto dire che, a partire dall’elezione del prossimo presidente della repubblica, senza una ampia e larga e bipartisan condivisione di intenti tra centrodestra e centrosinistra un governo non si può fare”.

 

 

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