Contro la povertà. Bersani: cambiare si può partendo da chi è più nei guai

 ROMA – Se partiamo da chi è più in difficoltà il Paese ritroverà la sua strada, contro la povertà, povera Italia: otto milioni di poveri, 37,8% di giovani senza lavoro, -4,8% il potere di acquisto delle famiglie.

E’ questo il “manifesto” con il quale il Pd si rivolge agli italiani e individua nella lotta contro la povertà, non solo quella economica, uno degli obiettivi di fondo del governo che verrà. Un  governo per il cambiamento ha ribadito Pierluigi Bersani  concludendo la manifestazione che si è svolta al Centro policulturale  Mitreo di Corviale, un quartiere di Roma che Alemanno voleva radere al suolo, al centro di polemiche per  struttura architettonica, il “serpentone”, uno degli edifici simbolo,  qualità della vita  e che vede i cittadini  impegnati per la rinascita.  Un centro aperto sei anni fa grazie a una legge voluta da Bersani, allora ministro, per incentivare l’apertura di luoghi di aggregazione in zone difficili. “Abbiamo costruito qualcosa là dove nessuno voleva venire – ricorda nel suo intervento Monica Melani, fondatrice del centro – e grazie alla legge Bersani, la 266, abbiamo contattato dei partner privati che ci hanno aiutati nella fase di start up. Ora facciamo tutto volontariamente, senza avere nemmeno un soldo. Anzi, io ho i debiti.” La parola cambiamento  risuona in tutti gli interventi a partire di quelli del candidato sindaco del Pd e del centrosinistra, Ignazio Marino, di Nicola Zingaretti presidente della regione Lazio.

Una grande folla al Centropoliculturale di Corviale

Il Centro è troppo piccolo per contenere  le gente. Ancor prima che Gad Lerner apra la manifestazione, non un comizio ma una riflessione con i cittadini,  con gli elettori romani, la sala è strapiena In molto  affollano l’ingresso dove sono piazzati due grandi schermi, in tanti restano sulla strada. Arrivano alla spicciolata Marino, Miccoli, il segretario della Federazione romana del pd, Stefano Fassina, Cuperlo, Gotor, Nico Stumpo, Bersani. Lerner apre i lavori, ricorda le tre persone che si sono suicidate a Civitanova Marche, un fatto , un grido che colpisce le coscienze di tutti, dei politici in primo luogo, chiama alla responsabilità le istituzioni. Illustra i numeri della crisi. Poi l’iniziativa del Pd ” per stare fra le gente e si suoi problemi” dà la parola a chi è direttamente a contatto con la povertà, che esiste, non è una invenzione. Parlano  Emanuela Droghei, responsabile delle Politiche Sociali del Pd di Roma, Mario Maffei consigliere municipale a Scampia e segretario del Circolo Pd di Scampia, Francesco Mele, Segretario del Circolo di San Salvario di Torino e anche Massimo Vallati, presidente Associazione calcio sociale e Vitaliana Cecchetti dell’Ente per la formazione professionali delle Acli.  I loro interventi si intrecciano con quelli di Zingaretti e Marino. C’è anche un fuori campo del presidente della Regione per precisare la posizione della Regione sul problema rifiuti e come si era mossa la Provincia quando lui ne era il presidente. Poi le conclusioni del segretario del Pd, interrotte da tanti applausi, che si è tolto anche qualche sassolino dalle scarpe, rispondendo anche ad alcune dichiarazioni, leggi Renzi e non solo, mai però nominati . Di seguito gli interventi e le  conclusioni.

Zingaretti: “A Roma eleggere Marino”.

“La differenza per affrontare la crisi e la povertà la fanno sicuramente i contenuti, i programmi e scelte. Ma anche le persone che incarnano dei valori. A Roma – ha detto il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti – lottare contro la povertà significa innanzitutto, fra 40 giorni, cambiare il governo al comune ed eleggere Ignazio Marino sindaco” della capitale. Oggi siamo qui per denunciare che troppo spesso la politica somiglia al Truman Show, perché perde di vista la vita vera”, ha spiegato ancora il presidente della regione Lazio. “Il dibattito politico deve parlare di alleanze, ma non può farlo se non mette al centro i numeri drammatici della crisi e della povertà”. Spetta al Pd “una battaglia politica per cambiare le cose”, ha concluso Zingaretti.

Marino: “Politica investa sul lavoro”

“Credo che il cambiamento si possa trovare con una politica diversa, che investa sul lavoro per ridare dignità a chi non lo ha o lo ha perso. Un po’ mi vergogno perché quando incontro una persona che mi dice ‘sono esodato e non ho più nulla’, io non so che risposta dare. Noi – ha affermato il candidato sindaco di Roma del Pd e del centrosinistra Ignazio Marino – questa risposta la dovremo dare con il cambiamento. Dobbiamo capire che ci deve essere una proporzione rispetto alla ricchezza reale. Dobbiamo mettere insieme chi vive in questa città per ridare speranza e senso di comunità: noi lo faremo con umiltà e lavorando 365 giorni l’anno. Da sindaco – prosegue Marino – destinerò parte di ogni biglietto venduto per monumenti e musei alla riqualificazione dal degrado delle periferie. Ogni straniero saprà che non solo sta arricchendo la propria conoscenza, ma sta contribuendo alla sfida collettiva di rinascita della nostra comunità. Dobbiamo investire sulla sanità pubblica perché ci rende tutti uguali”, ha affermato Marino, rivolgendosi poi a Zingaretti: “Nicola, dobbiamo fare in modo che se ci deve essere la riconfigurazione degli ospedali, deve essere tale che nei nostri pronto soccorso non ci siano più anziani che entrano con una polmonite e vengono curati nel pronto soccorso e da lì dimessi dopo sette giorni passati su una barella. Questo a Roma dobbiamo cancellarlo”. “Dobbiamo anche investire su chi fa ricerca nella nostra città – ha aggiunto -, noi come classe politica, dico la verità, sulla ricerca ci abbiamo creduto un po’ poco”. “Molti dimenticano che Roma ha il mare ed è il comune agricolo più grande del Paese, dobbiamo puntare su questo sul biologico e  mai più permettere nuovo cemento. Il partito che voglio vedere crescere è Roma – ha concluso Marino – e Roma crescerà. Povertà e cambiamento non sono solo parole d’ordine, ma le dobbiamo portare in tutto il mondo”.

BERSANI, IRRINUNCIABILE PARTIRE DA CHI È NEI GUAI
«Comunque si sviluppino le cose, il Pd ha alcune idee precise e irrinunciabili su come si può riprendere la strada. Si parte da chi è più nei guai». Lo ha detto Pier Luigi Bersani parlando a Corviale del prossimo governo. «Non per pietismo o carità pelosa, ma perchè pensiamo che o si innesca un meccanismo di coesione o l’idea secondo cui chi ha di più deve dare di più non può scattare. Nella rimozione del tema sociale non può esserci la risposta al tema economico», ha sottolineato.

QUIRINALE. BERSANI: SOLUZIONE CONDIVISA FINO A PROVA CONTARIA
«Il presidente della Repubblica non c’entra niente col governo. Rappresenta l’unità nazionale e noi ci mettiamo nella condizione di una ricerca onesta della soluzione piu» largamente condivisa. Questo fino a prova contraria, fino all’impossibilità«. Così Pier Luigi Bersani, al Corviale.

BERSANI: ACCORDO CON PDL? GRILLO VA AL 70%
Il Pd dice no al «governissimo» perché produrrebbe solo nuovo scollamento tra politica e cittadini e chi propone l’accordo con il centrodestra rischia di portare Beppe Grillo al 70%. Lo ha detto il segretario Pd Pier Luigi Bersani durante la manifestazione contro la povertà nella periferia di Roma. «Dobbiamo dire perché non vogliamo il governissimo. Non accendiamo dei fuochi, che il paese è stremato, si creerebbe ulteriore scollamento, la mattina fanno la proposta del governissimo e la sera mi danno del golpista. Abbiamo detto cerchiamo un’altra formula che non inibisca il percorso di cambiamento». «Ora – ha aggiunto – c’è l’incrocio con il presidente della Repubblica, non è colpa mia. Se poi si trovano grillo al 70%, non vengano a dire a me ‘mi raccomandò. Di qualunquismo ne abbiamo visto troppo, non si possono accendere micce qualunquiste».

BERSANI A RENZI: L’ARROGANZA UMILIA CHI CE L’HA
Pier Luigi Bersani replica a Matteo Renzi che ha definito «umiliante» per il Pd il tentativo di un accordo con M5S. Il segretario democratico ribatte, senza citare il nome del rottamatore: «Qualcuno a me ha detto ‘ci vuole dignità’. Io una frase così non l’avrei accettata neanche da mio padre. Per il bene del partito sto zitto. L’arroganza umilia chi ce l’ha».

BERSANI, NON DIMENTICHIAMO CHI CI HA PORTATO FIN QUI
Pier Luigi Bersani ha chiesto di non dimenticare chi ha causato i problemi dell’Italia. «Chi ci ha portato fin qui, per dieci anni ne abbiamo viste di cotte e di crude e abbiamo lasciato andare questo Paese alla deriva, l’Italia ha bisogno di risposte, ma almeno per poter dire non vediamo più un paese attorcigliato sui problemi di qualcuno», ha spiegato a Corviale, «Dire come siamo arrivati fin qui è utile per arrivare al futuro», ha insistito.

 

BERSANI: CHI CHIEDE RESPONSABILITÀ PER CHI HA VOTATO?
Ai cittadini che chiedono «responsabilità» al Pd bisognerebbe chiedere per chi hanno votato. Lo ha detto il segretario democratico Pier Luigi Bersani: «Leggo sui giornali, o mi sento dire da persone che mi fermano per strada ‘mi raccomando, responsabilità’. E mi viene da dire ‘scusa ma tu per chi hai votatò? Hai visto mai che hai votato per uno che dice basta tutti a casa? Qualcuno ha pensato ‘Così diamo un segnale… Eccolo qua il segnale…».

BERSANI: BERLUSCONI NON CE LO POSSIAMO PERMETTERE
«Chi ci ha portati fin qui. Non possiamo dimenticare che in questi dieci anni ne abbiamo viste di cotte e di crude. Ora, senza scadere nella rissa, diciamo almeno che non possiamo piu» permetterci quello che abbiamo visto in questi anni, una politica attorcigliata attorno alla vita privata di qualcuno…«. Così Pier Luigi Bersani, a Corviale.

CRISI, BERSANI: MI BRUCIA CHE ADESSO MI DICANO ‘FATE QUALCOSA’
Pier Luigi Bersani non accetta di sentirsi dire che bisogna «fare qualcosa» dal centrodestra o da quei giornali che «facevano finta di crede alle colossali panzane» di Silvio Berlusconi. Il segretario Pd lo ha detto durante la manifestazione contro la povertà al quartiere Corviale, alla periferia di Roma.

BERSANI: BUCHI BILANCIO COPERTI LASCIANDO GENTE SENZA PANE
Ammortizzatori sociali non coperti, esodati. «Il ministro dell’Economia dice che non ci sono buchi. Non ci sono buchi perchè si lasciano centinaia di migliaia di persone senza un pezzo di pane». Lo afferma il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani.

BERSANI: NO PREDICHE DA CHI DICEVA RISTORANTI PIENI
«La cosa che in questi giorni mi è bruciata di piu» è che da diverse parti vengono a spiegare a noi che la situazione è drammatica. A noi che lo abbiamo sempre detto, quando gli altri dicevano che i ristoranti erano pieni. E ce lo dice anche chi credeva a quelle demenziali panzane«. Così Pier Luigi Bersani, a Corviale. “Siamo al paradosso e io non la mando giù- prosegue- e voglio dire: non suscitate demagogie, che viene giù tutto. Chi si ritiene classe dirigente si prenda le sue responsabilità”.

CRISI: BERSANI,VENGONO A DIRE A NOI CHE SITUAZIONE È DRAMMATICA?
«Siamo al paradosso e non sono d’accordo di mandarle giù tutte. Vengono da diverse settimane a spiegare a noi che la situazione è drammatica. Vengono a dirlo a quelli che dicevano che la situazione rotolava quando gli altri dicevano che i ristoranti erano pieni». La ha detto Pier Luigi Bersani a Corviale. «Non solo gli altri ma anche i soloni dei giornali che facevano finta di credere a quelle demenziali panzane che sono state rovinose per noi?», ha aggiunto.

CRISI: BERSANI, VOGLIAMO METTERCI SULLA VITA COMUNE ITALIANI
«Per chi conosce i miei gusti, sarà molto chiaro che a me questo nostro incontro è piaciuto moltissimo, dà l’idea di quello che vogliamo essere, un grande partito popolare e non dobbiamo accettare che ci portino lontano da qui». Lo ha detto Pier Luigi Bersani a Corviale. Vogliamo «metterci sulla vita comune degli italiani, questo abbiamo voluto», ha aggiunto.

BERSANI: CAMBIARE SI PUÒ NON SIAMO TUTTI UGUALI
Pier Luigi Bersani ricorda a Corviale una delle leggi del «governo Prodi del 1997, targata Bersani. Ce ne sono tante di leggi Bersani e tutte- dice- cambiavano qualcosa. Perchè cambiare si può. Non è vero che siamo tutti uguali».

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