Usa. Esplosioni a Boston. 3 morti e 144 feriti, 23 gravissimi. IL VIDEO

BOSTON (MASSACHUSSETS) – L`America è ancora sotto shock per l`attentato di ieri alla maratona di Boston. Il conteggio ufficiale è per ora di tre morti, fra cui un bambino di otto anni, 144 feriti di cui 23 gravissimi, ma sono numeri che cambiano rapidamente.

Fra i feriti gravi vi sono coloro che hanno perso le gambe o un braccio, persone colpite alla testa, alcuni in stato comatoso. Sono stati raggiunti da schegge delle due esplosioni avvenute a 12 secondi di distanza l`una dall`altra, poco prima di Colpey Square, in pieno centro di Boston, vicino al traguardo della maratona, una delle più seguite al mondo, arrivata alla sua centodiciassettesima edizione.

La prima esplosione è avvenuta circa dieci minuti prima delle tre del pomeriggio, quando il cronometro della maratona segnava poco più di quattro ore di corsa. Poi l’inferno: i feriti sono trasportati negli ospedali vicini, la polizia si è lanciata in una caccia all’uomo. Un video sembrava mostrare un uomo che depositava degli zaini a ridosso dei palazzi vicini al traguardo della gara, subito dietro il pubblico, stipato sulle transenne.

Il Presidente Barack Obama è intervenuto da Washington alle 18.10 di ieri pomeriggio per parlare alla Nazione, per esprimere solidarietà, per promettere aiuti sia morali che materiali per la città e per i famigliari delle vittime. Ma non ha voluto dare anticipazioni sui presunti colpevoli. Per ora non ci sono rivendicazioni, ma si sospettano due matrici, quella islamica, e quella dell`estrema destra americana, una matrice interna dunque o una esterna: «Non abbiamo ancora dettagli non sappiamo chi sono i colpevoli – ha detto il Presidente, serio, determinato,  parlando dalla Casa Bianca – ma so che li troveremo presto e che li porteremo davanti alla giustizia»: Obama ha anche lanciato un appello per l`unità del Paese: «In questo momento – ha detto – non ci sono democratici o repubblicani, ci sono soltanto americani».

Obama è l’uomo che ha catturato e ucciso Osama bin Laden. La sua amministrazione ha colpito con durezza il terrorismo e non c`è dubbio che al più presto ci sarà molta più chiarezza su chi ha portato a termine questa operazione definita dal capo della polizia di Boston Ed Davis «molto bene organizzata, fatta da un gruppo che ha studiato a lungo l`operazione». Resta il fatto che per la prima volta dall’11 settembre un attentatore è riuscito a far detonare delle bombe in America. Altri tentativi furono sventati dalle forze dell’ordine sia in un aereo in volo, che a New York, vicino a Times Square.
Come succede in queste circostanze, c`è stata subito molta confusione. Si sono prima diffuse notizie di un numero di morti nettamente superiore, si parlava di 12-14 persone. Poi si è detto che la polizia aveva arrestato un sospetto, un saudita di 20 anni detenuto in ospedale, notizia poi smentita. E` stato anche affermato e poi smentito che ci fosse un ordigno alla JFK Library di Boston: la cosa è ancora incerta. Ma è sicuro che ci fossero più di due ordigni, forse addirittura cinque, tutti, a parte quelli esplosi, disinnescati. La strage dunque poteva essere peggiore.

C`è chi dice che i maratoneti sono stati fortunati per come si è chiusa questa nuova tragedia americana, perchè il numero dei morti avrebbe potuto essere di gran lunga superiore. La città celebrava il Patriot’s Day una festa che rievoca la vittoria contro gli inglesi del 1775 a Lexington e a Concorde, le scuole erano chiuse, la maratona si stava chiudendo nello splendore di una bellissima giornata primaverile, per strada c’erano forse un milione di persone.

Resta l’amarissimo sapore di un attentato che ha riportato il Paese nell`abisso della vulnerabilità. Improvvisamente tornano di Oklahoma City. Per il momento non risultano vittime italiane. Il Console Generale d`Italia a Boston Giuseppe Pastorelli ha organizzato subito delle unità di crisi, ha inviato suoi rappresentati negli ospedali e ha aperto un numero di telefono con il quale ci si può mettere in contatto direttamente con il consolato. Erano forse trecento gli italiani a Boston per la maranota fra corridori e familiari. «Fino a tarda notta ora italiana non avevamo accertato vittime italiane», ha dichiarato Pastorelli che si è tenuto in contatto con molti dei maratoneti e delle organizzazioni che li hanno portati a Boston.


 

 

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