Letta accetta l’incarico con riserva, ma questo Governo non nascerà a tutti i costi

ROMA –  Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha convocato  al Palazzo del Quirinale, l’onorevole Enrico Letta al quale ha dato  l’incarico di formare il nuovo Esecutivo.

“E’ una responsabilità che sento forte sulle mie spalle”, ha detto l’ex vicesegretario del Partito Democratico accettando con riserva l’incarico di formare un nuovo governo. “E se posso permettermi, – ha aggijnto Letta – la sento più forte e pesante della mia capacità di reggerla”.   “Mi metto con grande determinazione al lavoro perché penso che il paese abbia bisogno di risposte. Gli italiani non ne possono più di giochi e giochetti della politica, vogliono risposte, io mi metto davanti a loro con grande umiltà e senso dei miei limiti con una responsabilità che mi onora”. E infine ha sottolineato Letta:”Questo Governo non nascerà a tutti i costi, nascerà se ce ne saranno le condizioni”.

Uno dei primi a congratularsi è Matteo Renzi: “In bocca al lupo e un forte abbraccio a Enrico Letta”, si affretta a twittare il sindaco di Firenze. “Bene, benissimo”, è il primo commento espresso dal dimissionario Pier Luigi Bersani. “Sono soddisfatto per l’incarico a Letta”, si è detto Giuliano Amato. Oggi Stefano Fassina aveva spiegato dai microfoni di Radio Capital che Letta avrebbe potuto rappresentare una soluzione di equilibrio.

Anche dal Pdl arriva un chiaro segnale positivo sul nome di Letta. Tuttavia, come puntualizza Angelino Alfano: “E bene chiarire al Pd che per noi non ci sarà un nuovo caso Marini, non daremo il sostegno a uno di loro cui loro non daranno un sostegno reale, visibile”.  E infine: “Se si tratta di un governicchio qualsiasi, semibalneare, lo faccia chi vuole, ma noi non ci stiamo”. Per Renato Brunetta, Letta era un nome già circolato negli ambienti su cui Silvio Berlusconi non aveva posto alcun veto. 


Anche Mario Monti plaude per il nuovo incarico a Enrico Letta: “Grazie all’articolata e significativa esperienza già maturata malgrado la giovane età in campo politico, culturale e sociale, – si legge in una nota – il presidente Letta saprà guidare efficacemente l’Italia nell’impegnativo percorso di riforme istituzionali ed economiche necessarie per realizzare una crescita sostenibile, una maggiore equità e un rinnovato rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni”.

Grillo. I Letta? Tutti una famiglia. Nessuna fiducia da Sel

Opposte le intenzioni di Sel. Ieri Nichi Vendola aveva puntiualizzato che non ci sarà mai l’appoggio a nessun governissimo. “Faremo un’opposizione responsabile e costruttiva contro un governo che ha tra i suoi azionisti l’autore dello sfascio italiano, quella destra berlusconiana che ha rischiato di far implodere il Paese”. Così il leader di Sel. E poi: “Porteremo davanti agli occhi del premier  le nostre iniziative, come quella a favore degli esodati. Mando tanti auguri a Enrico Letta e sono soddisfatto quando sento le sue critiche ai provvedimenti del governo Monti che stanno devastando l’Europa”. Oggi il capogruppo Gennaro Migliore ribadisce lo stesso pensiero: “Non voteremo la fiducia al nuovo governo Pd-Pdl, ma faccio comunque gli auguri di buon lavoro a Enrico Letta”.

Ancora più critico Beppe Grillo: “A Roma si stanno dividendo le ossa e le poltrone della Seconda Repubblica. Nel frattempo l’economia non aspetta. Ogni minuto chiude un’impresa. Questo autunno -ribadisce Grillo- potremmo raggiungere il punto di non ritorno”. E sull’incarico a Enrico Letta di formare un governo, Grillo dice: “I Letta? Tutti una famiglia”. E dal capogruppo al Senato Crimi:”Un inciucio annunciato da tempo”.

“Noi avevamo nomi, soluzioni interne di grande qualità ma abbiamo preferito evitare di costituire intralci rispetto a un lavoro delicato”, ha detto l’esponente del Pd. Diversa la posizione di Paolo Ferrero: “La probabile nomina di Enrico Letta a presidente del Consiglio segna la piena continuità con il governo Monti: entrambi fanno parte della Trilateral Commission, fondata da Rockefeller e che costituisce uno dei centri di direzione più rilevanti del capitalismo internazionale”. E Ferrero, infine, si appella a tutte le forze di sinistra per costruire una “opposizione unitaria a questo ennesimo governo dei poteri forti”.

 

Dentro il Pd bocche cucite e qualche malumore
L’incarico di Letta non è piaciuto a tutti, nemmeno in casa Pd che non ha ancora superato i postumi dopo il “tradimento”. Bocche cucite alla sede nazionale, anche se qualcuno non riesce a non dissentire su un possibile governo a guida Letta. “Mi dispiace, – ha detto Pippo Civati, che ieri alla direzione nazionale si era astenuto dal voto –  ma continuo a non essere d’accordo. Soprattutto perchè il governo, di ora in ora, si irrobustisce, e il governo di scopo sta diventando un governo di scopone (scientifico). Un governo politicissimo, basato sulla collaborazione Pd-Pdl, senza scadenza, non a caso presieduto dall’ultimo dirigente del Pd che non si è dimesso (perchè eletto dall’assemblea, ma non solo). Le cose, dal mio punto di vista, stanno peggiorando”.

Per Sandro Gozi, invece, questo governo deve avere per forza una scadenza.   “Il nuovo governo deve durare poco. Al massimo sei mesi. Così si può andare al voto tra sette mesi e mezzo”. Insomma quel poco che basta per fare le necessarie riforme, in primis quella elettorale, e poi tutti al voto. Il deputato critica il documento approvato ieri, precisando che “diceva troppo e troppo poco. “Per esempio potrebbe consentire un governissimo iperpolitico con dentro, magari, la Gelmini e Quagliariello, che per me sarebbe un colpo mortale. Di più,  mi farebbe molto schifo”.
Sandra Zampa, portavoce di Prodi è ancora afflitta dai recenti episodi, ma spiega che voterà la fiducia. “Ma sui provvedimenti, – precisa –  specie quelli economici, voglio discutere volta per volta. Basta votare a scatola chiusa come con il governo Monti”.

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