Letta. Una giornata di riflessione, ancora nodi da sciogliere

ROMA – Giornata fitta per Enrico Letta, che proprio nel giorno della Liberazione,  ha iniziato le consultazioni con i partiti nel tentativo di arrivare a presentare una squadra di governo dalle larghe intese.

Intanto impazza il toto ministri di questo nuovo Esecutivo che si prevede snello, ma non per questo ridotto all’osso, con 18 ministri.
Circola insistentemente anche il nome dell’ex Guardasigilli Angelino Alfano, che potrebbe svolgere il ruolo di vice presidente. Ma non è l’unica richiesta che arriva dal Pdl. Silvio Berlusconi, infatti, vuole molto di più, e spunta anche qualche nome già conosciuto che potrebbe finire in qualche dicastero importante. Da Dallas, dove si trova per l’inaugurazione della ‘Presidential Library’ chiede un governo che  possa approvare quei provvedimenti di cui abbiamo assolutamente bisogno per uscire dalla crisi recessiva in cui ci ha cacciato la politica dell’austerità e per riprendere la via della crescita e dello sviluppo”.
“Abbiamo preparato otto disegni di legge che sono ciò che secondo noi è indispensabile e urgente fare e  – annuncia che  – noi diamo il via e sosterremo qualunque governo possa essere in grado di far approvare questi disegni di legge che sono ciò di cui l’Italia ha assolutamente bisogno”. Insomma semaforo verde dal Pdl a Letta, purchè venga  approvato quanto chiede il centro destra.
Motivo per cui il Partito Democratico potrebbe spaccarsi ulteriormente, come ha fatto ben intendere ieri Pippo Civati. “Le regole vanno rispettate ed è chiaro che chi non dovesse votare la fiducia al governo sarebbe fuori dal partito – replica invece Francesco Boccia alla senatrice Laura Puppato che non se la sente proprio di votare un governo se al suo interno ci fossero dei personaggi del Pédl.

Comunque se i nomi dei nuovi ministri sono ancora del tutto privi di fondamento, si sta invece già delineando coloro che siederanno nei banchi dell’opposizione. E non è detto che non ci sia anche qualcuno del Pd. Comunque vadano le cose, M5S, Sel, Lega Nord e Fratelli d’Italia hanno già detto di no ad un governissimo e non rinunceranno alla loro identità politica.
Altro che Comitato di Liberazione Nazionale, fa intendere Nichi Vendola. “Il Cln era un  luogo in cui convivevano diversità straordinariamente  lontane, per certi versi inconciliabili, solo un soggetto non  c’era, i fascisti, perchè era l’unità per traghettare  l’Italia fuori dalle secche delle macerie del fascismo, ecco,  se avessimo dovuto ispirarci a quella esperienza erano altri  gli alleati da cercare, visto che il nostro tema è uscire  dal ciclo del berlusconismo”. Un modo schietto, quello di Vendola,  per ribadire che Sel sarà come anticipato ieri all’opposizione.

Anche Giorgia Meloni non ci sta a questo Esecutivo. “Crediamo che la più grande discontinuità che si può rappresentare è la capacità di mettere gli interessi dell’Italia davanti a tutto , ma  non crediamo che un governo che mette insieme storie e persone diverse possa dare all’Italia le risposte di cui ha bisogno ma se ci saranno provvedimenti condivisibili noi li voteremo”.

Più lapidario Beppe Grillo che sul suo blog scrive un lungo post: “Nella nomina a presidente del Consiglio di un membro del Bildeberg il 25 aprile è morto nella grassa risata del piduista Berlusconi in Parlamento il 25 aprile è morto, nella distruzione dei nastri delle conversazioni tra Mancino e Napolitano il 25 aprile è morto, nella dittatura dei partiti il 25 aprile è morto, nell’informazione corrotta il 25 aprile è morto, nel tradimento della Costituzione il 25 aprile è morto, nell’inciucio tra il pdl e il pdmenoelle il 25 aprile è morto, nella rielezione di Napolitano e il passaggio di fatto a una Repubblica presidenziale il 25 aprile è morto, nell’abbraccio tra Bersani e Alfano il 25 aprile è morto”.

Stessa posizione, anche se più morbida, quella della Lega Nord. “Non entreremo nel governo, non siamo interessati a farlo, abbiamo dato a Letta la nostra agenda, che è l’agenda del Nord: attendiamo di sapere se questi punti saranno quelli del programma di governo, in caso contrario staremo all’opposizione, una opposizione concreta, non ideologica e con un rapporto dialettico che punta a risolvere i problemi”, ha precisato Roberto Maroni.

Matteo Renzi, dal canto suo, è sempre più convinto che un governo Letta debba essere appoggiato e debba soprattutto arrivare fino in fondo. “Non basta dire che il Presidente della Repubblica ha ragione: ora è il momento che chi ha il coraggio delle proprie azioni vada fino in fondo, non deve disertare”, ha detto il sindaco di Firenze, che proprio oggi ha partecipato al corte del 25 aprile intonando “Bella ciao”.

Letta: “Farò un esecutivo di persone competenti”

E’ continuato nel pomeriggio il giro di consultazioni di Letta.  
Angelino Alfano, a margine dell’incontro si è detto soddisfatto: “È stato un  lungo incontro che abbiamo affrontato con spirito costruttivo per il bene dell’Italia, delle famiglie, delle imprese dei lavoratori. Lo stesso spirito costruttivo abbiamo riscontrato nell’approccio del presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta, e quindi siamo soddisfatti di come questo incontro si è svolto” . E poi l’ex Guardasigilli ha ribadito la posizione del suo partito: “La linea Pdl, espressa con grande chiarezza in queste ore dagli Usa dal presidente Berlusconi, è chiara: non stiamo ponendo questione di formule di governo né problema di poltrone e cadreghe, ma più concretamente un discorso per il bene dell’Italia che possa rialzarsi. C’è emergenza economica e solo su questo abbiamo incentrato l’incontro con Letta”. Il segretario Pdl auspica che “possa nascere un governo che possa avere i nostri 8 punti come base. Abbiamo trovato delle aperture dal premier incaricato è chiaro che dei passi avanti sono stati compiuti è evidente che ci sono alcuni nodi da sciogliere, il nostro lavoro non si fermerà”.

Letta ha infine incontrato la delegazione del M5S, accettando che l’incontro fosse trasmesso in diretta streaming. Il M5S ha detto che non ci sarà nessuna fiducia in bianco, ma che eventualmente verranno votati i singoli provvedimenti purchè rientrino nel loro programma politico e che prevalga l’interesse della collettività. I presidenti Crimi e Lombardi hanno consegnato a Letta una lettera il cui contenuto riguarda l’eliminazione dei rimborsi elettorali.
Letta, dal canto suo, ha chiesto ai due presidenti maggiore elasticità: “Farò di tutto  perchè le nostre discussioni continuino. Sarò attento alle  vostre iniziative; vi chiedo di scongelarvi”, ha puntualizzato Letta. “Si chiama coerenza”, ha risposto Roberta Lombardi. Ma per governare, ha insistito Letta, “ci si intreccia”.  “Io cercherò  di mettere persone competenti al governo, non è un problema di quanti anni di vita politica hanno alle spalle”. E infine prima di congedarsi, sempre Letta, commentando ironicamente il post odierno sul sito di Beppe Grillo, dal titolo «Il 25 aprile è morto» ha detto: “Dite a Grillo che Dio è morto, ma dopo tre giorni è risorto”.

Alla fine delle consultazioni Enrico Letta è molto cauto sul da farsi e non tutti i nodi sono stati sciolti, specie con il Pdl, siia sul programma che sull’eventuale composizione del nuovo esecutivo. “Ho sentito telefonicamente Berlusconi per 30 secondi dali Stati Uniti, è stata una telefonata di incoraggiamento, così come ho parlato con altri leader politici, ho sentito incoraggiamento da tutti ma questo non basta a sciogliere i nodi”. Inoltre “la discussione con il Pdl oggi è stata la più lunga, quasi due ore, ma d’altronde molte ore ci vorranno ancora perchè veniamo da un tempo di differenze profonde e che restano ancora molto significative”. “Domani – ha aggiunto Letta – sarà una giornata di riflessione. Rivedrò gli appunti di questa giornata di incontri. Cercherò di portare a sintesi il lavoro molto interessante di oggi, avendo contatti continui con il Capo dello Stato“.

 

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