Governo. Domani la fiducia alle Camere

ROMA – Dopo il giuramento il Consiglio dei ministri lampo in cui c’è stato il passaggio di consegne tra Mario Monti, premier uscente e il nuovo Presidente Enrico Letta, domani è attesa la fiducia alle Camere. Tuttavia l’episodio di oggi ha spento i sorrisi del nuovo governo.  L’Italia si trova, infatti, in una situazione in cui si legano crisi dell’economia, crisi sociale e perdita di credibilità del sistema politico e istituzionale.

Un mix pericolosissimo, che l’episodio di oggi ha solo confermato. Ora serve dunque consapevolezza di questa crisi, «responsabilità» davanti al Paese e «coesione» tra le forze politiche per mettere in campo le giuste risposte ai problemi italiani. Quello che domani Letta farà alla Camera, per il primo discorso programmatico su cui chiederà la fiducia, sarà dunque quasi un appello a mettere da parte le contrapposizioni sterili e a lavorare, con rapidità e impegno, sui provvedimenti necessari a far ripartire il Paese.
Un discorso a tutto il Parlamento perchè, ottenuta la fiducia, tutti, nessuno escluso, si misurino sulle singole leggi. Anche l’opposizione. I tre punti sono quelli già esposti: crisi dell’economia, riforma della politica, nuova Europa. Oggi a Palazzo Chigi, mentre Letta scriveva il suo discorso per domani, è giunto il ministro dell’Economia, Maurizio Saccomanni. Un primo giro d’orizzonte sui conti pubblici per capire quali promesse sono spendibili e quali no, soprattutto cominciando dall’abolizione dell’Imu reclamata dal Pdl. E insieme a ciò è stato un confronto per verificare quali possono essere gli snodi da cui far ripartire l’economia del Paese. La crisi di credibilità della politica, ha spiegato più volte Letta, richiede una sua autoriforma, uno snellimento, maggiore incisività delle sue istituzioni e delle sue articolazioni. Ma soprattutto la politica si saprà ‘redimerè agli occhi dei cittadini se agirà nel loro interesse, se sarà al servizio del paese.  Infine l’Europa, ma una nuova Europa, che al rigore unisca la crescita e che sappia unire le sue forze fino all’unione politica. Tre pilastri, per il nuovo governo, all’insegna dunque di due parole chiave: consapevolezza e responsabilità. Dopo aver limato il discorso, Letta è andato a messa e poi a trovare il Carabiniere ferito, Giuseppe Giangrande.

 

 


ROMA – Oggi alle 11,30 il giuramento del nuovo governo di Enrico Letta appoggiato da Pd, Pdl e Scelta Civica. “L’unico governo possibile”, l’ha definito Giorgio Napolitano, nel momento in cui durante le prime consultazioni si era venuto a creare un pericoloso stallo da cui sembrava impossibile uscirne.
Dopo l’annuncio della nascita dell’Esecutivo, Enrico Letta è stato elogiato sia per il lavoro svolto con una tempestività da record, che per la scelta dei nuovi ministri, molti dei quali sono risultati essere una vera e propria sorpresa. Questo particolare, ha di fatto lasciato fuori molti veterani della politica, accreditati dai media come i più papabili al nuovo Esecutivo.
L’opposizione, invece, guarda con un certo sospetto questa nuova squadra. Sel, Movimento 5 Stelle e probabilmente anche la Lega che vede in pericolo la sua legge contro l’immigrazione. Ma c’è dell’altro. L’opposizione guarda in cagnesco questa maggioranza. Primo  perchè qualche nome del governo è alquanto discutibile, secondo, e questa la ragione più importante, è che Pd, Pdl e Scelta Civica proprio per la loro provenienza storica, assieme non possono coesistere in una compagine governativa, se non attraverso convenienze reciproche di cui il Paese non ha bisogno.

Tuttavia, non bisogna dimenticare che questo, almeno a parole, dovrebbe essere un governo, fortemente voluto da Napolitano per trainare l’Italia fuori dallo stallo istituzionale e capace di traghettare il Paese a nuove elezioni politiche. Chiaramente non prima di aver varato una nuova riforma elettorale che consenta al prossimo vincitore politico di governare e non andare alla ricerca dei soliti inciuci e accordicchi.
Domani, invece, è atteso il voto di fiducia alle Camere. 

A Palazzo Chigi alle 13 è previsto il passaggio delle consegne fra i ministri del Governo Monti e il nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta.

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 Il giuramento di Enrico Letta

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